Il mondo sta frenando, meglio navigare a vista
I tagli dei tassi sono ritornati nell’agenda delle banche centrali. Buone opportunità in Australia che potrebbe andare controcorrente
C’è un’evidente disparità tra i segnali dati dai mercati azionari e obbligazionari nel corso dell’anno. Entrambi hanno registrato un rally: i mercati azionari hanno ripreso gran parte delle perdite del quarto trimestre, mentre i mercati dei titoli di Stato hanno beneficiato di rendimenti più bassi. «Ma dai fondamentali economici emerge un outlook globale sottotono — avverte Ariel Bezalel, gestore del fondo Jupiter Dynamic Bond di Jupiter Asset Management —. L’economia cinese ha continuato a rallentare e i Paesi limitrofi hanno avuto un periodo di debolezza con una riduzione su base annua delle esportazioni di Taiwan, Corea del Sud e Singapore». A questo si aggiunge un’attività economica che è rallentata anche in Europa. «Analizzando poi nel dettaglio il rally del mercato azionario, notiamo che i settori ciclici, come energia, industria, materiali e finanza, hanno tutti sottoperformato
— puntualizza Bezalel —. Il che suggerisce che stanno riflettendo le preoccupazioni macro segnalate dai mercati obbligazionari». E non è tutto.
Il gestore di Jupiter Am invita anche a tenere d’occhio le curve dei rendimenti, il cui appiattimento, o inversione (storicamente ha portato nell’85% dei casi a una recessione), è ormai un problema globale per le banche centrali, con Canada, Australia, Nuova Zelanda e Germania che si uniscono agli Stati Uniti, indicando dei tagli dei tassi.
«In questo contesto, continuiamo a posizionare il portafoglio in modo difensivo in vista di un ulteriore rallentamento della crescita e nella prospettiva che l’economia globale si troverà in difficoltà sotto il peso di un eccessivo indebitamento e di un peggioramento del profilo demografico, soprattutto nei Paesi sviluppati— aggiunge ancora Bezalel —. Da molto tempo crediamo che le crescenti preoccupazioni sul rallentamento globale porteranno inevitabilmente alla fine del Quantitative Tightening negli Stati Uniti e che i tagli nei tassi potrebbero tranquillamente essere in agenda nella seconda parte del 2019».
Le scelte
Lato obbligazionario, Bezalel consiglia di puntare in primis sui Treasury e poi, in maniera opportunistica, sul debito emergente: «Per via del rallentamento della crescita a livello globale e dei livelli record del debito di famiglie e imprese negli Stati Uniti, nonché dell’appiattimento della curva dei rendimenti, continuiamo ad adottare un approccio ad alta convinzione sui Treasury, cercando di evitare i rischi. Inoltre, continuiamo a sfruttare il nostro orizzonte globale per rintracciare opportunità di rendimento attraenti. Di recente, abbiamo investito in maniera opportunistica in alcune aree dei mercati emergenti, per esempio sui titoli a breve scadenza in Argentina e su settori difensivi nell’universo high yield, come il comparto sanitario negli Stati Uniti, anche se, al punto in cui ci troviamo del ciclo economico, siamo consapevoli della necessità di bilanciare il potenziale al rialzo con i sempre maggiori rischi al ribasso».
Particolarmente interessante, poi, è la situazione dell’australia. «Crediamo che una stretta creditizia, seppur lenta, potrebbe verificarsi in Australia, e potrebbe anche peggiorare considerevolmente nei prossimi 12 mesi, rendendo attraenti i titoli di Stato».