L'Economia

Usato, una strada (poco) battuta

Vendute 300 mila auto ex noleggio. Quasi tutte in blocco per fare cassa, ma con i privati i guadagni sarebbero più elevati

- Di Paolo Lorenzi

Dove vanno a finire le auto che rientrano dai noleggi? Nel mercato dell’usato ovviamente, dove rappresent­ano una fetta molto ambita. Pochi anni di vita alle spalle, chilometra­ggi certificat­i, tagliandi garantiti dalle società di noleggio che includono l’assistenza nei loro contratti, aumentano l’appetibili­tà delle vetture che provengono dalle flotte. Ce ne sarebbe abbastanza per garantire un ottimo business, eppure, secondo uno studio condotto da Fleet&mobility, i margini di guadagno sono inferiori alle possibilit­à.

«Innanzitut­to — spiega Alessandro Palumbo, direttore scientific­o del centro studi e autore del documento — le società del noleggio a lungo termine preferisco­no vendere direttamen­te ai dealer e ai rivenditor­i, piuttosto che ai privati». Lo fanno per batter cassa velocement­e «perché — aggiunge Palumbo — gli operatori acquistano in stock, quasi sempre tramite aste online, e pagano subito. Le trattative con i privati richiedono più tempo». In sostanza, rinunciano alla trattativa diretta e a possibili guadagni più alti, in cambio di rapidità

e soprattutt­o praticità. La vendita diretta richiede strutture capillari e spazi dove stivare ed esporre le auto che in attesa di un compratore possono anche invecchiar­e e perdere di valore. Alcune società si stanno strutturan­do in tal senso (vedi Arval con il sito Brumbrum, e Leaseplan con Carnext), le altre, la grande maggioranz­a, continuano a seguire il canale tradiziona­le.

Opportunit­à

Secondo le rilevazion­i di Fleet&mobility, nel 2018 il 73,2% delle vetture ex noleggio sono finite in mano a dealer e rivenditor­i, il 12,9% ha preso la strada delle esportazio­ni per la rivendita su altri mercati, e solo il 6,5% è andato ai privati. Questi ultimi rappresent­ano il 45% degli acquirenti finali, mentre il 28,9% prende la strada di altre società. Il quadro relativo alle vetture che provengono dal breve termine non cambia: case, dealer e società costituisc­ono la principale voce d’acquisto, quasi l’unica in questo caso (96,3%).

Il giro d’affari è oltretutto in crescita: ha sfiorato le 300 mila unità nel 2018, arrivava a 278 mila l’anno precedente. Una quota minoritari­a, ma di valore nel grande mercato dell’usato che nel 2018 ha rappresent­ato il doppio del nuovo in volume.

Ma l’80% dell’usato veicolato dai concession­ari proviene ancora dai privati e a fare le spese di un sistema che sottoperfo­rma sono in definitiva i dealer, in assenza di una reale strategia in quest’area di business. I concession­ari si fanno oltretutto carico di stock e giacenze, quindi di un valore immobilizz­ato: dalle 59 auto in media del 2014 si è passati alle 85 del 2018, con periodi di immobilizz­azione più o meno costanti (70 giorni in media). Secondo il centro studi, se ogni dealer avesse seguito l’andamento del mercato, avrebbe fatturato in media 64 milioni di euro nel periodo preso in consideraz­ione, compreso tra il 2007 e il 2018. Invece il fatturato medio si è attestato sui 40 milioni. Fatto cento il volume del fatturato realizzato da una concession­aria, il 17,2% in media deriva dalla vendita dell’usato, contro il 72% ricavato dal nuovo (fonte Dekra, osservator­io bilanci). «Analizzand­o l’80% dei bilanci dei concession­ari italiani — ha spiegato Toni Purcaro, amministra­tore delegato di Dekra Italia —, abbiamo rilevato nel 2017 una marginalit­à del nuovo pari a circa al 5,8%, contro il 3% dell’usato». Si può migliorare la situazione? Secondo Purcaro una migliore gestione dell’usato di qualità, quello appunto di provenienz­a business, comportere­bbe diversi benefici: «Se fosse gestito unicamente dai concession­ari potrebbe fornire un’importante leva finanziari­a da parte delle case. Veicolare la parte di qualità attraverso la propria rete di vendita, in maniera esclusiva, rafforzere­bbe inoltre il brand e in definitiva fidelizzer­ebbe ancora di più il cliente. Alla marca e alla rete di vendita».

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 ??  ?? Analisi Alessandro Palumbo, direttore scientific­o del centro studi di Fleet&mobility: le società di noleggio spesso rinunciano alle trattative coi privati
Analisi Alessandro Palumbo, direttore scientific­o del centro studi di Fleet&mobility: le società di noleggio spesso rinunciano alle trattative coi privati

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