SCUDO DA 2 MILIARDI PER 300 MILA PICCOLI
Il fondo pubblico previsto nel decreto Rilancio garantisce i crediti e protegge dai mancati pagamenti. Coface Italia: si evita la paralisi
commerciale a breve termine fornisce copertura a un milione di realtà tra aziende assicurate e aziende debitrici. «Parliamo di 1,8 milioni di linee di credito — dice Ernesto De Martinis, amministratore delegato di Coface Italia — per un importo complessivo di circa 250 miliardi di euro di transazioni commerciali business-to-business all’anno». Di queste, i due terzi interessano controparti italiane e un terzo clienti esteri. La storia insegna che, in tempo di crisi, le insolvenze delle imprese tendono ad aumentare, con conseguenze per tutto il sistema produttivo. Stritolate da una forte contrazione della domanda interna e dal crollo del commercio globale, migliaia di aziende rischiano nei prossimi mesi di non riuscire a pagare i propri debiti. «La situazione è delicata — dice De Martinis —. Prevediamo
che l’insolvenza possa aumentare nel 2020 del 25% nel mondo e che nell’eurozona ci siano ora 14 mila imprese a rischio default».
I voti
A pagarne lo scotto saranno soprattutto le piccole e medie imprese che rischiano di venir spazzate via: un’azienda su quattro fallisce proprio perché il debitore non paga. «Nel nostro Paese — chiarisce l’amministratore delegato — stimiamo un aumento dell’insolvenza del 18%. Un dramma per le aziende di piccola taglia che hanno una struttura finanziaria più debole rispetto alle grandi società, dunque sono maggiormente esposte a questa crisi epidemiologica».
Dal punto di vista degli assicuratori, crisi e boom dell’insolvenza significano storicamente l’esplosione del downgrading, la revisione al ribasso del «voto» sul merito