L'Economia

IL SOGNO REALIZZATO: INIZIARE A 14 ANNIE A 51 AVERE 470 MILA DIPENDENTI

- Di Maria Teresa Cometto

Dal primo settembre sarà la prima ceo donna di Accenture, gigante della consulenza globale Figlia di un carrozzier­e e di un’estetista, diventa avvocato e partner del prestigios­o Cravath di New York Prima di essere scelta come numero uno si è costruita una competenza tecnologic­a, coltivando­la senza sosta Si batte da sempre per la diversità di genere: nell’azienda, con 470 mila dipendenti, le presenze femminili sono al 42%

«Sono scoppiata a piangere quando, appena due settimane prima della riunione nell’autunno 1999 in cui sarei stata eletta partner — la nona donna ad ottenere questa posizione in quasi 200 anni di attività del prestigios­o studio legale in cui lavoravo — mi chiesero se avevo mai subito pregiudizi». Certo che sì. L’ha raccontato Julie Sweet nel discorso ai giovani che lo scorso maggio hanno ottenuto l’mba all’università del Texas. Sweet, 51 anni, una delle «donne più potenti al mondo» secondo la classifica di Fortune e appena nominata amministra­tore delegato (ceo) della società di consulenza gloè

bale Accenture, non ha paura di mettersi a nudo. Anzi, la trasparenz­a è uno dei valori importanti per un leader secondo lei.

E così ha spiegato che si era messa a piangere e singhiozza­re davanti ai colleghi — quasi tutti maschi — perché, durante una sessione di training sui pregiudizi inconsci, per esempio contro le donne al lavoro, le avevano chiesto se ne era mai stata vittima. Il ricordare quanto era stato duro far carriera le aveva fatto venire il groppo in gola e impedito di rispondere. «In quel momento ho deciso che mi sarei battuta per migliorare la situazione delle altre donne dopo di me», ha sottolinea­to Sweet.

L’impegno per la diversità — di genere, di razza, di orientamen­to sessuale e di ogni altro tipo — Sweet lo porta avanti da allora, convinta che faccia bene anche ai profitti. In particolar­e quando, nel 2015, è diventata ceo di Accenture Nord America ha posto l’obiettivo di assumere il 40% di donne e arrivare ad avere la parità di genere — 50% di donne — fra tutti i dipendenti e il 25% di donne fra i manager. Già ora le donne sono il 42% di tutti i 470.000 lavoratori di Accenture. Lei è la prima donna a guidare questo colosso della consulenza che vale 130 miliardi di dollari a Wall Street e conta su quasi mezzo milione di profession­isti in 120 Paesi. Con lei le donne ceo delle maggiori aziende quotate in America, quelle dell’indice S&P500, sono arrivate a 27, un po’ meglio di un anno fa ma ancora solo il 5% del totale.

In Accenture Sweet era entrata nel 2010, dopo 17 anni di lavoro come avvocato d’affari nello studio legale più prestigios­o di Wall Street, Crawath, Swaine Moore. La sua fortuna se l’è fatta tutta da sé, partendo da origini molto umili. Nata e cresciuta nella città di Tustin in California, suo papà non aveva finito le medie superiori e per vivere verniciava automobili; la mamma all’inizio faceva l’estetista e poi per cercare di crearsi un diverso futuro si è iscritta al college e si laureata quando la figlia è andata al college. Sweet ricorda che da ragazzina aveva solo un paio di pantaloni e un paio di scarpe perché i genitori gliene compravano di nuovi solo quando cresceva di una taglia. Per pagarsi da sola i vestiti ha cominciato a lavorare a 14 anni, all’ufficio prenotazio­ni di un teatro. «Mi sono resa conto presto di dover andare controcorr­ente ed essere la migliore per poter aiutare economicam­ente la mia famiglia», ha raccontato Sweet a Huffpost. E per emergere non ha avuto paura di esplorare terreni sconosciut­i. Quando nel 1988 era al Claremont Mckenna college (California) e doveva studiare una lingua straniera, mentre tutti sceglievan­o francese o giapponese, lei ha optato per il mandarino e per impararlo bene è andata a vivere un anno a Pechino e Taiwan. «Quell’esperienza mi ha dato un’incredibil­e fiducia in me stessa», sottolinea. Laureata, Sweet ha deciso di diventare avvocato e nel 1992 ha ottenuto un dottorato in Legge alla Columbia Law School di New York. È stata subito assunta da Crawath, dove non c’erano quasi donne, usando questa mancanza di diversità per emergere: «Se sei brava e donna ti si nota di più», commenta. Quando poi 43 anni, madre di due bimbe e già affermata, ha ricevuto la telefonata di un cacciatore di teste che le offriva di passare ad Accenture, non ci ha pensato su troppo, anche se a Wall Street si dice che «nessuno abbandona Crawath».

Il salto

«Se fossi rimasta, sapevo quale sarebbe stato il mio futuro — ha spiegato Sweet alla conferenza New Rules summit del New York Times —. Ma avrebbe significat­o smettere di accettare sfide e imparare. Credo nel motto scritto su una targa che mi ha regalato mio marito: se i tuoi sogni non ti spaventano, non sono abbastanza grandi». Il suo primo ruolo in Accenture è stato come responsabi­le degli affari legali. Ma sapendo che il cuore della consulenza di questa azienda è la tecnologia e non avendo grandi conoscenze in questo campo, Sweet ha chiamato il responsabi­le del business tecnologic­o in India, Bhaskar Ghosh, per chiedergli di aiutarla a imparare. Per i successivi 18 mesi ha seguito lezioni settimanal­i di high-tech con Ghosh o un altro esperto e tuttora si mette in agenda sessioni trimestral­i di aggiorname­nto. Mai smettere di studiare, essere curiosi e aggiornars­i, è infatti uno degli imperativi di Sweet. E grazie a questo è diventata così competente che nel 2015 è stata promossa ceo di Accenture Nord America, che vale un fatturato di 18 miliardi di dollari, quasi la metà del totale e ha per clienti il 70% delle aziende della lista Fortune 500, dalla catena internazio­nale di hotel Marriott alla multinazio­nale di servizi per l’industria petrolifer­a Halliburto­n.

Il lavoro di Accenture è sempre più focalizzat­o sull’aiutare queste grandi aziende ad adottare nuove tecnologie come l’intelligen­za artificial­e e il cloud computing. «Ai nostri clienti diciamo: il mondo attorno a voi si sta rivoluzion­ando, noi faremo innovazion­e insieme a voi», spiega Sweet, che dentro Accenture ha guidato la creazione di una serie di centri dell’innovazion­e, da San Francisco a New York. Assumerà il ruolo di ceo il primo settembre, al posto di Pierre Nanterme, scomparso in gennaio. Il ceo ad interim David Rowland diventerà presidente esecutivo. Sweet fa anche parte del comitato esecutivo del Business Roundtable, una Confindust­ria americana, dove presiede il comitato su Tecnologia, Internet e innovazion­e.

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Julie Sweet ceo di Accenture

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