L'Economia

S. Bernardo varca il confine

Dalla bottiglia disegnata da Giorgetto Giugiaro alla nuova proprietà «Oggi esportiamo circa l’8 per cento del nostro del nostro fatturato, ma vogliamo puntare al raddoppio. Anche con prodotti alternativ­i, come il the bio», dice il direttore generale del g

- Di Isidoro Trovato

Sarà merito della sua inconfondi­bile bottiglia «gocce», disegnata da Giorgetto Giugiaro. Di sicuro l’acqua S. Bernardo si è guadagnata negli anni un’identità molto connotata di made in Italy. Al punto che qualche anno fa è stata acquisita da una multinazio­nale globale come Nestlé. Da maggio 2015 San Bernardo è entrata a far parte del gruppo Montecrist­o. La lunga tradizione di qualità e stile tutta italiana. «La forma delle nostre bottiglie, le gocce di Giugiaro è inconfondi­bile e non lascia mai indifferen­ti i clienti, è ancora oggi un’icona di stile — concorda Antonio Biella, direttore generale di S. Bernardo —. Anche all’estero di solito è un amore a prima vista. Vengono subito riconosciu­ti la qualità e il design made in Italy». Il gruppo ha ora l’obiettivo di completare, nel breve-medio periodo, «l’occupazion­e» del territorio Italia, con la presenze delle Gocce S. Bernardo in ogni provincia e in ogni città. In seguito S. Bernardo andrà poi a

raccontare anche le storie, le passioni e i piatti della ristorazio­ne locale. «Il ph neutro della nostra acqua — spiega Biella — si adatta a perfezione alla diversità della cucina italiana. Oggi il gruppo, oltre che nel territorio “storico” del Piemonte e della Liguria, ha fatto registrare performanc­e positive e sviluppo in Veneto e in tutto il Centro-sud Italia».

Diversific­are

Ma i nuovi traguardi si chiamano estero e diversific­azione. Il gruppo fa registrare riscontri positivi a Londra e sul mercato britannico oltre che su quello albanese, tedesco, giapponese e di Taiwan. «Nell’export — precisa il direttore generale — abbiamo una quota pari a circa all’8/10 per cento del fatturato (che quest’anno ha toccato quota 90 milioni) ma l’obiettivo è toccare il 15 per centro entro il prossimo triennio. In tal senso infatti sono stati avviati progetti importanti negli Usa e in Russia. La spinta verso le esportazio­ni sarà sostenuta anche dal settore Horeca: il gruppo, dopo l’uscita ad Anuga, a Colonia, si è presentato al Sial di Parigi, la maggiore vetrina del mondo per il food and beverage per farsi conoscere da un pubblico specializz­ato e più ampio.

I trasversal­i

Il controllo del gruppo è in mano a famiglie del settore: Biellaverg­a (Spumador) e i Colombo, delle fonti San Carlo Spinone

90 milioni di euro Il fatturato del gruppo

15 Nuovo target per cento per l’export

«Dopo il tè bio in acqua minerale ora puntiamo su tre infusi, figli della tradizione orientale e dal gusto internazio­nale»

I piani di sviluppo però passano anche da prodotti di diversific­azione legati al mono delle bevande. Le due famiglie che hanno rilevato S. Bernardo e che adesso controllan­o il gruppo provengono entrambe da questo mondo: la famiglia Biella-verga era la proprietar­ia della storica Spumador, invece la famiglia Colombo era proprietar­ia della fonte San Carlo Spinone. «L’esperienza sul campo — aggiunge Biella — ci spinge a rilanciare. Sempre. Il piano di export, per esempio, sarà sostenuto anche dai nuovi prodotti di beverage. Dopo aver lanciato il tè bio in acqua minerale, abbiamo appena messo sul mercato drops of tea ovvero tre veri e propri influencer tea, infusi figli della storia orientale: The Matcha dal Giappone, The Kombutcha dalla Cina e The Moringa dall’india. Si tratta di bevande dal sapore internazio­nale molto adatte ad essere esportate ma su cui scommettia­mo anche per il mercato italiano. Siamo contenti di ciò che abbiamo fatto finora: abbiamo ampliato la gamma dei formati e girato in lungo e in largo l’italia ma siamo convinti che nel prossimo triennio saremo in grado di raggiunger­e obiettivi ancora più prestigios­i».

Un ulteriore salto di qualità per la «goccia» (simbolo del gruppo S. Bernardo) passa da un grande sforzo effettuato a livello di investimen­ti struttural­i per aumentare la capacità produttiva nei quattro stabilimen­ti. Il piano industrial­e quinquenna­le sugli stabilimen­ti di Garessio e Ormea (Cuneo) ha previsto l’installazi­one di due nuove linee a Ormea e la predisposi­zione di una sala dedicata a bibite gasate e bevande piatte in asettico. Uno sforzo che ha fatto diventare il gruppo uno dei principali produttori di bevande gasate e asettiche specializz­ato nelle private label, attivo nella distribuzi­one in tutti i canali moderni. Incrementi che hanno portato ricadute di incremento anche sul fronte dell’occupazion­e che adesso raggiunge 200 dipendenti. Del resto, come dicevano gli antichi, una goccia è capace di bucare anche la pietra.

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Manager Antonio Biella, direttore generale del gruppo dell’acqua minerale S. Bernardo

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