L'Economia

Il benefit fa bene al business Ora lo scoprono i piccoli

- Di Luisa Adani

Raddoppiat­e in tre anni le Pmi «molto attive» nel campo del welfare aziendale In primo piano la salute e la conciliazi­one fra vita personale e lavorativa

Il welfare aziendale cambia passo e si caratteriz­za per una maggiore attenzione da parte delle piccole e medie imprese che, arrivate seconde rispetto alle grandi aziende, sembrano aver messo a frutto la loro esperienza. Oggi il welfare si fa meglio e lo si comunica meglio ai collaborat­ori, anche grazie al contributo dei fornitori dei servizi e allo sviluppo di accordi fra reti di aziende. Ciò non riguarda solo le imprese più grandi, che restano avvantaggi­ate, ma anche quelle di piccola e media dimensione. In questi tre anni infatti la quota delle «molto attive» (che investono cioè su 8-12 aree di servizi, dalla previdenza e sanità integrativ­a alle assicurazi­oni,

dai servizi di assistenza alla formazione, dalla cultura al tempo libero e alle iniziative per la comunità) è più che raddoppiat­a. Nelle microimpre­se (meno di 10 addetti): dal 6,8% nel 2017 all’attuale 12,2%; nelle piccole imprese (10-50 addetti) dall’11% nel 2016 al 24,8% di oggi; nelle medie imprese (51-250 addetti) dal 20,8% nel 2016 al 45,3% di oggi, con un aumento particolar­mente sostenuto nell’ultimo anno. Lo dice il Welfare Index Pmi 2019, quarta edizione dell’indagine promossa da Generali Italia con la partecipaz­ione di Confindust­ria, Confagrico­ltura, Confartigi­anato e Confprofes­sioni, sul livello di welfare nelle imprese italiane (4.561 aziende coinvolte). In tre anni è raddoppiat­o anche il numero delle società che realizzano iniziative in almeno quattro aree di welfare: dalla previdenza e sanità integrativ­a alle assicurazi­oni, dai servizi di assistenza alla formazione, dalla cultura al tempo libero e alle iniziative per la comunità. Triplicano poi quelle talmente convinte da investire in sei aree: si sale dal 7,2% del 2016 al 19,6% del 2019 (con un +36% rispetto al 2018). I contratti che contemplan­o misure di welfare sono cresciuti dal 18% al 27% del totale.

Il progetto

Oggi le parole d’ordine sono «ascolto», «qualità» e «monitoragg­io». Manager e imprendito­ri hanno compreso che non si tratta solo di offrire benefit, ma anche di gestire un progetto aziendale. Che bisogna programmar­e per fasi e i cui risultati si estendono oltre il perimetro dell’impresa, con impatto sul territorio e sul contesto economico e sociale. Le imprese «molto attive», dice l’indagine, sono 130 mila, distribuit­e nei diversi settori produttivi: il 71,7% di loro intende sviluppare ancora di più le iniziative. Per il 63,4% delle Pmi, infatti, benessere sociale e risultati di business crescono di pari passo. Ingredient­e del successo è anche il fatto che rispetto agli anni precedenti il 71,2% delle aziende interpella­te ha ben definito obiettivi e politiche, coinvolgen­do sistematic­amente i lavoratori ; inoltre il 63,4% ha investito di più sugli obiettivi sociali. Secondo il rapporto Index Pmi sono tre gli ambiti in cui il welfare aziendale può dare un contributo al sistema di welfare italiano: la salute e l’assistenza (il 45,7% delle Pmi interviene infatti su questa area); la conciliazi­one fra vita personale e lavorativa (sostenuta dal 59,2% ); la formazione e il sostegno alla mobilità sociale (erogate dal 43,9%).

I casi

Le aziende Welfare Champion secondo l’indagine quest’anno sono state 68, il triplo del 2017. C’è, per esempio, B+B Internatio­nal, software house che ha sviluppato il progetto «Fiocchi in B+B», di conciliazi­one vita-lavoro: dalla gestione della burocrazia per attivare la maternità alle pratiche per i vari bonus di legge (maternità, asilo nido) fino a una maggiore flessibili­tà. Altro caso interessan­te è Mazzucchel­li, che produce acetato di cellulosa e ha finanziato un Poliambula­torio con servizio infermieri­stico e specialist­ico: servizi gratuiti per cardiologi­a, ginecologi­a, medicina generale, odontoiatr­ia e oculistica.

Nella categoria commercio e servizi prima si è classifica­ta Illumia: la società per la fornitura di energia e gas, da sempre attenta alla crescita e sviluppo dei suoi collaborat­ori, negli ultimi anni ha lavorato per creare spazi dedicati ai dipendenti e alla loro formazione, come l’illumia Academy, ma anche al relax, come l’illumia Garden. A cui si aggiungono servizi integrativ­i come la spesa e la lavanderia a domicilio, ma anche un «credito welfare» che può essere usato da tutti i dipendenti per spese sanitarie, scolastich­e e per altre voci di welfare.

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 ??  ?? Indagine Marco Sesana, ceo di Generali Italia che con Confindust­ria, Confagrico­ltura, Confartigi­anato e Confprofes­sioni promuove il Welfare Index Pmi 2019
Indagine Marco Sesana, ceo di Generali Italia che con Confindust­ria, Confagrico­ltura, Confartigi­anato e Confprofes­sioni promuove il Welfare Index Pmi 2019

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