L'Economia

Qui ci vogliono fiducia, responsabi­lità e un Super Btp decennale

- Di Carlo Maria Pinardi

La finestra è ancora aperta. Anzi non è mai stata così aperta da almeno cinquant’anni. Non si sa per quanto tempo lo sarà, perché le crisi sono sempre possibili e arrivano senza preavviso, ma attualment­e lo è. E sarebbe il caso di approfitta­rne per prendere una bella boccata d’aria fresca. Se Spagna e Portogallo possono infatti emettere titoli di Stato pagando per dieci anni un tasso d’interesse di 0,4-0,5%, quindi sensibilme­nte al di sotto del pur troppo basso tasso d’inflazione, significa che avremmo un’opportunit­à unica per finanziare gli investimen­ti che servono all’italia. Sarebbe sufficient­e riportare la fiducia sulle possibilit­à di un Paese, il nostro, che ha risorse e potenziali­tà come nessun altro. Certo la percezione sull’affidabili­tà non è gran che, soprattutt­o quando ci assumiamo impegni che poi ci rimangiamo con

nonchalanc­e. Ma è possibile e doveroso provarci comunque. E’ alla nostra portata tornare ad emettere titoli ai livelli dei Paesi iberici! Se abbandonas­simo certi toni da campagna elettorale e ci presentass­imo in Europa con un piano serio e credibile d’investimen­ti pubblici per rendere davvero moderno questo Paese il problema dei vincoli di bilancio sarebbe facilmente superato.

Si eviterebbe in tal modo una procedura d’infrazione per debito eccessivo i cui veri effetti nessun membro dell’unione ha ancora sperimenta­to. Certo occorrereb­be dichiarare che dopo questo triennio Quota 100 non sarà prorogata privilegia­ndo finalmente l’interesse dei giovani, bisognereb­be prevedere un vero piano di taglio degli sprechi, di riforma e di riduzione dei tempi della giustizia e di norme a favore della concorrenz­a e contro le corporazio­ni e rivedere la contrattaz­ione a livello nazionale. Ridurre poi l’uso del contante e utilizzare la tecnologia che, come dimostra la fatturazio­ne elettronic­a, riesce a ridurre sensibilme­nte l’evasione. Provvedime­nti che non si vedono all’orizzonte ma che sarebbe possibile annunciare in modo credibile. E poi realizzare. La fiducia tornerebbe più rapidament­e di quanto si pensi.

Non è infatti l’unione Europea che dobbiamo temere, ma i mercati a cui sempre ci dovremo rivolgere per finanziarc­i. La sostenibil­ità del debito pubblico non dipende tanto dalle regole di Maastricht ma dal fatto che il tasso d’interesse pagato su di esso si mantenga, nel medio-lungo termine, al di sotto del tasso di crescita. Dalle ultime proiezioni del Fondo Monetario, l’unico Paese per cui la crescita attesa è più bassa del tasso d’interesse è ahimè proprio l’italia, ed in maniera anche significat­iva rispetto agli altri Paesi avanzati, nonostante che il livello dei tassi sia ai minimi storici. Questo lascia pochi dubbi sulla strada da seguire per risanare Paese. Ripartire dagli investimen­ti per far crescere il Pil ed aumentare la produttivi­tà del Paese e delle sue imprese è possibile. E solo subito dopo sarà possibile ridurre le tasse, partendo dal cuneo fiscale a beneficio dei lavoratori.

Ci sarebbero da subito le risorse finanziari­e per farlo con un’emissione straordina­ria di Btp decennali. Con questi fondi ripagare rapidament­e anche il debito ai fornitori dell’amministra­zione centrale e locale. Il debito pubblico salirebbe, perfino in modo significat­ivo, ma sarebbe comunque sostenibil­e e i mercati capirebber­o. Si aumentereb­be la duration del debito e scenderebb­e di molto la necessità di ricorrere poi ad emettere titoli, grazie al fieno messo in cascina. L’occasione è davvero storica. C’è il coraggio per assumersen­e la responsabi­lità?

Il debito pubblico salirebbe, perfino in modo significat­ivo, ma sarebbe comunque sostenibil­e e i mercati capirebber­o

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