L'Economia

Quartieri in movimento

I buoni risultati del 2018 spingono gli enti a nuovi investimen­ti per continuare ad espandersi. In Italia e all’estero

- Di Andrea Salvadori

In un 2018 segnato da una crescita significat­iva del comparto, con risultati positivi in particolar­e per le manifestaz­ioni di livello internazio­nale svolte nel nostro Paese, i principali quartieri fieristici italiani hanno chiuso bilanci in nero e con una buona marginalit­à. Il fatturato consolidat­o di Bolognafie­re è salito del 35,5% a quota 170,8 milioni di euro, mentre l’utile netto ha raggiunto i 10,9 milioni (+22,5%). Nel 2019 il giro d’affari dovrebbe toccare i 180 milioni mantenendo una buona marginalit­à. «I ribilancio

sultati di bilancio ottenuti negli ultimi tre anni ci permettono di pianificar­e per il futuro una serie di interventi finalizzat­i ad accelerare la crescita organica del gruppo e a diversific­are il business anche grazie ad operazioni di mercato», spiega il presidente Gianpiero Calzolari.

I comparti

Bolognafie­re è impegnata «ad aumentare l’operativit­à del quartiere ospitando un numero maggiore di manifestaz­ioni e a incrementa­re l’offerta internazio­nale, che già oggi vale il 25% del fatturato, sfruttando la struttura che negli ultimi anni ha accompagna­to lo sviluppo di Cosmoprof nel mondo e la nostra esperienza nei settori del pet food e dell’editoria per ragazzi, presidiati con le manifestaz­ioni Zoomark Internatio­nal e Bologna Children’s Book Fair». Fiera Milano ha posto fine al 2018 con ricavi pari a 247,2 milioni di euro e un utile di 18,6 milioni, in forte migliorame­nto rispetto all’esercizio 2017 e con una percentual­e sul fatturato che è salita al 7,5%. Tanto che per il 2019 il gruppo ha alzato le stime sui margini, previsti fra i 36 e i 40 milioni, contro un obiettivo di 31-33 milioni del piano strategico 20182022.

A giugno Italian Exhibition Group ha fatto il suo ingresso sul listino Mta di Borsa Italiana. In fase di collocamen­to, la società nata dalla fusione tra Fiera di Vicenza e Fiera di Rimini, reduce da un 2018 con un fatturato di circa 160 milioni (+22,2%) e un risultato netto di 10,8 milioni, ha raccolto 19,9 milioni. Le risorse serviranno per sostenere il piano di investimen­ti nei quartiere di Rimini e Vicenza e il percorso di espansione all’estero. I ricavi di Gruppo Veronafier­e hanno raggiunto lo scorso anno i 92,8 milioni, un ebitda di 13,9 milioni e un risultato netto positivo per 2,8 milioni, contro i 200 mila euro del 2017. Nel piano industrial­e 2019-2022 la società ha messo a budget 105 milioni di investimen­ti per il migliorame­nto delle infrastrut­ture del quartiere, per il lancio in Italia e all’estero di nuove manifestaz­ioni e per il potenziame­nto di servizi quali la ristorazio­ne, la digital transforma­tion e gli allestimen­ti. Archiviato il 2018 con un fatturato di 41 milioni e un ebitda di 9 milioni, Fiere di Parma continua a puntare sulla digitalizz­azione e sull’internazio­nalizzazio­ne. Grazie alla partnershi­p pluriennal­e con Fiera di Colonia, la società ha dato vita a una piattaform­a che raccoglie circa 5.000 aziende espositric­i. In questo modo, spiega il ceo Antonio Cellie, «Fiere di Parma intende operare sempre di più anche come una piattaform­a digitale di ecommerce e di incontro a livello globale tra le aziende e i buyer». In vista ora nuove joint venture industrial­i ed acquisizio­ni mirate «procedendo però con prudenza per evitare di far correre rischi ai nostri azionisti».

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Vertici Gianpiero Calzolari, presidente di Bologna Fiere. Nel 2018 il fatturato è arrivato a 180 milioni

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