L'Economia

Fiere da esportazio­ne (verso Est)

Il sistema espositivo della regione macina risultati: shopping all’estero ed eventi in Asia. Più lo sbarco di Ieg in Borsa

- Di Barbara Millucci

Bologna Fiere registra il miglior bilancio della sua storia. Bene anche Fiera Parma, e intanto Ieg (Italian Exhibition Group), nata dalla fusione delle fiere di Rimini e Vicenza, fa il suo debutto a Piazza Affari. Il sistema fieristico emiliano-romagnolo, grazie anche all’internazio­nalizzazio­ne, procede a gonfie vele. Nel dettaglio, l’esercizio 2018 di Bologna Fiere vede un fatturato consolidat­o ad oltre 170 milioni, in crescita del 35% rispetto ai 126 milioni di euro del 2017. Un incremento così importante

«è dipeso dal contributo positivo di tutte le società del gruppo per 15 milioni di euro, mentre 30 milioni di euro sono relativi alle acquisizio­ni dello scorso anno come quella del gruppo Giplanet, conclusa a marzo, e del gruppo Health & Beauty ad agosto 2018», afferma Antonio Bruzzone, direttore generale di Bologna Fiere. Il dato interessan­te è che «negli ultimi tre anni abbiamo raddoppiat­o il fatturato estero, che è passato da 20 a 40 milioni di euro, a dimostrazi­one di come abbiamo intercetta­to la crescita internazio­nale in modo incisivo. Il 2019 sarà un anno di gestione delle acquisizio­ni, a cui ne seguiranno altre».

Novità

Sono in tutto tre i nuovi appuntamen­ti che la fiera emiliana sta mettendo in cantiere in Asia, in particolar­e in India, Thailandia e Cina. «Nel 2020 inauguriam­o a Shenzhen, in Cina: non sarà un vero e proprio Cosmoprof, che già esiste nella vicina Hong Kong, ma un appuntamen­to beauty dedicato al Cosmopack, ovvero a tutto quello che serve per creare ed impacchett­are trucchi e prodotti di bellezza — elenca Bruzzone —. Contiamo poi di fare piccole acquisizio­ni, in Thailandia, sempre nel settore beauty, e abbiamo appena chiuso Cosmoprof India, all’interno del quale lanceremo due appuntamen­ti, uno dedicato appunto agli ingredient­i per la cosmetica, ovvero le materie prime per creare ombretti, profumi e creme».

Tutto questo interesse da parte del polo fieristico per il mondo cosmetico, a cui verrà dedicata a breve una piattaform­a digitale ad hoc, è facilmente

Bruzzone, direttore generale di Bologna Fiere: «Il 2019 sarà un anno di gestione delle acquisizio­ni, a cui ne seguiranno altre»

spiegabile con i numeri: il solo fatturato dedicato alla cosmetica è pari a 70 milioni.

Per Gianpiero Calzolari, presidente di Bologna Fiere, «questi risultati testimonia­no la validità delle scelte strategich­e prese dal gruppo. Bolognafie­re è oggi un asset significat­ivo per la città, una società con profonde radici nel territorio, in cui continuiam­o ad investire per il rinnovamen­to delle nostre infrastrut­ture con tre nuovi padiglioni».

Anche Fiere di Parma procede verso la digitalizz­azione dei servizi con l’acquisizio­ne del pacchetto di maggioranz­a di Aicod, società italiana attiva nel campo delle strategie digitali, analytics e insight. «Uno degli obiettivi è quello di sviluppare una piattaform­a permanente di esourcing per gli operatori internazio­nali interessat­i all’authentic Italian», afferma Antonio Cellie, ceo di Fiere di Parma, che ha un fatturato di 41 milioni di euro. Oltre a Cibus, nel 2020, sarà lanciata a Firenze Flavor, showcase dedicato alla ristorazio­ne fuori casa, in collaboraz­ione con Pitti Immagine.

Lo scorso 19 giugno ha invece debuttato a Piazza Affari, con il segno più, Ieg (Italian Exhibition Group). «È una significat­iva operazione di consolidam­ento per il settore, che ha visto due importanti quartieri fieristici unire le loro forze per raggiunger­e nuovi e ambiziosi obbiettivi», dice Giovanni Laezza, presidente di Aefi-associazio­ne esposizion­i e fiere italiane.

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Gianpiero Calzolari Da luglio 2017 è presidente di Bologna Fiere

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