Quartieri in movimento
I buoni risultati del 2018 spingono gli enti a nuovi investimenti per continuare ad espandersi. In Italia e all’estero
In un 2018 segnato da una crescita significativa del comparto, con risultati positivi in particolare per le manifestazioni di livello internazionale svolte nel nostro Paese, i principali quartieri fieristici italiani hanno chiuso bilanci in nero e con una buona marginalità. Il fatturato consolidato di Bolognafiere è salito del 35,5% a quota 170,8 milioni di euro, mentre l’utile netto ha raggiunto i 10,9 milioni (+22,5%). Nel 2019 il giro d’affari dovrebbe toccare i 180 milioni mantenendo una buona marginalità. «I ribilancio
sultati di bilancio ottenuti negli ultimi tre anni ci permettono di pianificare per il futuro una serie di interventi finalizzati ad accelerare la crescita organica del gruppo e a diversificare il business anche grazie ad operazioni di mercato», spiega il presidente Gianpiero Calzolari.
I comparti
Bolognafiere è impegnata «ad aumentare l’operatività del quartiere ospitando un numero maggiore di manifestazioni e a incrementare l’offerta internazionale, che già oggi vale il 25% del fatturato, sfruttando la struttura che negli ultimi anni ha accompagnato lo sviluppo di Cosmoprof nel mondo e la nostra esperienza nei settori del pet food e dell’editoria per ragazzi, presidiati con le manifestazioni Zoomark International e Bologna Children’s Book Fair». Fiera Milano ha posto fine al 2018 con ricavi pari a 247,2 milioni di euro e un utile di 18,6 milioni, in forte miglioramento rispetto all’esercizio 2017 e con una percentuale sul fatturato che è salita al 7,5%. Tanto che per il 2019 il gruppo ha alzato le stime sui margini, previsti fra i 36 e i 40 milioni, contro un obiettivo di 31-33 milioni del piano strategico 20182022.
A giugno Italian Exhibition Group ha fatto il suo ingresso sul listino Mta di Borsa Italiana. In fase di collocamento, la società nata dalla fusione tra Fiera di Vicenza e Fiera di Rimini, reduce da un 2018 con un fatturato di circa 160 milioni (+22,2%) e un risultato netto di 10,8 milioni, ha raccolto 19,9 milioni. Le risorse serviranno per sostenere il piano di investimenti nei quartiere di Rimini e Vicenza e il percorso di espansione all’estero. I ricavi di Gruppo Veronafiere hanno raggiunto lo scorso anno i 92,8 milioni, un ebitda di 13,9 milioni e un risultato netto positivo per 2,8 milioni, contro i 200 mila euro del 2017. Nel piano industriale 2019-2022 la società ha messo a budget 105 milioni di investimenti per il miglioramento delle infrastrutture del quartiere, per il lancio in Italia e all’estero di nuove manifestazioni e per il potenziamento di servizi quali la ristorazione, la digital transformation e gli allestimenti. Archiviato il 2018 con un fatturato di 41 milioni e un ebitda di 9 milioni, Fiere di Parma continua a puntare sulla digitalizzazione e sull’internazionalizzazione. Grazie alla partnership pluriennale con Fiera di Colonia, la società ha dato vita a una piattaforma che raccoglie circa 5.000 aziende espositrici. In questo modo, spiega il ceo Antonio Cellie, «Fiere di Parma intende operare sempre di più anche come una piattaforma digitale di ecommerce e di incontro a livello globale tra le aziende e i buyer». In vista ora nuove joint venture industriali ed acquisizioni mirate «procedendo però con prudenza per evitare di far correre rischi ai nostri azionisti».