SOTTILI SOSTENIBILI LE MOSSE DI PANARIA PER CRESCERE
Mussini: la parola d’ordine è innovare con le opere-trofeo del gruppo dalla Torre Prada all’aeroporto di Singapore fino al padiglione Vaticano alla Biennale. In tre anni investiti 91 milioni di euro
Dalla terrazza della Torre Prada a Milano, all’aeroporto di Singapore, passando per il Bosco Verticale (sempre nel capoluogo meneghino) fino al progetto del primo padiglione della Santa Sede alla Biennale di architettura di Venezia. «I nostri prodotti sono stati scelti per la realizzazione di tutte queste opere architettoniche», spiega Emilio Mussini, presidente di Panariagroup, multinazionale italiana con sede nel modenese specializzata nella produzione e distribuzione di superfici in ceramica, dai pavimenti ai rivestimenti esterni come è il caso del Bosco verticale di Milano, appunto. «Stiamo andando verso i 50 anni di storia — racconta Mussini. Siamo nati nel 1974 e siamo diventati nel corso degli anni uno dei maggiori gruppi italiani a livello mondiale nel settore delle ceramiche».
Nel mondo
A oggi Panariagroup conta oltre 10mila clienti e sei stabilimenti produttivi tre in Italia, due in Portogallo e uno negli Stati Uniti. E una presenza in India grazie a una joint venture stretta con un partner locale, in vista di eventuali stabilizzazioni sul territorio.
Un percorso virtuoso reso possibile anche dai costanti investimenti finalizzati sia a un’innovazione del prodotto, sia all’innovazione degli stessi stabilimenti. Negli ultimi tre anni il gruppo ha investito nel complesso oltre l’8% del fatturato (91,7 milioni di euro), di cui 19,2 milioni solo nel 2018, proseguendo il proprio programma nell’ambito dell’innovazione, il potenziamento e l’efficientamento dei propri impianti industriali. La leggera contrazione dei ricavi a fine 2018 (370,6 milioni) risente del contesto macro-economico non favorevole e riflette l’andamento generale riscontrato dall’intero settore ceramico nelle aree di riferimento del gruppo. E l’impegno sulla sostenibilità è sempre di più al centro delle strategie, come, del resto, emerge nel terzo bilancio di sostenibilità che viene presentato in questi giorni e che certifica il lavoro fatto dai vertici e dal personale del gruppo. Panariagroup è «l’unica azienda nel proprio settore ad avere un Sustainability Report certificato e redatto in conformità ai Gri Standards (Global Reporting Initiative) e, per la prima volta da quest’anno, anche in base alle linee guida del United Nations Global Compact, iniziativa che mira a promuovere la responsabilità sociale delle imprese attraverso l’adesione a dieci principi fondamentali relativi ai diritti umani, al lavoro, all’ambiente e alla lotta alla corruzione».
«Innovare per noi significa puntare sia su un miglioramento estetico del nostro prodotto, sia a un miglioramento tecnologico — spiega Mussini— per contribuire ad una migliore qualità della vita. Abbiamo sviluppato una tecnologia antibatterica che rende decisamente più sicuri e protetti gli ambienti rivestiti con il nostro materiale. In un’ottica di miglioramento tecnologico è in questa direzione che va la decisione di ridurre lo spessore delle nostre lastre, una decisione presa oltre dieci anni fa che sta dando decisamente i suoi frutti».
Quello di ridurre lo spessore delle grandi lastre sottili di due terzi non è solo un dato estetico: significa in concreto minori emissioni, minori consumi di acqua e di energia. E minori impatti di trasporto. «Recuperiamo interamente i nostri scarti di produzione consumando così sempre meno materie prime naturali— prosegue Mussini —. Inoltre, l’acqua che viene impiegata nei processi produttivi, viene completamente riutilizzata: riusciamo a riciclare e riutilizzare il corrispettivo di 160 piscine olimpioniche. La produzione del grès porcellanato a spessore ridotto richiede un fabbisogno di acqua di circa l’80% inferiore rispetto alle piastrelle in grès porcellanato a spessore tradizionale. Il punto è che il settore dell’edilizia è responsabile di una quota pari al 39% delle emissioni di CO2. Dobbiamo quindi fare qualcosa per arginare il problema».