Azioni, le prime della classe saranno sostenibili
Le aziende in grado di aiutarci ad affrontare i cambiamenti climatici cresceranno nei prossimi 20 anni e diventeranno i leader del futuro
La parola d’ordine è cambiamento. Climatico, ma non solo. È questo il trend del futuro. Non ha dubbi Simon Webber, gestore del fondo Schroder International Selection Fund Global Climate Change Equity di Schroders, che nel mondo vede un particolare allineamento di interesse, «da parte della politica, degli investitori e delle aziende. Oggi, per esempio, l’energia solare è la forma più economica di nuova energia al mondo e i veicoli elettrici, oltre a essere più puliti, stanno diventando accessibili per le persone. Per questo siamo convinti che sia un buon momento per investire nel cambiamento climatico».
Quali sono i principali driver di crescita?
«Abbiamo bisogno di dimezzare le emissioni di gas serra. Un obiettivo che può essere raggiunto nel settore energetico attraverso l’energia rinnovabile e nei trasporti attraverso una maggiore diffusione dei veicoli elettrici. Anche in altre industrie
dovranno essere fatti investimenti mirati, ma saranno queste due grandi tecnologie a fare la differenza. Nel giro dei prossimi 5-10 anni non ci sarà più bisogno di costruire centrali elettriche a combustibili fossili e la maggior parte delle nuove auto saranno veicoli elettrici».
In quali settori oggi si trovano le migliori opportunità?
«Oltre alle energie rinnovabili e ai veicoli elettrici ci sono anche altre aree molto promettenti. Per esempio, i cambiamenti climatici eserciteranno molta pressione sulle risorse idriche. Già oggi, ma in futuro lo sarà ancora di più, c’è un’esigenza molto forte di investimenti nelle infrastrutture idriche per preservare l’acqua, per usarla con più attenzione o parsimonia. Quindi pensiamo che l’acqua sarà un tema di investimento importante. Ma anche i beni forestali saranno risorse sempre più importanti. Le foreste sono fantastici negozi di carbonio e attualmente non sono molto apprezzati, o non sono valutati correttamente. In tutti questi settori ci saranno aziende che diventeranno leader. E noi puntiamo a investire proprio in queste società, nelle migliori della classe.
Come investire in questi trend?
«Sarò di parte, ma ritengo che uno dei migliori prodotti per investire in questi trend sia un fondo comune azionario. Ma ci sono prodotti e prodotti. Alcuni gestori, per esempio, cercano di evitare le industrie in difficoltà. A mio avviso, però, il modo migliore per investire è identificare quelle aziende in grado di aiutarci ad affrontare i cambiamenti climatici; società
che cresceranno nei prossimi 20 anni e che quindi diventeranno i leader del futuro».
Quali sono le caratteristiche del vostro processo di investimento?
«Il nostro processo di investimento si basa su tre step. Il primo passo è creare un universo investibile, un universo di cambiamenti climatici. Il secondo step è trovare le migliori idee di investimento in questo universo. Aziende sottovalutate e che, in base alle nostre analisi, sono ben gestite e hanno buone prospettive. Alla fine scegliamo circa 60 società da inserire in portafoglio, ovvero il 10% dell’universo investibile. Il terzo è la costruzione del portafoglio. Siamo gestori molto attivi; parliamo con le aziende, cerchiamo di capire la loro strategia e ci impegniamo per renderle migliori».
Quali i vantaggi di una strategia attiva? «Ci sono molte aziende con un’attività consolidata che stanno investendo in nuovi prodotti e nuove tecnologie. Noi miriamo a prendere esposizione in questa transizione. Ma non è così semplice individuare società di questo tipo. Con una gestione attiva, però, è possibile».