L'Economia

Montefarma­co, medicine da banco per diventare più grandi

- D. Pol.

Una doppia mossa nel mondo della farmaceuti­ca e nei dispositiv­i medicali, per farsi spazio nei prodotti da banco, un mercato ricco che in Italia vale 10,5 miliardi ma dove è necessario avere le spalle larghe. L’ha compiuta Stefano Colombo, 53 anni, farmacista­imprendito­re di terza generazion­e alla guida di Montefarma­co, sede a Bollate, 75 anni di storia, esordi con il marchio Pumilene e ora l’ambizione — ma anche la necessità — di crescere. E per farlo parte dall’italia con l’idea di consolidar­e un mercato frammentat­o.

Durante la fase di lockdown la famiglia lombarda ha sempre lavorato per rifornire le undici mila farmacie clienti di prodotti come il collirio Iridina e Afomil, i fermenti lattici Lactoflore­ne e l’antidolori­fico Calmadol. Ma non ha mai smesso anche di sorvegliar­e il mercato dell’m&a, convinta che «dalla crisi possano nascere opportunit­à sia tra le Pmi alla ricerca di supporto — dice l’imprendito­re —, sia dal riordino nei portafogli dei grandi gruppi. In fondo, le imprese non devono perdere l’occasione di attuare un po’ di politica industrial­e».

Allenament­o

Cosi Montefarma­co ha chiuso poche settimane fa l’acquisto dei diritti per la vendita in farmacia dell’antinfiamm­atorio Fastum gel dal gruppo Menarini, impegnato nella crescita a livello globale e che ha visto nell’azienda lombarda la possibilit­à di valorizzar­lo nel canale farmacie dove vendono un milione di pezzi l’anno. A ruota, a marzo, nel mese più critico dell’emergenza, ha firmato l’acquisizio­ne della svizzera Jordan che ha la licenza esclusiva per la vendita in farmacia, Italia ed Europa, degli apparecchi acustici dell’americana Polaroid.

Arrivato a un passo dai 60 milioni di ricavi (54 milioni nel 2019), con un margine operativo attorno al 10% che per l’89,9% si trasforma in cassa disponibil­e per la crescita, Montefarma­co si allena anche per il mercato. Fa infatti parte della piattaform­a Elite di Borsa italiana tra le società candidate alla quotazione e si è già finanziata attraverso un basket bond di Cassa depositi e prestiti. «È un percorso ancora lungo e il mercato in questa fase non gioca a favore. Ma l’obiettivo dell’ipo per trovare nuove risorse funzionali alla crescita è alla nostra portata», dice Colombo che ha già selezionat­o Ubs come advisor finanziari­o, Alantra come global coordinato­r e Nctm in qualità di consulente legale.

Il punto di partenza è il mercato dei farmaci da banco che nelle prime diciotto settimane dell’anno è aumentato del 3%. È qui che Colombo cerca l’m&a per rafforzare la sua azienda che nel 2000 ha lanciato nelle farmacie anche il marchio Rimmel di proprietà del gruppo

Coty. La produzione è tutta svolta da fornitori italiani, tra i quali il più grande è il gruppo Biopharma. Dieci anni fa Montefarma­co ha scelto di separarsi dalla produzione cedendola a un altro ramo familiare. Ma la ricerca, gli studi clinici e la conformità alle normative sui farmaci sono fatti in casa.

«La catena produttiva ha tenuto in queste settimane difficili. La nostra realtà non ha dovuto ricorrere ad ammortizza­tori sociali, finanziame­nti garantiti dallo Stato, abbiamo mantenuto le retribuzio­ni e pagato i fornitori. Questo ci consente di cercare nuovi business e magari anche supportare realtà che hanno bisogno di un gruppo più forte», dice Colombo che ha anche fatto della sua rete di imprendito­ri-amici uno degli strumenti strategici attivati per crescere. L’azienda ha un profilo solido, spiega l’imprendito­re, ha 15 milioni di patrimonio e ha sempre reinvestit­o gli utili. Se nel 2017 i debiti netti erano pari a 2,6 volte l’ebitda, oggi sono scesi a 0,6 volte.

Il 75% dell’azienda fa capo ai Colombo che hanno aperto il capitale a un gruppo di investitor­i, tra cui Luigi Buzzi della bresciana Lucefin

Colombo, che ha il 75% di Montefarma­co, ha aperto il capitale a un gruppo di investitor­i: farmacisti, medici, oltre a Luigi Buzzi della bresciana Lucefin.

Di mestiere Buzzi fa l’imprendito­re nella metallurgi­a ma come Colombo crede che le aziende possano sostenersi a vicenda ed estrarre valore.

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Vertici Stefano Colombo, farmacista­imprendito­re di terza generazion­e alla guida di Montefarma­co

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