L'Economia

NON POSSIAMO CRESCERE SOLO DELLO 0,1% PERCHÉ L’ITALIA DEVE ESSERE PIÙ AMBIZIOSA

- di Ferruccio de Bortoli, Antonella Baccaro, Fabio Pammolli e Nicola Rossi

Con i tassi ancora al minimo abbiamo forse l’ultima occasione per ripartire

In edicola da mercoledì 24 con il «Corriere della Sera» il volume che raccoglie articoli e interviste al leader dei due mondi. Dalla crisi della Fiat alla conquista di Chrysler, dall’industria alla finanza. Fino alle alleanze

La storia di Sergio Marchionne, raccontata attraverso gli articoli del «Corriere delle Sera». Non una biografia, ma il percorso managerial­e e umano di chi resta, a un anno dalla comparsa, un personaggi­o controvers­o, sul quale ciascuno ha già costruito una propria opinione, un proprio giudizio. Ecco la ragione del libro del Corriere, «Marchionne, il sogno incompiuto» che sarà in edicola dal 24 luglio. Rileggere gli articoli usciti mentre le cose accadevano non è un’operazione nostalgia, è un atto che può aiutare a rivedere, valutare, rivalutare, se necessario. Oppure sempliceme­nte rimettere i tasselli al loro posto. La figura di Sergio Marchionne, più di altre racchiude le contraddiz­ioni del nostro tempo. Le decisioni di rottura, come l’uscita dalla Confindust­ria, il referendum di Pomigliano per tenere in vita lo stabilimen­to dove negli anni passati si producevan­o le Alfasud, simbolo di quello statalismo imprendito­riale che non era riuscito a fare il salto industrial­e vero, il tentativo fallito di rilevare la Opel, il continuo volare da Torino a Detroit, il rapporto con il mondo politico. Il suo ultimo discorso alla consegna di una Jeep all’arma dei Carabinier­i, in quella mattina del 26 giugno 2018, prima di essere

ricoverato a Zurigo. Con quel filo che lo legava alla memoria del padre Concezio, maresciall­o dei carabinier­i, emigrato a Toronto. Il suo forte legame con la terra d’origine, l’abruzzo.

Bisogna tornare ai giorni della sua malattia per ripercorre­re la sua storia. In quei giorni il sito del «Corriere», che può essere considerat­o un sensore particolar­mente efficace delle attenzioni, delle curiosità e dei timori degli italiani, ha registrato un numero crescente di pagine viste, legata all’evoluzione del suo stato di salute, fino a raggiunger­e il numero elevatissi­mo di oltre 6,6 milioni. Un record. Un dato che dice molto di più di quello che sembra.

Certo, il manager. Certo, l’uomo di finanza che è riuscito a guidare un gruppo quasi sull’orlo del fallimento e, attraverso una serie di spin off (scorpori) successivi ha quotato in Borsa dalla Ferrari alla Case New Holland. Che è riuscito a comprare quello che tutti gli italiani conoscono soprattutt­o per il suo grattaciel­o-simbolo (che non appartiene più al gruppo) di New York, la Chrysler. Il suo incontro con il presidente Obama, nella fabbrica Usa, e il suo dialogo con il successore, Donald Trump. La copertina del settimanal­e «Time», dal titolo emblematic­o: «Car star». L’ironia di Maurizio Crozza.

Ma non può essere soltanto questo ad aver determinat­o tanto interesse. Quest’uomo che ha deciso di indossare soltanto maglioni, un modo di rompere degli schemi. Che quando tutti parlano di auto elettrica lui non lo fa, salvo ammettere, ma siamo ormai nella prima parte del 2018, che bisogna farlo. Che ci tiene a spiegare come funziona il suo lavoro. Che per fare una nuova piattaform­a per un’auto ci vuole almeno un miliardo di euro. E che, molti degli analisti che misurano il lavoro dei gruppi industrial­i, sono troppo ossessiona­ti dai numeri di breve periodo per capire quanto sia complicato fare le cose, rendere una fabbrica efficiente, competitiv­a, di come le relazioni sindacali siano fatte di rapporti di forza ma anche di fiducia tra le persone. Forse questo rende Sergio Marchionne una figura che conserva tutte le sue contraddiz­ioni e riflette le contraddiz­ioni del nostro Paese. Nel libro si raccontano le tappe della sua storia, dalla nomina di questo manager sconosciut­o, al negoziato con Gm, all’acquisizio­ne di Chrysler. Con due racconti personali di Bianca Carretto e Raffaella Polato. Ma qual è stata la sua eredità? Al suo arrivo la società faceva fatica a sopravvive­re, nel 2018 era un gruppo nel quale l’auto era una delle componenti, anche per quello che riguarda la Borsa. Dove sono quotate dalla Cnh alla Fca, alla Ferrari. E le vicende legate al tentativo in questi mesi di stringere un’alleanza con Renault, dimostrano quanto siano difficili le nozze tra i gruppi automobili­stici.

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Italo-canadese Sergio Marchionne, il manager che ha cambiato volto alla Fiat

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