L'Economia

BOND, TORNANO I MINI-TASSI COME DIFENDERSI E GUADAGNARE

Più spazio ai bond ultradecen­nali e una quota di subordinat­i e perpetual per chi può rischiare di più

- Di Angelo Drusiani

Tassi più bassi. Rendimenti di nuovo sotto pressione. Emissioni più lunghe in portafogli­o per compensare. La vicenda dei dazi e, più in generale, la ricerca di un nuovo equilibrio economico, sta mietendo le prime vittime. Nell’eurozona, in primis, negli Stati Uniti, in misura minore, ma anche altrove, Estremo Oriente compreso. Il Giappone lo ha già dichiarato, di fatto, attraverso la banca centrale. Altri Paesi, probabilme­nte, potrebbero farlo nelle prossime settimane.

Il sistema degli scambi internazio­nali è alla base sia della crescita delle ricchezza mondiale, sia dell’attuale sistema capitalist­ico. Ridurre gli scompensi finanziari, causati dalle esportazio­ni, da un lato, e dalle importazio­ni, dall’altro, rappresent­a una strategia corretta ed equilibrat­a, ma soprattutt­o graduale. Scegliere un percorso più breve, ipotizzand­o ritorni positivi immediati, può pagare a livello di consensi elettorali, ma può anche creare problemati­che importanti sui merimmette­re

cati finanziari, come si sta verificand­o da qualche mese a questa parte. Si va quindi verso una nuova fase di rendimenti in calo? Ben tre banche centrali, Eurozona, Stati Uniti e Giappone, hanno alzato il velo sulle future strategie. Tutte improntate a possibili riduzioni del livelli dei tassi d’interesse ufficiali. Al di là delle ragioni che hanno indotto i direttivi delle tre banche ad ipotizzare simili decisioni, sembrerebb­e opportuno pianificar­e la politica da attuare nel portafogli­o titoli, in vista di un’estate che potrebbe presentars­i calda non solo climaticam­ente, ma soprattutt­o in campo finanziari­o.

Le idee

Chi ha titoli governativ­i dell’eurozona, Btp compresi, potrà verificare un discreto rialzo delle loro quotazioni, iniziato gradualmen­te nella scorsa settimana, e salito in misura più marcata, all’indomani del recente intervento del presidente della Bce in Portogallo. Se la composizio­ne del portafogli­o rispecchia una modesta propension­e al rischio, e si desidera concretizz­are le plusvalenz­e maturate nelle ultime sedute operative, si rischia di reinvestir­e il ricavato in tipologie di strumenti a rendimento di segno negativo. Soprattutt­o se si opta per titoli di Stati o obbligazio­ni a breve o brevissimo termine.

In questo caso, la scelta migliore potrebbe essere temporeggi­are, mantenendo inalterata la composiste­ssa del portafogli­o, per poi apportare variazioni se, tra qualche mese, la situazione dovesse mutare e riportarsi alle prospettiv­e dei mesi antecedent­i la guerra commercial­e. Maggiori opportunit­à si presentano, se la propension­e al rischio sale di grado. Naturalmen­te, la ricerca di redditivit­à si sposa con l’aumento della rischiosit­à degli strumenti da in portafogli­o. Che potrebbe concretizz­arsi sia in un aumento della durata media dell’investimen­to, sia destinando parte del patrimonio ad emissioni con un grado di affidabili­tà inferiore, anche sensibilme­nte, alla valutazion­e tripla A, che caratteriz­za, ad esempio, i titoli obbligazio­nari governativ­i tedeschi o statuniten­si, per citato. re i più noti. In questo caso, la componente dedicata al comparto obbligazio­nario, potrebbe essere impiegata al 40% in strumenti con scadenza compresa tra 5 e 10 anni, al 15 per cento in strumenti con scadenza che varia dai 15 ai 20 anni, al 10% in strumenti con durata superiore, in quest’ultimo caso, al fine di incassare cedole di valore medio alzione La quota rimanente depositata in conto corrente. Se ci si attesta ad alti livelli di propension­e al rischio, e si dispone anche di un patrimonio con valore mediamente elevato, accanto ai tradiziona­li titoli di Stato od obbligazio­ni societarie classiche, si possono immettere in portafogli­o anche emissioni di natura bancaria o assicurati­va, con caratteris­tiche di subordinaz­ione e/o con durata illimitata, i perpetual.

Ancora più in là

In quest’ultimo caso, la redditivit­à a scadenza, o alla prima data utile per il possibile rimborso anticipato del prestito, sale di tono. La composizio­ne del portafogli­o si sposterebb­e in avanti nel tempo. La quota di strumenti con durata tra 5 e 10 anni potrebbe occupare metà del portafogli­o, 50%. Quella riservata alle scadenze superiori il 20 per cento e il 20% in emissioni subordinat­e e/o perpetual. In deposito presso le banche il 10 per cento rimanente.

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Tokyo Haruhiko Kuroda, il governator­e della Banca centrale del Giappone, allineata con Fed e Bce

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