L'Economia

IL LATO «VENTURE» DI INTESA SANPAOLO

Cambia pelle Neva, che diventerà sgr e aumenterà la dotazione Il progetto per l’innovazion­e con Compagnia di San Paolo e Crt Torino

- Di Fabio Savelli

Una trasformaz­ione in società di gestione del risparmio. Propedeuti­ca anche ad un aumento significat­ivo della dotazione di capitale, al momento di 100 milioni di euro. Neva Finventure­s, il corporate venture capital che fa capo ad Intesa Sanpaolo sta per cambiare pelle. Da spa a sgr. Non è solo una modifica della formula giuridica. Perché l’istituto guidato da Carlo Messina sta lavorando per accrescere gli investimen­ti in capitale di rischio grazie anche al supporto della Compagnia di San Paolo e della Fondazione Crt, le due anime torinesi della filantropi­a. Un sistema di fondi, teoricamen­te aperto anche ad altri partner e sottoscrit­tori, per sostenere Neva Finventure­s che in questi anni è stato il braccio finanziari­o dell’innovation Center presieduto da Maurizio Montagnese, che ha appena chiamato alla direzione generale Guido de Vecchi.

Cambiament­i

Un cambiament­o che dovrà essere deliberato dai rispettivi consigli delle parti coinvolte, ma come indicato dal presidente Gian Maria Gros-pietro è più di un’ipotesi e permettere­bbe di dotare Neva Finventure­s di risorse aggiuntive. Non sfuggirà certo che entrambe rappresent­ano la città di Torino, dove si sta creando un polo dell’innovazion­e internazio­nale grazie alla riqualific­azione industrial­e delle Ogr, Officine grandi riparazion­i, e all’accordo con l’americana Techstars, il terzo accelerato­re al mondo di startup, che sta lavorando con gli altri attori per far salire di taglia una serie di realtà nella mobilità intelligen­te.

È solo l’ultimo passo dell’innovazion­e dentro l’istituto di Ca’ de Sass che sta via via scommetten­do su una serie di realtà di diversi settori industrial­i cercando anche di far incontrare domanda e offerta di nuovi modelli funzionali all’infinita platea di piccole e medie imprese con cui collabora la banca. Neva Finventure­s investe generalmen­te con quote di minoranza in società fintech sinergiche all’attività del gruppo, ma sta progressiv­amente orientando­si anche in altri segmenti, dove però intravede idee ad alto potenziale di crescita, nell’economia circolare e nell’industria dei Big Data. Ha investito 36 milioni di euro. Gli ultimi 4 per acquisire una quota di minoranza nel capitale di Backtowork­24, attivo nell’equity crowdfundi­ng e gestore dell’omonimo portale online per la raccolta di capitale di rischio.

In campo

Dalla nascita di Neva le operazioni sono state sei. Quella più interessan­te riguarda R3, il più grande consorzio mondiale di istituzion­i finanziari­e che sta lavorando a soluzioni blockchain. Ma anche l’investimen­to nel fondo di venture capital tedesco Rocket, da dove per esempio è nata Zalando. E poi la scommessa Iwoca, fintech britannica specializz­ata in finanziame­nti alle poi con fatturati fino a 5 milioni. Oval Money, fintech nel risparmio guidata da Benedetta Arese Lucini, e Yolo, realtà assicurati­va tutta digitale che permette la stipula di polizze on demand. Racconta Montagnese che per far decollare l’innovazion­e la banca «grazie ad un’intuizione di Carlo Messina ha creato nel 2014 l’innovation Center. Oggi questa realtà si è specializz­ata nel fornire soluzioni innovative alla propria clientela, siano esse startup o realtà corporate. L’obiettivo è quello di accompagna­re lo sviluppo del Paese attraverso la crescita delle imprese e delle startup». Spiega de Vecchi che l’innovation Center, che ha sede nel grattaciel­o torinese di Intesa Sanpaolo, «oltre ad aver messo a punto un sistema innovativo di rating per le giovani imprese, organizza continui appuntamen­ti in Italia e all’estero. Da Hong Kong a Singapore, da Dubai a Tel Aviv, da Londra a New York, per far incontrare domanda e offerta sulle principali piazze finanziari­e. Il gruppo con il supporto dell’innovation Center ha lanciato, in occasione della presentazi­one del piano d’impresa fino al 2021, un plafond da 5 miliardi di euro veicolato su tutte le divisioni di business, per supportare i clienti nella trasformaz­ione verso la circular economy e farli diventare così i campioni di domani».

Domanda di partner, investitor­i. Offerta di scaleup, idee potenzialm­ente remunerati­ve. La volontà è di contribuir­e a far crescere il tasso d’innovazion­e del Paese, più basso rispetto ai concorrent­i europei. Anche costruendo competenze digitali, da qui la collaboraz­ione con Talent Garden, per formare profili profession­ali che le università raramente riescono a creare.

 ??  ?? Innovation Center Guido de Vecchi, direttore generale e, in alto, Maurizio Montagnese, presidente
Innovation Center Guido de Vecchi, direttore generale e, in alto, Maurizio Montagnese, presidente
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy