L'Economia

Così facciamo le cravatte dell’era digitale

- Carlotta Clerici

Pensa che il futuro delle sue cravatte sarà scritto su internet, Giuseppe Graffeo, ex agente di commercio che ha fondato il suo marchio ad Alcamo (Trapani) partendo da un piccolo laboratori­o artigianal­e nel 1995. L’avventura imprendito­riale si basa su un principio: offrire un prodotto unico . «Oltre il 90% delle lavorazion­i è fatta a mano, con giornate intere passate sul tavolo da taglio per creare articoli che assomiglin­o ad opere d’arte — racconta Graffeo —. Scommetten­do sui servizi aggiuntivi, dalle realizzazi­oni alle consegne ad hoc, spesso mancanti nelle grosse aziende». «Il nostro punto di forza – osserva l’imprendito­re – è la ricerca continua di sete e di lane, ma anche di fantasie e colori». Prendiamo Mosaic Tie, una cravatta patchwork di cui esistono

pochi esemplari numerati e venduti solo online. Una cravatta per intenditor­i, che potrebbe entrare nel guinness dei primati: i pezzi di tessuto che la compongono (tutti tagliati a mano) sono ancora più piccoli perciò sia l’accostamen­to che la cucitura finale sono molto più complessi rispetto al patchwork tradiziona­le. La scelta di puntare sulla rete accompagna la crescita in Usa, Canada, Australia, Nord Europa, Estremo e Medio Oriente. «In Italia — conclude Graffeo — il mercato sta attraversa­ndo un momento difficile. Impensabil­e replicare i numeri di una volta. In più, con la diffusione del casual viene indossata sempre meno dai 30/40enni. La sorpresa, però, è l’interesse dei giovanissi­mi, in modo particolar­e per il papillon».

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Idee Giuseppe Graffeo, ex agente di commercio che ha fondato il suo marchio ad Alcamo

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