Qui ci vogliono fiducia, responsabilità e un Super Btp decennale
La finestra è ancora aperta. Anzi non è mai stata così aperta da almeno cinquant’anni. Non si sa per quanto tempo lo sarà, perché le crisi sono sempre possibili e arrivano senza preavviso, ma attualmente lo è. E sarebbe il caso di approfittarne per prendere una bella boccata d’aria fresca. Se Spagna e Portogallo possono infatti emettere titoli di Stato pagando per dieci anni un tasso d’interesse di 0,4-0,5%, quindi sensibilmente al di sotto del pur troppo basso tasso d’inflazione, significa che avremmo un’opportunità unica per finanziare gli investimenti che servono all’italia. Sarebbe sufficiente riportare la fiducia sulle possibilità di un Paese, il nostro, che ha risorse e potenzialità come nessun altro. Certo la percezione sull’affidabilità non è gran che, soprattutto quando ci assumiamo impegni che poi ci rimangiamo con
nonchalance. Ma è possibile e doveroso provarci comunque. E’ alla nostra portata tornare ad emettere titoli ai livelli dei Paesi iberici! Se abbandonassimo certi toni da campagna elettorale e ci presentassimo in Europa con un piano serio e credibile d’investimenti pubblici per rendere davvero moderno questo Paese il problema dei vincoli di bilancio sarebbe facilmente superato.
Si eviterebbe in tal modo una procedura d’infrazione per debito eccessivo i cui veri effetti nessun membro dell’unione ha ancora sperimentato. Certo occorrerebbe dichiarare che dopo questo triennio Quota 100 non sarà prorogata privilegiando finalmente l’interesse dei giovani, bisognerebbe prevedere un vero piano di taglio degli sprechi, di riforma e di riduzione dei tempi della giustizia e di norme a favore della concorrenza e contro le corporazioni e rivedere la contrattazione a livello nazionale. Ridurre poi l’uso del contante e utilizzare la tecnologia che, come dimostra la fatturazione elettronica, riesce a ridurre sensibilmente l’evasione. Provvedimenti che non si vedono all’orizzonte ma che sarebbe possibile annunciare in modo credibile. E poi realizzare. La fiducia tornerebbe più rapidamente di quanto si pensi.
Non è infatti l’unione Europea che dobbiamo temere, ma i mercati a cui sempre ci dovremo rivolgere per finanziarci. La sostenibilità del debito pubblico non dipende tanto dalle regole di Maastricht ma dal fatto che il tasso d’interesse pagato su di esso si mantenga, nel medio-lungo termine, al di sotto del tasso di crescita. Dalle ultime proiezioni del Fondo Monetario, l’unico Paese per cui la crescita attesa è più bassa del tasso d’interesse è ahimè proprio l’italia, ed in maniera anche significativa rispetto agli altri Paesi avanzati, nonostante che il livello dei tassi sia ai minimi storici. Questo lascia pochi dubbi sulla strada da seguire per risanare Paese. Ripartire dagli investimenti per far crescere il Pil ed aumentare la produttività del Paese e delle sue imprese è possibile. E solo subito dopo sarà possibile ridurre le tasse, partendo dal cuneo fiscale a beneficio dei lavoratori.
Ci sarebbero da subito le risorse finanziarie per farlo con un’emissione straordinaria di Btp decennali. Con questi fondi ripagare rapidamente anche il debito ai fornitori dell’amministrazione centrale e locale. Il debito pubblico salirebbe, perfino in modo significativo, ma sarebbe comunque sostenibile e i mercati capirebbero. Si aumenterebbe la duration del debito e scenderebbe di molto la necessità di ricorrere poi ad emettere titoli, grazie al fieno messo in cascina. L’occasione è davvero storica. C’è il coraggio per assumersene la responsabilità?
Il debito pubblico salirebbe, perfino in modo significativo, ma sarebbe comunque sostenibile e i mercati capirebbero