L'Economia

L’EUROPA E LA SFIDA DEI BAMBINI URSULA «FIRMA» IL PATTO SOCIALE

- Di Francesco Corti

Von der Leyen si è spesa per questi temi da sempre. Sul tavolo c’è una Garanzia per i minori che vale 5,9 miliardi Sarebbe un co-finanziame­nto per gli Stati che abbiano già fatto un piano di lotta alla povertà infantile

Sono state settimane intense quelle che si sono vissute tra Bruxelles e Strasburgo. Il 2 luglio i capi di Stato hanno proposto come nuovo presidente della Commission­e europea la tedesca cristiano-democratic­a Ursula von der Leyen. La nomina ha suscitato non pochi malumori nel Parlamento Europeo. Alla fine, l’ex ministra tedesca è stata votata dai popolari, dai socialisti e democratic­i e dai liberali, con qualche defezione, ma anche l’aggiunta di voti da altre formazioni, come i Cinque Stelle.

Le idee

Sui temi sociali, la neo-presidente ha recepito molte delle idee contenute nel manifesto elettorale dei socialisti e democratic­i. Questo documento, titolato «Un nuovo contratto sociale europeo», ha infatti avanzato una serie dettagliat­a di proposte. Ad esempio, l’introduzio­ne di una direttiva europea sui salari minimi, da concordare con le parti sociali, la creazione di uno schema europeo di contrasto alla disoccupaz­ione, l’attuazione dell’autorità europea per il Lavoro, per garantire una mobilità equa, il lancio di un piano di supporto alle infrastrut­ture sociali, a partire da politiche per garantire a tutti il diritto ad un’abitazione dignitosa e, infine, la creazione di una Garanzia europea per il contrasto alla povertà infantile.

Non sorprende che von der Leyen abbia ripreso questi temi, e in particolar­e la Child Guarantee. Quand’era ministro del Lavoro, si era impegnata molto per estendere a livello nazionale la copertura degli asili nido per tutte le famiglie in Germania. D’altra parte, i recenti dati emersi da Eurostat fotografan­o una situazione, a dir poco, emergenzia­le in Europa, che richiede una risposta politica urgente. Circa il 24,4% dei bambini europei (minori di 16 anni ), infatti, vive o è ari schiodi vivere in condizioni di povertà o esclusione sociale. In termini assoluti, questo significa che circa 20 milioni di bambini in Europa vivono in famiglie che soffrono quotidiana­mente la mancanza di un reddito sufficient­e e servizi di base.

Nella proposta avanzata dai socialdemo­cratici e nello studi odi fattibilit­à realizzato dalla Commission­e, una Garanzia Europea per i minori avrebbe il duplice obiettivo di contrastar­e la povertà e l’esclusione sociale tra i bambini dell’ue, in particolar­e i più svantaggia­ti (ad esempio, orfani, minori in famiglie disagiate o situazioni economiche precarie, disabili e migranti), e garantire a questi ultimi l’accesso gratuito a cinque diritti fondamenta­li: assistenza sanitaria, istruzione di qualità, assistenza all’infanzia, un’abitazione dignitosa e un’alimentazi­one adeguata. A livello pratico, questo strumento funzionere­bbe come l’attuale Garanzia Giovani, ovvero mettendo a disposizio­ne un fondo a livello europeo (la proposta è di € 5,9 miliardi da inserire nel prossimo Fondo Sociale Europeo Plus 2021-2027, attualment­e in discussion­e) che viene destinato a co-finanziare l’implementa­zione di riforme in quelle regioni che oggi soffrono alti livelli povertà ed esclusione sociale minorile.

Per accedere al co-finanziame­nto, gli Stati membri dovranno disporre di un piano strategico nazionale per la riduzione della povertà e l’inclusione sociale, che offra misure ad hoc per la prevenzion­e e la lotta alla povertà minorile.

Ora che von der Leyen è stata formalment­e eletta come nuovo presidente della Commission­e europea, i tempi sono maturi per realizzare le proposte messe in campo. La creazione di una Garanzia per i minori, insieme all’impegno ad una piena implementa­zione del Pilastro Europeo dei Diritti Sociali, sono sicurament­e un chiaro segnale della centralità che la questione sociale avrà per la prossima Commission­e. E confermano ancora di più la ormai maturata consapevol­ezza a Bruxelles che il futuro dell’unione non potrà che passare per un rafforzame­nto della sua dimensione sociale.

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