L'Economia

Le azioni delle miniere amplifican­o record e crolli

- P. Gad.

C’è una terza via per scommetter­e sull’oro che prevede l’investimen­to in azioni delle società attive nell’estrazione con fondi o etf azionari, che consentono di prendere posizione su una pluralità di aziende.una delle caratteris­tiche principali delle azioni aurifere è quella di replicare il prezzo dell’oro amplifican­done l’andamento. Vale sia al rialzo che al ribasso: i migliori fondi ed etf azionari specializz­ati hanno reso più del 20%, molto più della materia prima. In certe fasi però, la correlazio­ne con i prezzi del metallo giallo si perde. «Dopo la forte volatilità registrata nel 2016, le azioni delle società di estrazione dell’oro hanno iniziato a seguire più da vicino l’andamento della commodity», spiega Arnaud du Plessis, senior portfolio manager di Cpr am (Amundi). «Rimane un significat­ivo divario tra azioni del settore e la materia prima: basti pensare che dai massimi del settembre 2011, sopra i 1.900 dollari, le azioni hanno perso il 67% del proprio valore contro il 32% dell’oro». La dinamica degli utili si è leggerment­e indebolita, anche a causa dell’aumento dei costi di produzione. «Superata la soglia dei 1.350/1.380 dollari l’oncia, l’interesse degli investitor­i sta tornando», osserva il gestore. Convinto che le azioni del comparto aurifero risultino relativame­nte a buon mercato rispetto alla media degli

ultimi 10 anni. In termini di costi, i migliori fondi azionari hanno spese correnti superiori al 2%, in media, a fronte dello 0,5% per gli strumenti a replica passiva. «Fino alla soglia dei 1.500 dollari, il metallo giallo rimane all’interno di una tendenza ribassista di lungo periodo — segnala Carlo Vallotto, analista della società Metalli-preziosi — Oltre quel livello si aprirebbe la strada per un ulteriore rialzo fino a 1.550 e forse oltre».

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