L’italia va allo scontro con Bruxelles sui surplus tedeschi
C’è attesa a Bruxelles per vedere se la Commissione europea, impegnata nel valutare una eventuale procedura d’infrazione contro l’italia per deficit eccessivo a causa del debito, interverrà anche sulle pluriennali violazioni della Germania e dell’olanda alla regola Ue sul limite massimo di surplus nelle partite correnti.
Nel summit Ue dei capi di governo, la settimana scorsa a Bruxelles, il premier Giuseppe Conte ha criticato l’inerzia dell’istituzione del lussemburghese Jean-claude Juncker su questo squilibrio macroeconomico, che estende i suoi effetti negativi per la crescita
in Italia e nel resto della zona euro a causa dei minori investimenti di Berlino. Conte ha inviato una lettera agli altri 27 leader dell’ue, al presidente polacco del Consiglio Ue Donald Tusk e a Juncker, dove chiede un «cambio» in Europa con «regole uguali per tutti» e fine della concorrenza sleale dei paradisi fiscali comunitari (Olanda, Lussemburgo, Irlanda, Malta e Cipro).
In un passaggio lamenta che «l’italia, con la sua forte specializzazione per la manifattura, è danneggiata negli sforzi compiuti per crescere a un ritmo più sostenuto, che possa garantire un rapido declino del suo debito, se le politiche macroeconomiche di alcuni grandi partner sono prevalentemente dirette a conseguire ampi surplus di parte corrente e di bilancio, piuttosto che ad attivare politiche di investimento, di innovazione, di protezione sociale e di tutela ambientale».
Inoltre ricorda che l’italia e l’europa sono ancora «più danneggiate, se questi surplus istigano reazioni protezionistiche da parte dei nostri più’ importanti partner commerciali» (come gli Stati Uniti).
Nell’ultimo Eurogruppo a Lussemburgo severi richiami sui surplus eccessivi della Germania li aveva già lanciati il direttore generale del Fondo monetario internazionale di Washington, la francese Christine Lagarde, sulla scia di critiche analoghe di vari ministri finanziari del G20 e perfino del presidente della banca centrale tedesca Jens Weidmann.
l premier Giuseppe Conte ha criticato l’inerzia della Commissione sugli squilibri