L'Economia

Dai dazi al debito Come difendersi

Le attuali ricette dei principali operatori attivi nel nostro Paese Per l’italia è essenziale convincere i mercati della sostenibil­ità

- Di Gabriele Petruccian­i

Guerra commercial­e, Brexit, ma anche innovazion­e tecnologic­a. Il Mediobanca Sgr Mid-year Market Outlook, il think tank sull’andamento dei mercati nel secondo semestre 2019 ospitato da Mediobanca sgr lo scorso 20 giugno,

Emilio Franco (Mediobanca sgr): «L’atteggiame­nto più accomodant­e della Fed sta favorendo una stabilizza­zione»

è stato un meeting ricco di spunti, con il coinvolgim­ento di alcuni tra i principali operatori. L’incontro si è aperto affrontand­o subito uno dei principali fattori di incertezza che continua ad aleggiare sui mercati: il tira e molla tra Usa e Cina (e non solo) che sta condiziona­ndo le scelte di politica monetaria delle banche centrali. Tant’è che nell’ultimo meeting di mercoledì 19 giugno, Jerome Powell, presidente della Fed, ha deciso di abbandonar­e l’approccio paziente e ha aperto la porta a un possibile taglio dei tassi di interesse a luglio o dopo l’estate, quando il quadro sull’economia americana e mondiale, e soprattutt­o sulla guerra commercial­e, sarà più chiaro. Anche la Bce si è mossa sulla stessa strada, con Mario Draghi che, in occasione del simposio delle banche centrali a Sintra in Portogallo, ha annunciato nuove misure di stimolo monetario se non dovesse esserci un migliorame­nto dell’economia europea.

Il quadro

«Appare concreto il rischio che l’amministra­zione Trump utilizzi i dazi come strumento politico negoziale — ha commentato Emilio Franco, amministra­tore delegato di Mediobanca sgr —. L’effetto collateral­e è una grande incertezza che pesa sul ciclo economico globale e in particolar­e sul settore manifattur­iero. Tuttavia, l’atteggiame­nto più accomodant­e della Fed, che ha aperto a un insurance cut (taglio di sicurezza, ndr) dei tassi di interesdia­le se, come nel 1995 e 1998, sta favorendo una stabilizza­zione dei mercati». Gli ha fatto eco Bruno Rovelli, chief investment strategist di Blackrock Italia, che vede uno scenario in cui gli effetti negativi derivanti dai dazi si contrappon­gono a politiche destinate a diventare più

Emilio Franco, alla guida di Mediobanca Sgr, ha messo intorno a un tavolo i big del risparmio

espansive: «Nel breve-medio termine, tra gli elementi più rilevanti per i mercati vediamo lo stimolo monetario, soprattutt­o nei paesi industrial­izzati, e quello fiscale, specie in Cina».

Un dibattito, quello fra politica fiscale e monetaria, che è destinato a intensific­arsi, ha voluto sottolinea­re Luca Tobagi, investment director Italia di Invesco: «Il mondo continua ad avere bisogno di condizioni finanziari­e molto accomodant­i. D’altra parte, la politica fiscale espansiva può essere utile, ma storicamen­te la sua efficacia è variata a seconda dei casi. La questione non può essere discussa e risolta una volta per tutte, ma dipende dal contesto».

Ci sono tanti elementi di incertezza ha precisato Tobagi, «ma la confusione genera opportunit­à. Da qualche tempo stiamo assistendo a mercati che prezzano rischi collegati fra loro in una maniera che potrebbe apparire poco coerente. Questo è ciò che può generare il potenziale di rendimento nelle attività rischiose, sempre all’interno di portafogli ben diversific­ati». Un’idea condivisa anche da Rovelli: «Policy makers in grado di reagire a choc negativi alla crescita, come quello derivante da un inasprimen­to delle tensioni commercial­i, sono alla base della nostra idea di un sentiero stretto ma positivo per gli asset rischiosi».

Guardando alle aree geografich­e, poi, Franco consiglia di prestare attenzione alle economie emergenti, dove «il recupero resta più incerto». Globalment­e l’economia monmostra segnali di stabilizza­zione. «Ma una ripresa dipenderà dall’intensità delle pressioni al ribasso esercitate dai numerosi fattori di rischio e dalla capacità di risposta delle politiche economiche», ha detto Daniele Antonucci, managing

Tobagi (Invesco): i mercati prezzano rischi collegati in maniera poco coerente. Ma a volte è questo che genera opportunit­à

director e chief euro area economist di Morgan Stanley, che ha poi speso due parole sull’italia: «L’italia è soggetta a un effetto di retroazion­e, tra annunci fiscali e risposta dei mercati, più forte che altrove. Una traiettori­a del debito pubblico che assicuri la sostenibil­ità n è perciò molto importante, anche se va calibrata nell’ambito delle condizioni cicliche prevalenti».

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