NON POSSIAMO CRESCERE SOLO DELLO 0,1% PERCHÉ L’ITALIA DEVE ESSERE PIÙ AMBIZIOSA
Con i tassi ancora al minimo abbiamo forse l’ultima occasione per ripartire
In edicola da mercoledì 24 con il «Corriere della Sera» il volume che raccoglie articoli e interviste al leader dei due mondi. Dalla crisi della Fiat alla conquista di Chrysler, dall’industria alla finanza. Fino alle alleanze
La storia di Sergio Marchionne, raccontata attraverso gli articoli del «Corriere delle Sera». Non una biografia, ma il percorso manageriale e umano di chi resta, a un anno dalla comparsa, un personaggio controverso, sul quale ciascuno ha già costruito una propria opinione, un proprio giudizio. Ecco la ragione del libro del Corriere, «Marchionne, il sogno incompiuto» che sarà in edicola dal 24 luglio. Rileggere gli articoli usciti mentre le cose accadevano non è un’operazione nostalgia, è un atto che può aiutare a rivedere, valutare, rivalutare, se necessario. Oppure semplicemente rimettere i tasselli al loro posto. La figura di Sergio Marchionne, più di altre racchiude le contraddizioni del nostro tempo. Le decisioni di rottura, come l’uscita dalla Confindustria, il referendum di Pomigliano per tenere in vita lo stabilimento dove negli anni passati si producevano le Alfasud, simbolo di quello statalismo imprenditoriale che non era riuscito a fare il salto industriale vero, il tentativo fallito di rilevare la Opel, il continuo volare da Torino a Detroit, il rapporto con il mondo politico. Il suo ultimo discorso alla consegna di una Jeep all’arma dei Carabinieri, in quella mattina del 26 giugno 2018, prima di essere
ricoverato a Zurigo. Con quel filo che lo legava alla memoria del padre Concezio, maresciallo dei carabinieri, emigrato a Toronto. Il suo forte legame con la terra d’origine, l’abruzzo.
Bisogna tornare ai giorni della sua malattia per ripercorrere la sua storia. In quei giorni il sito del «Corriere», che può essere considerato un sensore particolarmente efficace delle attenzioni, delle curiosità e dei timori degli italiani, ha registrato un numero crescente di pagine viste, legata all’evoluzione del suo stato di salute, fino a raggiungere il numero elevatissimo di oltre 6,6 milioni. Un record. Un dato che dice molto di più di quello che sembra.
Certo, il manager. Certo, l’uomo di finanza che è riuscito a guidare un gruppo quasi sull’orlo del fallimento e, attraverso una serie di spin off (scorpori) successivi ha quotato in Borsa dalla Ferrari alla Case New Holland. Che è riuscito a comprare quello che tutti gli italiani conoscono soprattutto per il suo grattacielo-simbolo (che non appartiene più al gruppo) di New York, la Chrysler. Il suo incontro con il presidente Obama, nella fabbrica Usa, e il suo dialogo con il successore, Donald Trump. La copertina del settimanale «Time», dal titolo emblematico: «Car star». L’ironia di Maurizio Crozza.
Ma non può essere soltanto questo ad aver determinato tanto interesse. Quest’uomo che ha deciso di indossare soltanto maglioni, un modo di rompere degli schemi. Che quando tutti parlano di auto elettrica lui non lo fa, salvo ammettere, ma siamo ormai nella prima parte del 2018, che bisogna farlo. Che ci tiene a spiegare come funziona il suo lavoro. Che per fare una nuova piattaforma per un’auto ci vuole almeno un miliardo di euro. E che, molti degli analisti che misurano il lavoro dei gruppi industriali, sono troppo ossessionati dai numeri di breve periodo per capire quanto sia complicato fare le cose, rendere una fabbrica efficiente, competitiva, di come le relazioni sindacali siano fatte di rapporti di forza ma anche di fiducia tra le persone. Forse questo rende Sergio Marchionne una figura che conserva tutte le sue contraddizioni e riflette le contraddizioni del nostro Paese. Nel libro si raccontano le tappe della sua storia, dalla nomina di questo manager sconosciuto, al negoziato con Gm, all’acquisizione di Chrysler. Con due racconti personali di Bianca Carretto e Raffaella Polato. Ma qual è stata la sua eredità? Al suo arrivo la società faceva fatica a sopravvivere, nel 2018 era un gruppo nel quale l’auto era una delle componenti, anche per quello che riguarda la Borsa. Dove sono quotate dalla Cnh alla Fca, alla Ferrari. E le vicende legate al tentativo in questi mesi di stringere un’alleanza con Renault, dimostrano quanto siano difficili le nozze tra i gruppi automobilistici.