L’EUROPA E LA SFIDA DEI BAMBINI URSULA «FIRMA» IL PATTO SOCIALE
Von der Leyen si è spesa per questi temi da sempre. Sul tavolo c’è una Garanzia per i minori che vale 5,9 miliardi Sarebbe un co-finanziamento per gli Stati che abbiano già fatto un piano di lotta alla povertà infantile
Sono state settimane intense quelle che si sono vissute tra Bruxelles e Strasburgo. Il 2 luglio i capi di Stato hanno proposto come nuovo presidente della Commissione europea la tedesca cristiano-democratica Ursula von der Leyen. La nomina ha suscitato non pochi malumori nel Parlamento Europeo. Alla fine, l’ex ministra tedesca è stata votata dai popolari, dai socialisti e democratici e dai liberali, con qualche defezione, ma anche l’aggiunta di voti da altre formazioni, come i Cinque Stelle.
Le idee
Sui temi sociali, la neo-presidente ha recepito molte delle idee contenute nel manifesto elettorale dei socialisti e democratici. Questo documento, titolato «Un nuovo contratto sociale europeo», ha infatti avanzato una serie dettagliata di proposte. Ad esempio, l’introduzione di una direttiva europea sui salari minimi, da concordare con le parti sociali, la creazione di uno schema europeo di contrasto alla disoccupazione, l’attuazione dell’autorità europea per il Lavoro, per garantire una mobilità equa, il lancio di un piano di supporto alle infrastrutture sociali, a partire da politiche per garantire a tutti il diritto ad un’abitazione dignitosa e, infine, la creazione di una Garanzia europea per il contrasto alla povertà infantile.
Non sorprende che von der Leyen abbia ripreso questi temi, e in particolare la Child Guarantee. Quand’era ministro del Lavoro, si era impegnata molto per estendere a livello nazionale la copertura degli asili nido per tutte le famiglie in Germania. D’altra parte, i recenti dati emersi da Eurostat fotografano una situazione, a dir poco, emergenziale in Europa, che richiede una risposta politica urgente. Circa il 24,4% dei bambini europei (minori di 16 anni ), infatti, vive o è ari schiodi vivere in condizioni di povertà o esclusione sociale. In termini assoluti, questo significa che circa 20 milioni di bambini in Europa vivono in famiglie che soffrono quotidianamente la mancanza di un reddito sufficiente e servizi di base.
Nella proposta avanzata dai socialdemocratici e nello studi odi fattibilità realizzato dalla Commissione, una Garanzia Europea per i minori avrebbe il duplice obiettivo di contrastare la povertà e l’esclusione sociale tra i bambini dell’ue, in particolare i più svantaggiati (ad esempio, orfani, minori in famiglie disagiate o situazioni economiche precarie, disabili e migranti), e garantire a questi ultimi l’accesso gratuito a cinque diritti fondamentali: assistenza sanitaria, istruzione di qualità, assistenza all’infanzia, un’abitazione dignitosa e un’alimentazione adeguata. A livello pratico, questo strumento funzionerebbe come l’attuale Garanzia Giovani, ovvero mettendo a disposizione un fondo a livello europeo (la proposta è di € 5,9 miliardi da inserire nel prossimo Fondo Sociale Europeo Plus 2021-2027, attualmente in discussione) che viene destinato a co-finanziare l’implementazione di riforme in quelle regioni che oggi soffrono alti livelli povertà ed esclusione sociale minorile.
Per accedere al co-finanziamento, gli Stati membri dovranno disporre di un piano strategico nazionale per la riduzione della povertà e l’inclusione sociale, che offra misure ad hoc per la prevenzione e la lotta alla povertà minorile.
Ora che von der Leyen è stata formalmente eletta come nuovo presidente della Commissione europea, i tempi sono maturi per realizzare le proposte messe in campo. La creazione di una Garanzia per i minori, insieme all’impegno ad una piena implementazione del Pilastro Europeo dei Diritti Sociali, sono sicuramente un chiaro segnale della centralità che la questione sociale avrà per la prossima Commissione. E confermano ancora di più la ormai maturata consapevolezza a Bruxelles che il futuro dell’unione non potrà che passare per un rafforzamento della sua dimensione sociale.