LA PARTITA DEL MERCATO LIBERO ACEA SPINGE SUL DIGITALE
A luglio 2020 si conclude il regime tutelato per 20 milioni di utenti. Marra (Acea Energia): «Il cliente dovrà essere al centro della scelta, come nella telefonia». L’utility romana si concentra sul canale online, con sconti ad hoc
Acea va a tutto gas verso il mercato libero. La multiutility romana, che oggi serve 1,3 milioni di clienti, ha l’obiettivo di raggiungere il milione e 700 mila entro il 2022. «Saranno tutti del mercato libero, visto che il regime tutelato è destinato a concludersi a giugno del prossimo anno», spiega Valerio Marra, presidente di Acea Energia, società del gruppo Acea guidato da Stefano Donnarumma.
La speranza, per Marra, è che la scadenza non slitti ancora una volta (sarebbe la terza). A vent’anni dall’inizio della liberalizzazione, sarebbe ora di completare l’opera, ma in realtà non ci crede tanto nemmeno il presidente dell’authority, Stefano Besseghini, che nella sua recente relazione annuale ha sollecitato il governo a mettere a punto le regole che dovrebbero accompagnare la transizione al mercato libero di 20 milioni di clienti, quasi il 60% del mercato, a partire dal primo luglio 2020.
Per arrivare preparati a questa svolta epocale mancano ancora diversi passaggi: non è chiaro nemmeno
essere in grado di spiegarlo bene a tutti, altrimenti se il prezzo resta l’elemento base dell’offerta è come un cane che si mangia la coda. Se il cliente non è in grado di tutelare da solo i propri interessi, vuol dire che
abbiamo fallito», rileva.
Soluzioni
Le principali azioni individuate da Acea Energia per realizzare i propri obiettivi sono la forte spinta commerciale, l’incremento dei canali distributivi, tra i quali quello digitale, e lo sviluppo di servizi a valore aggiunto.
«Se si riduce tutto alla questione del prezzo, è chiaro che il mercato libero dell’energia sembra poco attraente, visto che gli sconti possono essere limitati in un Paese dove gli oneri generali di sistema restano molto alti», fa notare Marra.
Proprio per questo Acea si è concentrata sugli aspetti della trasparenza e della cura della relazione con il cliente, che spesso può fare la differenza. Per facilitare i contatti, sono in via di apertura una decina di nuovi spazi dedicati nei vari quartieri di Roma, dov’è il grosso della clientela di Acea, oltre a una sessantina di punti vendita Acea Energia presso negozi di elettronica e telefonia.
Potenziamento
Poi c’è il canale digitale, che verrà potenziato, anche per veicolare un’offerta molto vantaggiosa, che offre uno sconto del 20% a chi sceglie di avere solo relazioni online, senza bollette cartacee.
Fra le altre offerte, la più trasparente è indubbiamente quella che consente anche alle famiglie, con un contributo mensile fisso, di pagare luce e gas alle condizioni del
«Se si riduce tutto alla questione del prezzo, i vantaggi della liberalizzazione sembrano poco attraenti» Il gruppo, ora presente nell’area della Capitale, vuole espandersi in maniera organica verso l’alto Lazio, l’umbria e la bassa Toscana
mercato all’ingrosso, riservato di norma agli operatori energetici o alle grandi imprese energivore. In grande sviluppo sono anche le offerte a valore aggiunto, che affiancano alla pura e semplice fornitura di luce e gas nuovi sistemi di efficienza energetica per tagliare i consumi, dai dispositivi per la smart home alle caldaie innovative, passando per i cappotti termici per i condomini. Acea sta testando, inoltre, sistemi per la mobilità elettrica, con l’installazione di colonnine dedicate per la ricarica. L’utility romana si sta lanciando in queste nuove iniziative con l’obiettivo di allargare la sua presenza territoriale, che ora è limitata all’area della capitale e dintorni. «L’idea è espandersi in maniera organica verso l’alto Lazio, l’umbria e la bassa Toscana», prevede Marra. Una lenta risalita, lontana mille miglia dal risiko delle utilities di cui si parlava anni fa, quando sembravano imminenti grandi fusioni con altri leader di mercato come Hera o Iren, per creare dei colossi, di cui rimangono solo gli studi nei cassetti delle banche d’affari.