L'Economia

MINI BOT, LA MAGIA DELLE TRE CARTE CREDITI CON CREDITI?

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ri rispondere­bbero dicendo: «No, sono titoli di Stato», se non altro per evitare di far collidere con l’iceberg Europa un Paese che per di più non è il presunto inaffondab­ile Titanic ma rischia di assomiglia­re sempre di più alla zattera della già affondata Medusa.

In questo caso i mini-bot difficilme­nte saranno usati per la spesa quotidiana o ceduti ad altri, perché c’è il rischio che il negoziante o acquirente, forte del proprio potere di rifiutarli, obietti: c’è scritto 100, ma per me valgono 80, se non ti va bene pagami in moneta vera, gli euro. E avrebbe ragione a farlo: dopo tutto i mini-bot sarebbero solo pezzi di carta, per di più non fruttiferi di interessi, con cui lo Stato riconosce sì un debito, ma continuand­o a rinviarne il pagamento e quindi continuand­o a vivere a credito e a essere a rischio di insolvenza.

In conclusion­e, l’unico soggetto sicurament­e disposto a riconoscer­e che un mini-bot da 100 vale 100 sarebbe lo Stato stesso e quindi gli unici utilizzato­ri sarebbero solo coloro che li ricevono, ovvero i creditori della pubblica amministra­zione, e l’unico uso che ne potrebbero fare sarebbe di compensarl­i con le proprie imposte.

Inutili

A questo punto, però, ha ragione anche il 24% degli italiani: i mini-bot sono inutili. Tanto per cominciare sono fisicament­e inutili: non si capisce perché farli di carta, visto che tutti i titoli sono smateriali­zzati da anni;

Zuckerberg ci invita a pagare con la Libra e lo smartphone e la migliore idea che riesce a elaborare l’italia è quella di rimanere ferma alla carta e ai torchi. A meno che non li si vogliano stampare per gabellarli, anzi, spacciarli come moneta legale; nel qual caso avremmo a che fare con gente ferma ai torchi convinta di trattare con un popolo fermo alle conchiglie. Tutti sempre a bordo della zattera della Medusa che si crede il Titanic.

Ma i mini-bot sono altresì economicam­ente inuti

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