Lavoro, 4,5 milioni di posti E la qualifica vince sempre
Tanti sono quelli messi a disposizione dalle aziende nel 2018 secondo Unioncamere e Anpal. Digitale e sostenibilità le competenze più richieste fra diplomati e laureati
Oltre 4 milioni e mezzo di posti di lavoro disponibili. Non è uno slogan politico, ma un dato che emerge da un’analisi realizzata da Unioncamere in collaborazione con Anpal sulla domanda di laureati e diplomati da parte delle aziende nel 2018. La quota dei lavori offerti ai diplomati e ai laureati è in costante crescita. Il diploma è il titolo più richiesto, con il 35% delle domande, seguito dalla qualifica professionale (31%): la domanda di diplomati è stabile, mentre la quota dei non qualificati, che era del 27%, diminuisce, e quella dei qualificati della formazione professionale sale nella stessa misura. I posti offerti ai laureati sono il 12% (pari a 550mila), in leggera crescita. È dunque in atto una tendenza, anche se non grandissima, all’aumento della qualificazione.
Carlo Sangalli è presidente di Unioncamere: la tendenza è all’aumento di profili professionali più qualificati
Le tendenze
«C’è un progressivo cambiamento nella struttura dei fabbisogni occupazionali delle imprese — spiega Carlo Sangalli, presidente di Unioncamere —. La tendenza è all’aumento di profili professionali più qualificati e, quindi, di chi è in possesso di un diploma o di una laurea. Aumenta, inoltre, la richiesta di competenze in materia di digitale e di sostenibilità ambientale, due tendenze forti nello sviluppo del nostro sistema produttivo». Le competenze digitali sono diventate fondamentali nella maggior parte degli ambienti di lavoro, e infatti vengono considerate importanti per 60 laureati su cento, come anche un approccio «green», che si sta diffondendo trasversalmente su tutte le professioni.
Ma che titolo di studio vogliono le imprese? La laurea è particolarmente richiesta nelle professioni specialistiche, dove è quasi indispensabile, in quelle tecniche, dove è molto utile anche il diploma e, in misura minore, fra gli impiegati. Il 70% delle persone (pari ad oltre 3 milioni) si inserisce nel settore dei servizi, dove è anche maggiore la concentrazione di laureati; il 21% (989mila persone) in leggera ascesa, nell’industria manifatturiera e l’8% (371mila) nelle costruzioni, settori dove prevalgono addetti con qualifica professionale. Nello specifico, gli ambiti manifatturieri maggiormente disposti ad assumere riguardano la metallurgia, la fabbricazione di macchine, i mezzi di trasporto, le industrie alimentari, l’abbigliamento, il tessile e le calzature. I primi quattro settori hanno programmato insieme circa 660mila entrate, pari a oltre due terzi dei posti industriali. Segue, con notevole distacco, l’industria elettrica, ottica e medicale, che aggiunge altri 60mila posti. La fotografia scattata da Unioncamere non prende però in considerazione il settore agricolo.
I posti offerti ai laureati sono uno su otto, si legge sempre nel rapporto. Di solito si tratta di posti maggiormente retribuiti, in linea con i propri interessi personali e con maggiori possibilità di carriera soprattutto nella pubblica amministrazione (scuola e sanità) o nel settore delle professioni (avvocato, commercialista).
Quasi metà dei laureati sono assunti a tempo indeterminato, a fronte di un diplomato su quattro, e ancora meno per chi ha un titolo più basso. Il motivo è semplice: chi è poco qualificato è più facilmente sostituibile.
Da un punto di vista territoriale, le assunzioni previste si concentrano nel Nord Ovest (30% delle posizioni con laurea o con diploma richieste dalle imprese), seguito dal Nord Est e dal Mezzogiorno (25% ciascuno) e dall’italia Centrale (20%). I diplomati sono uniformemente distribuiti su tutto il territorio, con qualche punta nelle regioni del Sud: Calabria, Campania e Sicilia.
Rispetto poi al 2017, inoltre, cresce di un punto percentuale la quota di imprese che ospitano studenti in alternanza scuola lavoro: secondo le stime dovrebbero essere quasi 340mila. Si legge nel rapporto: «Se il programma è costruito insieme da scuole e da imprese, è un’occasione importante di formazione, che consente ai ragazzi di verificare i propri interessi e sperimentare non tanto un’attività specifica ma soprattutto un vero ambiente di lavoro».