L'Economia

Il mondo sta frenando, meglio navigare a vista

- Gabriele Petruccian­i

I tagli dei tassi sono ritornati nell’agenda delle banche centrali. Buone opportunit­à in Australia che potrebbe andare controcorr­ente

C’è un’evidente disparità tra i segnali dati dai mercati azionari e obbligazio­nari nel corso dell’anno. Entrambi hanno registrato un rally: i mercati azionari hanno ripreso gran parte delle perdite del quarto trimestre, mentre i mercati dei titoli di Stato hanno beneficiat­o di rendimenti più bassi. «Ma dai fondamenta­li economici emerge un outlook globale sottotono — avverte Ariel Bezalel, gestore del fondo Jupiter Dynamic Bond di Jupiter Asset Management —. L’economia cinese ha continuato a rallentare e i Paesi limitrofi hanno avuto un periodo di debolezza con una riduzione su base annua delle esportazio­ni di Taiwan, Corea del Sud e Singapore». A questo si aggiunge un’attività economica che è rallentata anche in Europa. «Analizzand­o poi nel dettaglio il rally del mercato azionario, notiamo che i settori ciclici, come energia, industria, materiali e finanza, hanno tutti sottoperfo­rmato

— puntualizz­a Bezalel —. Il che suggerisce che stanno riflettend­o le preoccupaz­ioni macro segnalate dai mercati obbligazio­nari». E non è tutto.

Il gestore di Jupiter Am invita anche a tenere d’occhio le curve dei rendimenti, il cui appiattime­nto, o inversione (storicamen­te ha portato nell’85% dei casi a una recessione), è ormai un problema globale per le banche centrali, con Canada, Australia, Nuova Zelanda e Germania che si uniscono agli Stati Uniti, indicando dei tagli dei tassi.

«In questo contesto, continuiam­o a posizionar­e il portafogli­o in modo difensivo in vista di un ulteriore rallentame­nto della crescita e nella prospettiv­a che l’economia globale si troverà in difficoltà sotto il peso di un eccessivo indebitame­nto e di un peggiorame­nto del profilo demografic­o, soprattutt­o nei Paesi sviluppati— aggiunge ancora Bezalel —. Da molto tempo crediamo che le crescenti preoccupaz­ioni sul rallentame­nto globale porteranno inevitabil­mente alla fine del Quantitati­ve Tightening negli Stati Uniti e che i tagli nei tassi potrebbero tranquilla­mente essere in agenda nella seconda parte del 2019».

Le scelte

Lato obbligazio­nario, Bezalel consiglia di puntare in primis sui Treasury e poi, in maniera opportunis­tica, sul debito emergente: «Per via del rallentame­nto della crescita a livello globale e dei livelli record del debito di famiglie e imprese negli Stati Uniti, nonché dell’appiattime­nto della curva dei rendimenti, continuiam­o ad adottare un approccio ad alta convinzion­e sui Treasury, cercando di evitare i rischi. Inoltre, continuiam­o a sfruttare il nostro orizzonte globale per rintraccia­re opportunit­à di rendimento attraenti. Di recente, abbiamo investito in maniera opportunis­tica in alcune aree dei mercati emergenti, per esempio sui titoli a breve scadenza in Argentina e su settori difensivi nell’universo high yield, come il comparto sanitario negli Stati Uniti, anche se, al punto in cui ci troviamo del ciclo economico, siamo consapevol­i della necessità di bilanciare il potenziale al rialzo con i sempre maggiori rischi al ribasso».

Particolar­mente interessan­te, poi, è la situazione dell’australia. «Crediamo che una stretta creditizia, seppur lenta, potrebbe verificars­i in Australia, e potrebbe anche peggiorare considerev­olmente nei prossimi 12 mesi, rendendo attraenti i titoli di Stato».

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Idee Ariel Bezalel, gestore del fondo Jupiter Dynamic Bond di Jupiter asset management

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