Benetton alla seconda generazione
Laurea a Boston e master ad Harvard, la secondogenita di Giuliana siede nel Cda di Edizione, di Autogrill e di Benetton Group. Oggi l’assemblea della holding che porterà il gruppo nelle mani della seconda generazione
L’appuntamento è per questo pomeriggio nella sede sociale. Alle 15 la famiglia Benetton si riunirà per nominare il nuovo consiglio di amministrazione di Edizione, la holding da cui dipendono tutte le società della famiglia, dalle Autostrade ad Autogrill, da Benetton Group all’ultimo acquisto Cellnex. Non sarà un’assemblea come quelle del passato. Lo scorso anno sono scomparsi, prima, Carlo Benetton e, pochi mesi dopo, il fratello Gilberto che Edizione l’aveva creata e governata anche se negli ultimi anni aveva scelto di affidarne la gestione ai manager. E il consiglio che sarà eletto dall’assemblea di oggi vedrà per la prima volta impegnata solo ed esclusivamente la nuova generazione Benetton.
Negli accordi per il passaggio generazionale i Benetton hanno scelto che ciascuna famiglia individui al proprio
interno un nuovo «fondatore», che può coincidere o meno anche con la persona delegata nel consiglio di Edizione. In un primo momento, il Cda fu formato da un rappresentante della prima e da un rappresentante della seconda generazione per ciascun ramo famigliare. Poi si optò, invece, per avere un solo componente per gruppo e nel Cda di Edizione restarono Carlo e Gilberto (prima generazione) e Alessandro e Franca (seconda generazione). Con la morte di Carlo e Gilberto sono stati cooptati nei mesi scorsi prima Christian (per Carlo) e poi Sabrina (per Gilberto).
Oggi nascerà, dunque, ufficialmente il consiglio della seconda generazione. La proposta di lista porta la firma di Luciano e Giuliana Benetton e di Christina e Sabrina Benetton. E, come è noto, vedrà il ritorno di Gianni Mion, storico manager di Edizione, uscito nel 2012 (si è detto in contrasto con lo stesso Gilberto al quale per lustri era stato vicino). Un compromesso tra i quattro rami familiari.
Consenso
Del consiglio che si andrà a nominare oggi solo Franca e Alessandro sono stati costantemente presenti da quando sono state sottoscritte le nuove regole. Cinquant’anni, Franca Bertagnin Benetton è figlia secondogenita di Giuliana (Paola, 60 anni, è la primogenita, poi seguono Daniela, 49 anni, e Carlo, 48) e oltre a sedere nel Cda di Edizione, è consigliere anche di Autogrill e di Benetton Group. È, inoltre, amministratrice delegata di Evoluzione, la holding personale della famiglia di Giuliana Benetton (ognuno dei quattro fondatori controlla Edizione con una quota del 25% ciascuno tramite holding cosiddette «di ramo») dove il 60% delle azioni è in usufrutto a Giuliana e il 40% in piena proprietà ai suoi figli.
Tre figli, una laurea alla Boston University e un master in business administration ad Harvard, nelle faticose trattative che hanno portato alla composizione della lista che sarà approvata oggi, Franca Bertagnin Benetton è indicata come la persona che ha fatto convergere il voto di due dei tre cugini sul rientro di Mion mettendo, di fatto, in minoranza in ramo di Luciano che era contrario.
Molto si è scritto — in questi mesi e negli anni scorsi — delle divisioni nella seconda generazione Benetton. «C’è tra noi cugini stima e affetto, siamo cresciuti con gli stessi valori e io apprezzo la preparazione di tutti loro, di Sabrina, Christian e Alessandro — dice Franca Bertagnin Benetton —. Che poi ci sia anche dialettica, questo fa parte delle cose ed è giusto che ci siano opinioni diverse. Lo trovo un arricchimento. Le soluzioni migliori vengono dal confronto e dalla condivisione. Edizione — aggiunge — è un azionista attivo e paziente, di lungo termine, che vuole creare valore sia con la crescita per via interna che per via esterna, come abbiamo sempre fatto con Autogrill, Atlantia, Cellnex, mantenendo una netta separazione tra azionisti e manager. Abbiamo la fortuna di avere ottimi manager come il nostro direttore generale Carlo Bertazzo, l’ingegner Castellucci (amministratore delegato di Atlantia, ndr )o il dottor Tondato (amministratore delegato di Autogrill, ndr) che sono con noi da molti anni e come Tobias Martinez di Cellnex, che è entrata da poco ma con il quale vogliamo costruire lo stesso percorso».
È in questa direzione che è stato scelto Gianni Mion, come collegamento tra il passato e il futuro. Quale sarà questo futuro difficile dirlo oggi, almeno per chi è all’esterno. C’è chi immagina un futuro «spezzatino» del gruppo, chi ha parlato di quotazione di Edizione per dar modo a chi voglia di uscire. Di questo nessuno dei Benetton parla. Meglio, parlano solo della volontà di stare tutti insieme. Un modello spesso citato da Franca Bertagnin Benetton è quello del gruppo francese Wendel, oltre 300 anni di storia e un migliaio di azionisti familiari, nel cui supervisory board la figlia di Giuliana siede come consigliere indipendente e di cui è membro del comitato Audit. Perché oltre che nelle società del gruppo di famiglia, Franca si occupa anche di altro. È stata, per esempio, nel direttivo di Aidaf, l’associazione italiana delle aziende di famiglia; in quello della società finanziaria Palladio e del Touring Club italiano. È rimasta legate alle università in cui ha studiato: è componente dell’european Advisory Board della Harvard Business School e dell’international Advisory Board della Boston University.
Il percorso
L’appuntamento di questo pomeriggio, dopo la scomparsa di Carlo e Gilberto, è un punto di svolta per la dinastia veneta «Siamo azionisti attivi e di lungo termine. Cerchiamo la crescita, sia per vie interne che per vie esterne, come è nella nostra storia»
Anche dopo gli studi aveva scelto un percorso esterno alle aziende di famiglia, visto che inizia la propria attività lavorativa alla Colgate Palmolive di New York, dove è product manager all’interno della divisione Global Business Development, posizione che mantiene ad Amburgo, in Germania, per Palmolive Body Care. Dopo la multinazionale, il ritorno in Italia con un passaggio alla società di consulenza Bain per poi entrare nel marketing di Benetton Group. Esce quando la famiglia decide di lasciare tutti i ruoli operativi a manager esterni, pur rimanendo nel Cda dell’azienda che ha dato origine alla dinastia. Da stasera il futuro del secondo gruppo familiare italiano sarà nelle mani dei quattro cugini.