COME SI MISURA LA BUONA POLITICA? SE NON DÀ DIPENDENZA...
La negli trappola di verifiche interventi dei Servirebbe pesa per sussidi il è stata Mezzogiorno, una anche regia: sulle evidente Tria ci emergenze ma ha l’assenza provato, post ma terremoto Toninelli resiste
Come assicurarci che le politiche pubbliche siano indirizzate a obiettivi prioritari e realizzabili? Come valutarne l’efficacia e gli effetti indesiderati, diretti e indiretti? Sono questi due interrogativi chiave per il funzionamento di una democrazia.
Recentemente, uno spunto per assegnare la giusta importanza alla valutazione delle politiche pubbliche è venuto da un aureo volumetto di due studiosi di Banca d’italia, Antonio Accetturo e Guido de Blasio («Morire di Aiuti», IBL Libri, prefazione di Nicola Rossi, che ne ha scritto su «l’economia» de «Il Corriere» il 3 giugno scorso). Il focus del pamphlet è sulle politiche per il Sud degli ultimi trent’anni: gli incentivi per le imprese della legge 488, i patti territoriali, gli accordi di programma, i fondi strutturali europei, i fondi per le politiche per l’innovazione e per la rigenerazione urbana. I risultati sono facili da riassumere, tanto inequivocabili quanto desolanti, anche perché riguardano strumenti in parte ancora attivi: la sequela di trasferimenti in nome dello sviluppo del Sud non ha prodotto effetti tangibili in termini di crescita economica, occupazione, investimenti. Politiche mal disegnate, concepite sulla base di presupposti errati, non hanno prodotto i risultati attesi. Anzi, questa massa di trasferimenti pubblici (146 miliardi di euro stanziati per le politiche di coesione tra il 2014 e il 2020; 21 miliardi dal 1996 al 2014 per gli incentivi della 488) ha alimentato e radicato una credenza collettiva che sovraccarica di aspettative lo Stato e i trasferimenti pubblici come motori di sviluppo. L’effetto forse più grave e disgregante è stato quello di aver costruito una vera e propria trappola della dipendenza dai sussidi, che ha innalzato la capacità di accesso ai finanziamenti pubblici a metrica dominante per la selezione degli amministratori locali e della classe politica.
Il mercato
Certamente, per l’entità delle risorse mobilitate e per la distanza tra obiettivi annunciati e risultati, le politiche per il Mezzogiorno e la persistenza del divario Nord-sud sono esempi estremi di fallimento delle politiche.
Purtroppo, però, il tema di uno Stato che non valuta gli effetti dei propri interventi ha una valenza generale. Quali sono i casi a fallimento di mercato che richiedono finanziamenti a fondo perduto? Quali valutazioni supportano le scelte della politica nell’indirizzare trasferimenti verso date categorie di cittadini o di imprese? Quali sono le infrastrutture da realizzare e con che mix tra finanziamento pubblico a fondo perduto e soluzioni per l’attrazione di investitori istituzionali? Come identificare in modo preciso i beneficiari delle agevolazioni fiscali o delle politiche per l’assistenza sociale e sociosanitaria? Per rispondere a questi, e ad altri analoghi, interrogativi, lo Stato si è dotato di pochi strumenti, male organizzati e non coordinati tra loro. Né si sono compiuti grandi passi in avanti per migliorare la situazione: per il rinnovamento delle infrastrutture, ad esempio, molto aiuterebbe un’unità centrale con un organico in grado di allineare priorità, disegno delle soluzioni di finanziamento, assistenza alle stazioni appaltanti, supporto nella scrittura dei contratti di concessione, monitoraggio, valutazione. Servirebbero esperti di finanza, ingegneri, economisti, capaci di analizzare le diverse fattispecie e di fornire una risposta documentata all’interrogativo chiave, quello sul perché quel dato stanziamento, disegnato come trasferimento a fondo perduto o come garanzia pubblica, sia essenziale per l’esecuzione dell’opera. E invece, anche il recente tentativo da parte del ministro dell’economia, Giovanni Tria, in questa direzione si è scontrato, come già in passato, con le resistenze del ministero delle Infrastrutture.
Perché uno stanziamento a fondo perduto è essenziale per un’opera? È la domanda per gli esperti Costruire politiche pubbliche di precisione è una priorità, per conciliare politica e ragionevolezza
Esempi
Negli ultimi anni, le carenze nella fissazione di obiettivi mirati ex ante e nelle valutazioni d’impatto ex post sono apparse evidenti per misure come la decontribuzione a tempo per i nuovi contratti di lavoro dipendente a tutele crescenti, gli 80 euro, le misure del decreto dignità, il reddito di cittadinanza, gli interventi succedutisi in materia pensionistica.
Non solo: dopo il sisma nelle Marche, è stato messo a punto, in emergenza, un programma di sostegno alla messa in sicurezza degli