A Parigi la pittura informale è da record
Ora la stanza dei bottoni dell’arte internazionale è tutta francese. Dal 1998 Christie’s è saldamente nelle mani del finanziere François Pinault. La scorsa settimana Sotheby’s è stata acquistata (per 3,7 miliardi di dollari) dall’imprenditore franco-israeliano Patrick Drahi. Negli ultimi anni la piazza parigina dell’arte ha incrementato di molto il proprio giro d’affari (anche se sarà impossibile far concorrenza a Londra e New York). Christie’s il 3, 4 e 5 giugno solo con aste di Contemporary ha incassato 28,9 milioni di euro, con il 100% di venduto per la collezione di Anne Tronche. Nelle vendite sono intervenuti offerenti da 27 Paesi del mondo e sono stati stabiliti 4 nuovi record mondiali. Una figura di George Valmier è schizzata a 394 mila euro. Una scultura di Louise Bourgeois si è fermata a 143.750, più di sette volte la sua stima più alta. Nella Evening parigina un capolavoro di Nicolas de Staël, Paesaggio di Vauclusen, proveniente dalla collezione Drue Heinz, è
stato aggiudicato a 2,89 milioni, 4 volte la stima. Ottimi risultati anche per Pierre Soulages (1,81) e Zao Wou-ki (850 mila). Una scultura in bronzo, La Tauromachie, di Germaine Richier è salita a 2,11 milioni. Un Wifredo Lam partito da 700 mila ha fatto 2,29 milioni. Nuovo record mondiale d’asta per Konrad Klapheck con The Dangerous Partner, stimato 100 mila ma battuto a 586 mila. La vendita giornaliera ha realizzato 7,779 milioni con un tasso di venduto del 90 per cento. In questo caso i tre nuovi record testimoniano la crescita costante di interesse verso la pittura informale (storica ed emergente). Un Untitled di André Lanskoy è salito a 286 mila. Una Composition di Thomas Rajlich da 2 mila ha fatto 21.250. Infine un olio e pigmenti (200x230 centimetri) di Marcello Lo Giudice, stimato 40 mila è arrivato all’offerta finale di 150 mila.