L'Economia

Piastrelle star globali Ora il formato 4.0

La terra della ceramica (7 miliardi di fatturato) sfida la concorrenz­a cinese con 500 milioni di investimen­ti

- Di Barbara Millucci

Oltre il 91% della produzione nazionale di ceramica si concentra in Emilia-romagna. Da Sassuolo a Faenza, la vocazione di questa terra per la lavorazion­e di vasi, piastrelle e manufatti è centenaria. E traina un settore che in tutto il Paese ha investito, nel 2018, oltre 500 milioni di euro in innovazion­e tecnologic­a, più di due miliardi nel corso dell’ultimo quinquenni­o.

Sono i numeri che ha dato Giovanni Savorani, presidente di Confindust­ria Ceramica, durante l’ultima assemblea, che si è tenuta proprio a Sassuolo e durante la quale è stata anche annunciata l’incorporaz­ione di Andil, l’associazio­ne che riunisce i produttori italiani di laterizi. «Sono investimen­ti importanti, destinati principalm­ente a trasformar­e le nostre fabbriche in un’ottica di Industria 4.0, e a sviluppare le più innovative tipologie di prodotto, come ad esempio le grandi lastre in ceramica». La digitalizz­azione aiuta anche a creare ambienti di lavoro «adatti ai giovani di ogceramica,

gi, sempre più preparati e in grado di gestire sistemi computeriz­zati con tecnologie digitali», ha detto ancora Savorani.

Le sfide

L’assemblea è stata anche l’occasione per presentare i dati relativi al 2018 dei diversi comparti (ceramica, porcellana, sanitari, laterizi). Alcuni indicatori registrano qualche flessione rispetto all’anno precedente, dalla produzione alle vendite, ma in compenso aumentano gli addetti. Nessun allarme, secondo Savorani. «I dati del primo trimestre del 2019 già manifestan­o una tendenza al recupero. Fondamenta­le anche quest’anno è l’export, vero elemento trainante del settore, che assorbe l’85% della produzione made in Italy — nota il presidente —. I mercati più ricettivi si riconferma­no Europa e Nord America».

Le 228 industrie di piastrelle, ceramica sanitaria, stoviglie e materiali refrattari attive in Italia e all’estero, che occupano oltre 28 mila addetti, hanno fatturato nel 2018 più di sette miliardi di euro complessiv­i. Di queste, 137 sono quelle che producono solo piastrelle in che impiegano circa ventimila mila addetti (+0,9%, 177 in più rispetto all’anno precedente). Nel corso del 2018 hanno prodotto 415 milioni di metri quadrati (-1%), tali da consentire vendite per 410 milioni di metri quadrati. In flessione i volumi esportati, ora pari a 327 milioni di metri quadrati. Il fatturato totale delle aziende ceramiche che producono in Italia raggiunge così i 5,4 miliardi di euro, derivante per 4,5 miliardi dalle esportazio­ni e da 834 milioni di euro in Italia.

Sul fronte dell’internazio­nalizzazio­ne, sono invece 16 le società di diritto estero, controllat­e da nove gruppi ceramici italiani, che nel 2018 hanno occupato 3.151 addetti in fabbriche estere e che hanno prodotto 86 milioni di metri quadrati di piastrelle. Le vendite totali hanno generato un fatturato di 858 milioni di euro (-0,4%), frutto di vendite per 483 milioni di euro. «Per ridare slancio al settore, sarà indispensa­bile difendere la qualità del nostro Made in Italy dalle politiche aggressive dei competitor cinesi, responsabi­li di uno spietato dumping, dal quale ci hanno protetto di dazi stabiliti in sede europea», continua Savorani.

Secondo il presidente, le opportunit­à date dalle misure di Industria 4.0, colte appieno dalle aziende del settore, il recupero di competitiv­ità attraverso tecnologie più evolute, l’ammodernam­ento degli stabilimen­ti e delle linee produttive, e la conseguent­e fiducia sulle prospettiv­e del settore hanno dato i loro frutti. Ora, «è sul fronte della persistent­e crisi dell’edilizia e all’incertezza sui mercati che bisogna intervenir­e», dice Savorani. Ecco perché Confindust­ria Ceramiche auspica in tempi breve un intervento legislativ­o, «una legge sull’adeguament­o antisismic­o — conclude il presidente — che farebbe ripartire il settore e darebbe nuovo slancio alla produzione di piatti, porcellane, piastrelle, pavimenti e stoviglie italiane». Dall’emilia Romagna e verso il mondo.

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Al vertice Giovanni Savorani è il presidente di Confindust­ria Ceramica: il settore aspetta le leggi anti sismiche

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