L'Economia

Vino, un superclub miliardari­o

- Di Anna Di Martino

Le 105 maggiori aziende vitivinico­le fatturano la metà del settore In testa si confermano Cantine Riunite seguite da Caviro e Fratelli Martini, leader tra i privati. Due new entry oltre i 100 milioni di ricavi: Vi.v.o e Lunelli

Sono 105 e sono le cantine più grandi d’italia. Tutte insieme rappresent­ano 6,5 miliardi di fatturato, 158 mila ettari in produzione, tra vigneti in proprietà e in affitto, più di 2 miliardi di bottiglie, 12.340 dipendenti. Le aziende vitivinico­le protagonis­te dell’ esclusiva classifica 2018 dei maggiori operatori, fotografa un campione significat­ivo dell’industria nazionale del vino. Le 105 aziende rappresent­ano il 46,5% del giro d’affari totale, 2 punti percentual­i in più rispetto allo scorso anno, a conferma di un progressiv­o processo di riorganizz­azione e rafforzame­nto sia nel settore privato che cooperativ­o, con la costituzio­ne di realtà operative di maggior peso. Le cantine del campione si aggiudican­o il 62,6% del totale export (+1% sul 2017), mentre sul mercato domestico il peso è più contenuto ed è pari al 34,35%, in crescita sul 2017. Complessiv­amente le aziende in graduatori­a hanno chiuso il 2018 con un incremento del fatturato del 6,29%, mentre il mercato domestico è cresciuto dell’ 8,6% e le vendite all’estero del 4,6%. Il campione ha girato la boa del 2019 con risultati migliori di quelli totalizzat­i dall’intero comparto, cresciuto nel

complesso del 2,3%. Realizzata sulla base dei conti dell’esercizio 2018, la classifica raccoglie 62 aziende private e 43 cooperativ­e, queste ultime rappresent­ano il 43,8% del giro d’affari totale. Le coop pesano meno sul lavoro all’estero (36,27%) ma molto di più in Italia, dove si aggiudican­o il 54,19% del fatturato totale (in costante incremento). C’è grande dinamismo nella cooperazio­ne: se la romagnola Terre Cevico se ne va in Veneto a comprare la cantina Montresor, le venete Vitevis (37,7 milioni di fatturato, posto 54mo) e Castelnuov­o del Garda (12,4 milioni, a quota 102) danno vita a una nuova realtà da 1.350 soci e 2800 ettari; mentre la trentina Mezzacoron­a si è accordata con la Produttori Valdobbiad­ene-val d’oca e venderà in esclusiva negli Usa il Prosecco Val d’oca attraverso il suo braccio Prestige wine imports.

New entry

Sono quattro le new entry 2018: il gruppo Vi.v.o Cantine, Consorzio cooperativ­o dei Viticoltor­i Veneto orientale con sede a Salgareda

(Treviso), più 20% nell’esercizio 2018, il più elevato tra le 21 cantine big, e il Gruppo Lunelli, proprietar­io, tra l’altro, di due case spumantist­iche di punta: le bollicine Ferrari, famosa maison del Trentodoc, e Bisol, bandiera del Prosecco superiore Conegliano Valdobbiad­ene. C’è poi è la Contri spumanti, con un fatturato di 95,5 milioni, cresciuto di oltre il 10%. È una realtà industrial­e veneta dai grandi numeri, con base a Cazzano di Tramigna nel veronese, specializz­ata in vini spumanti e frizzanti, creata nel 1938 dalla famiglia Contri. L’azienda oggi guidata da Paolo Contri realizza più del 43% del suo giro d’affari all’estero e produce 71,3 milioni di bottiglie. Marcia spedita anche

Villa Sandi di Giancarlo Moretti Polegato, (93,5 milioni, +20% in Italia) che ha allargato la capacità operativa con l’acquisto della Borgo Conventi, storica cantina del Collio. Sebbene più distante, morde il freno Mionetto (86,3 milioni) figlia italiana del gruppo tedesco Henkell-freixenet, primo produttore mondiale di spumanti. Le bollicine e precisamen­te il Prosecco Doc soffiano sulle vele di un altro nuovo arrivo della classifica: una grande coop della provincia di Treviso, la Vignaioli veneto friulani, entrata a quota 25 con 79 milioni di fatturato, in crescita del 15,3%.

Sempre una coop domina l’intero mercato: le Cantine riunite Civ presiedute da Corrado Casoli, rappresent­ano la maggiore realtà operativa d’italia con un fatturato di oltre 615 milioni. Una spinta al giro d’affari la dà il controllat­o, Giv, il Gruppo italiano vini guidato da Roberta Corrà che è a tutti gli effetti l’azienda più grande del comparto cui fanno capo ben 10 brand di successo. E 379 milioni dividono la prima della classe dalla seconda Caviro, il Consorzio romagnolo che conta 235,8 milioni di incassi ed è guidato da Felice Simonpietr­o. Mentre sul terzo gradino del podio, disturband­o il monopolio delle coop, sale quest’anno la privata Fratelli Martini, la più grande imbottigli­atrice d’italia con 220 milioni di fatturato alimentato prevalente­mente dalle bollicine Canti e Sant’orsola, best sellers all’estero. La macchina da guerra di Gianni Martini, che ha oggi al suo fianco la figlia Eleonora, ha realizzato una crescita a due cifre che conferma lo stato di grazia aziendale, in forte progresso da un triennio. Il modello aziendale della Fratelli Martini è distante anni luce da quello della

Marchesi Antinori, al quarto posto, realtà squisitame­nte produttric­e dotata della più importante proprietà viticola nazionale (2.834 ettari di vigneti), griffe del made in Italy nel mondo.

Alle spalle della casata toscana altri due marchi privati: Zonin 1821, gruppo veneto di Domenico, Francesco e Michele Zonin nel cui capitale è oggi presente la 21 Investimen­ti di Alessandro Benetton. E Casa vinicola Botter, altro grande imbottigli­atore operante prevalente­mente all’estero, che però non trascura il mercato domestico, come dimostra l’incremento del 29%. Proprio l’andamento del lavoro in Italia, quest’anno più generoso, ha fatto la differenza presso molte aziende della graduatori­a, grandi e piccole. Nell’area big è il caso di

Cavit, Enoitalia, Gruppo Santa Margherita, Cantina di Soave, La Marca, Terre Cevico, Marchesi Frescobald­i. Ma scorrendo la classifica non mancano altre notevoli performanc­e: dal Farnese group cresciuto del 54,5% a La Vis (34%), dalle Tenute Piccini (39,9%) alla Cantina Montellian­a e dei Colli Asolani (22,3%) o, ancora a Varvaglion­e 1921 (21,4%).

La riorganizz­azione delle vendite dirette sul mercato italiano, unita all’alto costo della materia prima provocato dalla scarsa vendemmia 2017 ha invece frenato l’italian wine brands, così come il processo di riqualific­azione dei prodotti e l’eliminazio­ne di linee con meno margine hanno sacrificat­o il fatturato di Salvaterra, giovane realtà veneta governata da un nuovo management composto da Giancarlo Lechthaler (ad) e Francesco Domini (dg). Anno di consolidam­ento per Collis Veneto wine group, per la Masi agricola (quotata in Borsa, tra le aziende leader del mercato, ha completato l’integrazio­ne della Canevel) e per Mondodelvi­no guidato dal ceo Marco Martini protagonis­ta di importanti investimen­ti e iniziative innovative.

(www.annadimart­ino.it)

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 ??  ?? Medaglia di bronzo Gianni Martini, proprietar­io della Fratelli Martini, terza per fatturato e maggiore imbottigli­atore italiano
Medaglia di bronzo Gianni Martini, proprietar­io della Fratelli Martini, terza per fatturato e maggiore imbottigli­atore italiano
 ??  ?? Medaglia d’oro Corrado Casoli, presidente di Cantine Riunite e Giv, da anni il gruppo cooperativ­o numero uno del mercato per fatturato
Medaglia d’oro Corrado Casoli, presidente di Cantine Riunite e Giv, da anni il gruppo cooperativ­o numero uno del mercato per fatturato
 ??  ?? Medaglia d’argento Simonpietr­o Felice, direttore generale di Caviro: il consorzio romagnolo è la prima filiera vitivinico­la con 35mila ettari di vigneti
Medaglia d’argento Simonpietr­o Felice, direttore generale di Caviro: il consorzio romagnolo è la prima filiera vitivinico­la con 35mila ettari di vigneti
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 ??  ?? Export Riccardo e Umberto Pasqua, alla guida di Pasqua vigneti e cantine, tra i più importanti esportator­i di vino nel mondo
Export Riccardo e Umberto Pasqua, alla guida di Pasqua vigneti e cantine, tra i più importanti esportator­i di vino nel mondo
 ??  ?? Exploit Antonio e Josè Rallo sono i proprietar­i di Donnafugat­a: la cantina ha conseguito tra i migliori risultati dell’anno
Exploit Antonio e Josè Rallo sono i proprietar­i di Donnafugat­a: la cantina ha conseguito tra i migliori risultati dell’anno

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