L'Economia

Nexi ai negozi: più cassa (smart)

I Pos intelligen­ti indicano l’incasso dei concorrent­i e a chi fare sconti. Ma pochi esercenti hanno un terminale

- Di Alessandra Puato

Mentre i pagamenti digitali cominciano ad aumentare a pesare anche in Italia (+12% circa nel 2017-2018, dice Nexi, pari al 25% della spesa contro il 20% di tre anni fa) i fornitori di terminali, i Pos, per carte di credito e bancomat propongono ai negozianti macchine ipertecnol­ogiche. Quelli che Nexi, l’ex Cartasi, lancerà questa settimana promettono addirittur­a di fare il confronto con le vendite della concorrenz­a. L’istituto guidato dall’amministra­tore delegato Paolo Bertoluzzo conta anche su quescale

sto per aumentare la cerchia dei clienti, ora che l’azienda si è quotata in Borsa (+2% dal prezzo di collocamen­to del 16 aprile, dati al 20 giugno) e farà ingresso nell’ftse Mib al posto di Banca Generali (oggi 24 giugno). Soprattutt­o, a ridosso dell’entrata in vigore della nuova legge. Tempistica perfetta.

La platea

Dal primo luglio gli esercenti con un giro d’affari oltre i 400 mila euro saranno obbligati infatti alla trasmissio­ne telematica di ricevute e scontrini e dovranno sostituire, o aggiornare, la cassa a registrato­re telematico entro fine anno. Si calcola siano 352 mila. Per gli altri, che sono 1,748 milioni, dice Nexi, le regole scattano da gennaio. Logico che parta la corsa delle paytech per rifornire i negozianti delle nuove casse, orientate alla riduzione del contante. Quella che l’ex Cartasi presenterà si chiama Nexi Smart Box Cassa (connession­e wi-fi e mobile fino a 4G, gestione digitale delle ricevute, si affianca al dispositiv­o mobile smartpos mini) e si paga a canone: 55 euro al mese il prezzo suggerito (è la banca dell’esercente poi a decidere). «Tanto? No, comprende il canone per il Pos, l’assistenza fie informatic­a, il software di cassa — dice Enrico Trovati, direttore Merchant services & Solutions di Nexi (890 mila negozianti clienti) -. Convenient­e per un negoziante medio, se non ha fatto investimen­ti recenti». La novità? «In un solo dispositiv­o c’è tutto. Il negoziante vede la somma incassata nel periodo di riferiment­o, ha la statistica storica e la media dei concorrent­i». Chi ha una pizzeria a Napoli, per esempio, si vede la media degli incassi dei pizzaioli sotto il Vesuvio. Così può decidere come aumentare le vendite, se fare sconti e a chi, visto che una funzione che registra quanti clienti sono nuovi e quanti no. «Dalla logica contabile si passa a una gestione d’impresa», dice Trovati. Restano da convincere i negozianti, che spesso non hanno il Pos benché sia obbligator­io. «C’è ancora un 25-30% di esercenti così — ammette Trovati —. Ma il mondo di profession­isti e artigiani sta diventando sempre più attento agli incassi elettronic­i, che riducono i rischi di credito. Inoltre sta crescendo il pagamento per via elettronic­a alla pubblica amministra­zione con il servizio Pagopa».

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Borsa Paolo Bertoluzzo, amministra­tore delegato di Nexi

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