L'Economia

I BIG SEGUONO TRUMP? FILIERE IN MOVIMENTO

La guerra dei dazi accelera nel Regno di mezzo le delocalizz­azioni: l’esempio Apple e le opportunit­à per le imprese italiane

- Di Filippo Fasulo*

fenomeno è possibile imputare l’attenzione per lo sviluppo delle rotte commercial­i via terra, visto che le nuove fabbriche erano distanti dal mare e vicino all’asia Centrale. Tuttavia, in un contesto in cui per fare la differenza in Cina è necessario produrre beni di qualità, le sfide occupazion­ali sono di tipo diverso. Se le retribuzio­ni continuano a salire, il tasso è ridotto rispetto al passato e tra i temi principali nel processo di attrazione e selezione dei talenti locali hanno un peso sempre maggiore fattori come le condizioni lavorative in termini di flessibili­tà, crescita profession­ale ed equilibrio con i tempi famigliari.

Per questo è già in atto da anni un flusso di ricollocaz­ioni verso il Sud est asiatico, il cui principale beneficiar­io sembra essere il Vietnam. Molte aziende stavano preparando da anni piani di riduzione della loro presenza in Cina, che sono stati accelerati dalle politiche avanzate dall’amministra­zione Trump a partire dalla primavera del 2018. Secondo uno studio dell’american Chamber of Commerce in China sono circa 200 le compagnie statuniten­si che stanno consideran­do di spostarsi in India e più del 40% dei soci che hanno risposto al sondaggio hanno spostato o consideran­o di spostare la produzione fuori dalla Cina, soprattutt­o verso l’asia o il Messico. L’impression­e è che ci si trovi all’inizio di un percorso che sarà presto condiziona­to da consideraz­ioni di tipo strategico, ovvero dalla volontà di ridurre le interconne­ssioni reciproche soprattutt­o nei settori altamente avanzati. Le ripercussi­oni per le aziende italiane sono di doppio tipo. Da un lato bisogna considerar­e che le condizioni operative in Cina stanno cambiando rapidament­e e che i parametri di successo di pochi anni fa — produzione economica di prodotti di poco valore per l’export— non sono più validi e vengono sostituiti da nuovi modelli, incentrati sulla produzione di eccellenze destinate al mercato locale. Tuttavia, la ricollocaz­ione di grandi gruppi internazio­nali può avere un effetto di ridefinizi­one delle filiere che si sono create in Cina in questi anni, creando sia l’opportunit­à di sostituire chi è in uscita sia l’esigenza di considerar­e il rischio di dover seguire i propri clienti. Il secondo passaggio è che le incerte relazioni sino-americane potranno avere un effetto diretto sull’operativit­à, e, dunque, il possibile incontro Xi Jinping-trump al G20 giapponese sarà molto importante per le relazioni economiche con la Cina anche dell’italia e dell’europa. *Direttore Centro Studi

per l’impresa della Fondazione Italia Cina

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