La vernice cattura-inquinamento piace all’onu (e pensa alla Borsa)
«Con Eni stiamo sperimentando tinteggiature e rivestimenti per i loro edifici ma anche piattaforme marine in grado di catturare C02». Massimo Bernardoni ha dato vita, insieme ad Antonio Cianci, al progetto Airlite, una vernice in grado di neutralizzare le molecole degli ossidi di azoto, rimuovendo l’inquinamento atmosferico. La tinta si attiva con la luce del sole e segue un meccanismo simile a quello della fotosintesi clorofilliana, con l’effetto di ridurre gli agenti inquinanti per oltre l’88% e i batteri del 99%. Crea inoltre una potente barriera che impedisce allo sporco presente nell’aria di depositarsi e, allo stesso tempo, distrugge i batteri e la formazione di muffe. Perfetto, dunque, per le raffinerie e gli impianti chimici. «L’invenzione è stata citata lo scorso maggio dalle Nazioni Unite tra le prime quattro più rilevanti tecnologie per fronteggiare l’inquinamento dell’aria — aggiunge Bernardoni —. Stiamo per lanciare una campagna di finanziamento con Mamacrowd che punta a
raccogliere due milioni di euro. Metteremo sul mercato il 5% del gruppo. Ci interessa far entrare nell’azionariato privati ed imprese non tanto fondi di venture capital. Il futuro sarà o la quotazione o un’ exit di una grande azienda. Per ora, comunque, il nostro obiettivo è l’asia, dove i dati sull’inquinamento sono impressionanti. Abbiamo costituito una società ad Hong Kong e ottenuto le certificazioni dalla Cina per avviare i primi cantieri. Partiamo con il Palazzo dell’innovazione a Chengdu».
Airlite ha fatturato 400 mila euro nel 2018, che sono diventati 800 nei primi tre mesi del 2019. L’azienda, valutata 40 milioni, investe in Ricerca e sviluppo due milioni di euro ed ha ottenuto da fondi Horizon 2020 un altro milione e 250 mila euro. Tanti i progetti realizzati. «La municipalità di Barcellona ci ha chiamato per dipingere il tunnel di tre km che attraversa l’intera città», conclude il manager.