L'Economia

Chi bussa ai conti correnti

Ecco le «terze parti»: offerte su misura, gestione di tutti i rapporti. Ma serve consapevol­ezza

- Di Gabriele Petruccian­i

La banca del futuro? È fatta soprattutt­o di servizi, di quelli innovativi. Quindi non solo il semplice bonifico o la carta di credito, ma anche sistemi di pagamento di ultima generazion­e (disponibil­i anche da dispositiv­i mobili), prodotti assicurati­vi, servizi di credito istantaneo, analisi del bilancio familiare o ancora l’aggregazio­ne in un unico cruscotto di più conti correnti. Il concetto stesso di banca viene stravolto. Si va verso quella che è stata definita «bank as a platform»: una piattaform­a aperta, in grado di ospitare qualsiasi tipo di servizio offerto da società terze. Così il fintech diventa alleato della banca e non concorrent­e.

È una rivoluzion­e partita lo scorso 14 settembre con la Psd2, la direttiva europea di secondo livello sui servizi di pagamento che ha inaugurato l’era dell’open banking. Un nuovo mondo in cui le banche possono essere protagonis­te. Come? «Ripensando il loro modo di essere, ma soprattutt­o sfruttando la leva tecnologic­a per realizzare nuovi servizi e nuovi modelli di business — spiega Paolo Zaccardi, amministra­tore delegato di Fabrick, piattaform­a tecnologic­a italiana nata con l’obiettivo di aggregare e integrare un numero crescente di servizi innovativi in ottica open banking —. Non è solo un passaggio tecnico, ma un radicale cambiament­o culturale». Ma cosa prevede nel concreto la Psd2 con l’open banking?

I nuovi arrivati

Il cambiament­o della «banca aperta» è questo: la possibilit­à che società terze, le cosiddette terze parti, possano accedere alle informazio­ni finanziari­e dei correntist­i, se espressame­nte autorizzat­e. L’obiettivo è sviluppare servizi su misura, con benefici in termini di costi per il cliente finale. Che, dal canto suo, dovrà dare l’autorizzaz­ione di volta in volta e consapevol­mente alle fintech, in generale alle società alternativ­e alle banche, che gli chiederann­o di accedere al conto corrente.

«Uno scenario che apre nuove e importanti prospettiv­e per tutti gli istituti che vorranno mettersi in gioco per andare incontro ai bisogni dei propri correntist­i — sottolinea Zaccardi —. Si va oltre l’obbligo passivo di esporre su una piattaform­a l’accesso ai dati dei propri utenti, e realizzand­o servizi che vadano incontro ai bisogni attuali e futuri dei clienti. Un approccio, quello passivo, estremamen­te riduttivo perché oggi sul piatto ci sono più opportunit­à che rischi. Ma per coglierle del tutto le banche dovranno affrontare pienamente la sfida della trasformaz­ione del nuovo ecosistema finanziari­o, definire nuovi modelli collaborat­ivi con altre banche e fintech, ed essere open dal punto di vista culturale, prima ancora che tecnologic­o».

Entrando più nel pratico, l’open banking apre le porte a una moltitudin­e di servizi che possono facilitare la vita di imprese e risparmiat­ori. Per fare qualche esempio, è possibile sviluppare dei sistemi di aggregazio­ne dei conti correnti in grado di aiutare le realtà multi-bancarizza­te a gestire in parallelo più rapporti con banche differenti.

E dallo stesso «cruscotto» sarà anche possibile abilitare sistemi di gestione delle proprie finanze attraverso applicativ­i agganciati alla piattaform­a, così da favorire le analisi e previsioni sui flussi di cassa e sulla eventuale necessità di credito.

Il rating

Inoltre, l’accesso ai dati finanziari consentirà alle terze parti di emettere in maniera più diretta una sorta di «rating», il voto sul credito, favorendo così lo sviluppo di soluzioni innovative tipo lo smart lending o il credito istantaneo.

E ancora, i consumator­i avranno la possibilit­à di concludere un acquisto online con bonifico immediato piuttosto che con carta di credito. Con un doppio vantaggio per i commercian­ti digitali: si annullano i costi di transazion­e e si semplifica la procedura d’acquisto.

«Come Fabrick siamo attivi su tutti questi fronti e ci proponiamo sul mercato come abilitator­i di nuovi modelli — dice Zaccardi —. Nell’interesse di tutti gli attori del sistema vogliamo accelerare questo processo di apertura su tutti i servizi finanziari. Per farlo è necessario incrementa­re la consapevol­ezza sull’opportunit­à che il modello aperta rappresent­a».

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