IL LATO «VENTURE» DI INTESA SANPAOLO
Cambia pelle Neva, che diventerà sgr e aumenterà la dotazione Il progetto per l’innovazione con Compagnia di San Paolo e Crt Torino
Una trasformazione in società di gestione del risparmio. Propedeutica anche ad un aumento significativo della dotazione di capitale, al momento di 100 milioni di euro. Neva Finventures, il corporate venture capital che fa capo ad Intesa Sanpaolo sta per cambiare pelle. Da spa a sgr. Non è solo una modifica della formula giuridica. Perché l’istituto guidato da Carlo Messina sta lavorando per accrescere gli investimenti in capitale di rischio grazie anche al supporto della Compagnia di San Paolo e della Fondazione Crt, le due anime torinesi della filantropia. Un sistema di fondi, teoricamente aperto anche ad altri partner e sottoscrittori, per sostenere Neva Finventures che in questi anni è stato il braccio finanziario dell’innovation Center presieduto da Maurizio Montagnese, che ha appena chiamato alla direzione generale Guido de Vecchi.
Cambiamenti
Un cambiamento che dovrà essere deliberato dai rispettivi consigli delle parti coinvolte, ma come indicato dal presidente Gian Maria Gros-pietro è più di un’ipotesi e permetterebbe di dotare Neva Finventures di risorse aggiuntive. Non sfuggirà certo che entrambe rappresentano la città di Torino, dove si sta creando un polo dell’innovazione internazionale grazie alla riqualificazione industriale delle Ogr, Officine grandi riparazioni, e all’accordo con l’americana Techstars, il terzo acceleratore al mondo di startup, che sta lavorando con gli altri attori per far salire di taglia una serie di realtà nella mobilità intelligente.
È solo l’ultimo passo dell’innovazione dentro l’istituto di Ca’ de Sass che sta via via scommettendo su una serie di realtà di diversi settori industriali cercando anche di far incontrare domanda e offerta di nuovi modelli funzionali all’infinita platea di piccole e medie imprese con cui collabora la banca. Neva Finventures investe generalmente con quote di minoranza in società fintech sinergiche all’attività del gruppo, ma sta progressivamente orientandosi anche in altri segmenti, dove però intravede idee ad alto potenziale di crescita, nell’economia circolare e nell’industria dei Big Data. Ha investito 36 milioni di euro. Gli ultimi 4 per acquisire una quota di minoranza nel capitale di Backtowork24, attivo nell’equity crowdfunding e gestore dell’omonimo portale online per la raccolta di capitale di rischio.
In campo
Dalla nascita di Neva le operazioni sono state sei. Quella più interessante riguarda R3, il più grande consorzio mondiale di istituzioni finanziarie che sta lavorando a soluzioni blockchain. Ma anche l’investimento nel fondo di venture capital tedesco Rocket, da dove per esempio è nata Zalando. E poi la scommessa Iwoca, fintech britannica specializzata in finanziamenti alle poi con fatturati fino a 5 milioni. Oval Money, fintech nel risparmio guidata da Benedetta Arese Lucini, e Yolo, realtà assicurativa tutta digitale che permette la stipula di polizze on demand. Racconta Montagnese che per far decollare l’innovazione la banca «grazie ad un’intuizione di Carlo Messina ha creato nel 2014 l’innovation Center. Oggi questa realtà si è specializzata nel fornire soluzioni innovative alla propria clientela, siano esse startup o realtà corporate. L’obiettivo è quello di accompagnare lo sviluppo del Paese attraverso la crescita delle imprese e delle startup». Spiega de Vecchi che l’innovation Center, che ha sede nel grattacielo torinese di Intesa Sanpaolo, «oltre ad aver messo a punto un sistema innovativo di rating per le giovani imprese, organizza continui appuntamenti in Italia e all’estero. Da Hong Kong a Singapore, da Dubai a Tel Aviv, da Londra a New York, per far incontrare domanda e offerta sulle principali piazze finanziarie. Il gruppo con il supporto dell’innovation Center ha lanciato, in occasione della presentazione del piano d’impresa fino al 2021, un plafond da 5 miliardi di euro veicolato su tutte le divisioni di business, per supportare i clienti nella trasformazione verso la circular economy e farli diventare così i campioni di domani».
Domanda di partner, investitori. Offerta di scaleup, idee potenzialmente remunerative. La volontà è di contribuire a far crescere il tasso d’innovazione del Paese, più basso rispetto ai concorrenti europei. Anche costruendo competenze digitali, da qui la collaborazione con Talent Garden, per formare profili professionali che le università raramente riescono a creare.