Barclays, dopo l’addio al retail: «Protagonisti nell’investment banking»
L’obiettivo è chiaro: essere la prima investment bank europea al mondo. In un mercato dominato dai colossi americani e svizzeri (Goldman Sachs, Jp Morgan, Citi, Credit Suisse), l’inglese Barclays punta a ricavarsi (e a confermare) un ruolo da protagonista.
Lo sottolinea Enrico Chiapparoli, responsabile per l’italia del colosso britannico, che dopo aver investito in maniera significativa per tentare un’espansione nel mercato retail , da tre anni ha cambiato strategia cedendo la propria rete di sportelli presente in Italia, in Francia, in Spagna e in Africa. «Nel 2014, Barclays ha annunciato un cambio di strategia decidendo di uscire dal business retail in Europa, al di fuori dalla Gran Bretagna. L’attività retail richiedeva un capitale troppo elevato per ottenere ritorni comparabili al nostro modello di business retail in Gran Bretagna - spiega Chiapparoli -. Così, nel 2016, abbiamo concluso la nostra esperienza di retail in Italia e ci siamo concentrati esclusivamente
su corporate e investment banking». Nato a Tortona nel 1972, dopo la laurea in Bocconi (Economics, con tesi sul Commercio internazionale), Chiapparoli ha iniziato a lavorare in Merrill Lynch nel 1995, subito da Londra, nel settore dell’investment banking. Inizialmente occupandosi di corporate finance, poi di fusioni e acquisizioni. In Merrill Lynch è rimasto 17 anni, fino al 2012, quando ha lasciato dopo essere tornato in Italia, di cui è stato Head of investment banking dal 2009.
Londra e Milano
A quel punto ha iniziato un’attività professionale, fondando con Stefano Soldi e Carlo Calabria la Cmc Capital, una boutique di advisory basata tra Milano e Londra. «Nel 2016 è arrivata la chiamata di Barclays e siamo andati – ricorda Chiapparoli -. Eravamo una decina e abbiamo accettato la proposta di tornare a occuparci di investment banking, io inizialmente a Londra con una particolare attenzione al settore dell’automotive, che è tra i più vivaci di questo momento. La branch italiana in quegli anni era affidata alla guida prima di Alessandra Pasini e poi di Alessandra Perrazzelli, che hanno compiuto un ottimo lavoro. Io sono ritornato a Milano nel 2018, come responsabile dell’investment banking italiano e country manager». L’input ricevuto da Londra era chiaro: replicare in Italia il ruolo di protagonista nel segmento delle banche d’affari. Obiettivo che nel primo semestre del 2019 è stato pienamente centrato in Italia, con Barclays attualmente terza tra le banche internazionali nel settore, dietro Goldman Sachs e Jp Morgan quanto a quota di mercato. Questo anche grazie alla quotazione di Nexi, che ha visto Barclays coinvolta nel percorso che ha portato l’ex Cartasi ad approdare a Piazza Affari. «Nel segmento dei sistemi di pagamento abbiamo un importante know how – evidenzia Chiapparoli -. Le nostre carte sono diffuse in alcuni dei mercati più importanti al mondo, come Stati Uniti, Gran Bretagna e Germania e delle otto quotazioni che ci sono state in questo segmento nel corso degli ultimi tre anni noi siamo stati coinvolti in sette».
Ceduto il business degli sportelli, Barclays si regge oggi in Italia sulle tre gambe nel mondo del corporate e investment banking: la finanza strutturata, con le operazioni di fusione e acquisizione e il debt capital market, che vale circa un quarto del fatturato italiano; l’area del corporate banking, factoring e cash management che vale un altro quarto e poi l’area mercati che genera circa la metà dei ricavi annuali. «Il momento è buono – conclude Chiapparoli – e dopo una prima metà dell’anno positiva ci sono tutte le premesse per migliorare ulteriormente da qui a fine dicembre. Segnali positivi arrivano dal mondo delle ipo e dalle emissioni obbligazionarie. Noi ci saremo».
Enrico Chiapparoli, nato a Tortona nel 1972, è attualmente il responsabile dell’inglese Barclays per il mercato italiano