Chi bussa ai conti correnti
Ecco le «terze parti»: offerte su misura, gestione di tutti i rapporti. Ma serve consapevolezza
La banca del futuro? È fatta soprattutto di servizi, di quelli innovativi. Quindi non solo il semplice bonifico o la carta di credito, ma anche sistemi di pagamento di ultima generazione (disponibili anche da dispositivi mobili), prodotti assicurativi, servizi di credito istantaneo, analisi del bilancio familiare o ancora l’aggregazione in un unico cruscotto di più conti correnti. Il concetto stesso di banca viene stravolto. Si va verso quella che è stata definita «bank as a platform»: una piattaforma aperta, in grado di ospitare qualsiasi tipo di servizio offerto da società terze. Così il fintech diventa alleato della banca e non concorrente.
È una rivoluzione partita lo scorso 14 settembre con la Psd2, la direttiva europea di secondo livello sui servizi di pagamento che ha inaugurato l’era dell’open banking. Un nuovo mondo in cui le banche possono essere protagoniste. Come? «Ripensando il loro modo di essere, ma soprattutto sfruttando la leva tecnologica per realizzare nuovi servizi e nuovi modelli di business — spiega Paolo Zaccardi, amministratore delegato di Fabrick, piattaforma tecnologica italiana nata con l’obiettivo di aggregare e integrare un numero crescente di servizi innovativi in ottica open banking —. Non è solo un passaggio tecnico, ma un radicale cambiamento culturale». Ma cosa prevede nel concreto la Psd2 con l’open banking?
I nuovi arrivati
Il cambiamento della «banca aperta» è questo: la possibilità che società terze, le cosiddette terze parti, possano accedere alle informazioni finanziarie dei correntisti, se espressamente autorizzate. L’obiettivo è sviluppare servizi su misura, con benefici in termini di costi per il cliente finale. Che, dal canto suo, dovrà dare l’autorizzazione di volta in volta e consapevolmente alle fintech, in generale alle società alternative alle banche, che gli chiederanno di accedere al conto corrente.
«Uno scenario che apre nuove e importanti prospettive per tutti gli istituti che vorranno mettersi in gioco per andare incontro ai bisogni dei propri correntisti — sottolinea Zaccardi —. Si va oltre l’obbligo passivo di esporre su una piattaforma l’accesso ai dati dei propri utenti, e realizzando servizi che vadano incontro ai bisogni attuali e futuri dei clienti. Un approccio, quello passivo, estremamente riduttivo perché oggi sul piatto ci sono più opportunità che rischi. Ma per coglierle del tutto le banche dovranno affrontare pienamente la sfida della trasformazione del nuovo ecosistema finanziario, definire nuovi modelli collaborativi con altre banche e fintech, ed essere open dal punto di vista culturale, prima ancora che tecnologico».
Entrando più nel pratico, l’open banking apre le porte a una moltitudine di servizi che possono facilitare la vita di imprese e risparmiatori. Per fare qualche esempio, è possibile sviluppare dei sistemi di aggregazione dei conti correnti in grado di aiutare le realtà multi-bancarizzate a gestire in parallelo più rapporti con banche differenti.
E dallo stesso «cruscotto» sarà anche possibile abilitare sistemi di gestione delle proprie finanze attraverso applicativi agganciati alla piattaforma, così da favorire le analisi e previsioni sui flussi di cassa e sulla eventuale necessità di credito.
Il rating
Inoltre, l’accesso ai dati finanziari consentirà alle terze parti di emettere in maniera più diretta una sorta di «rating», il voto sul credito, favorendo così lo sviluppo di soluzioni innovative tipo lo smart lending o il credito istantaneo.
E ancora, i consumatori avranno la possibilità di concludere un acquisto online con bonifico immediato piuttosto che con carta di credito. Con un doppio vantaggio per i commercianti digitali: si annullano i costi di transazione e si semplifica la procedura d’acquisto.
«Come Fabrick siamo attivi su tutti questi fronti e ci proponiamo sul mercato come abilitatori di nuovi modelli — dice Zaccardi —. Nell’interesse di tutti gli attori del sistema vogliamo accelerare questo processo di apertura su tutti i servizi finanziari. Per farlo è necessario incrementare la consapevolezza sull’opportunità che il modello aperta rappresenta».