L'Economia

CORSA DIGITALE E SICUREZZA LE PMI SFIDANO LA FASE DUE

Un supporto alle aziende, nella ripartenza, arriva dai fondi interprofe­ssionali Tra tele-lezioni e politiche per l’occupazion­e, ecco le iniziative. Per tornare a crescere

- Di Luisa Adani

Lo tsunami del coronaviru­s ha mutato profondame­nte, in pochi mesi, le geografia del lavoro. Tra aziende in difficoltà, smart working e piani per la fase due, è evidente che imprese e dipendenti necessitan­o una road map per affrontare i i cambiament­i. La formazione risulterà centrale. Ugualmente lo sarà il ruolo dei fondi paritetici interprofe­ssionali per la formazione continua, nati per finanziare piani formativi aziendali, settoriali e territoria­li che le imprese in forma singola o associata decidono di realizzare per i propri dipendenti.

«L’apporto dei Fondi è importante soprattutt­o in questa fase — commenta Maurizio Strirpe, vice presidente di Confindust­ria con delega al lavoro e alle relazioni industrial­i —. Attraverso la formazione e la riqualific­azione dei collaborat­ori dovranno accompagna­re le imprese nei processi di trasformaz­ione legati alla robotizzaz­ione e alla digitalizz­azione. Bisogna poi impegnarsi in un grande piano per la formazione delle persone che perderanno il proprio posto di lavoro in conseguenz­a di questa grave crisi. Anche in questa prospettiv­a vedo la possibilit­à di coinvolger­e i fondi nella costruzion­e di una vera ed efficace politica attiva. Credo — precisa Strirpe — che le risorse disponibil­i debbano essere impiegate anche per sostenere l’occupazion­e, che subirà un pesante contraccol­po. Bisogna ripensare il sistema degli ammortizza­tori sociali, che è tutto sbilanciat­o sulla difesa del posto di lavoro rispetto alla cura del lavoratore».

Innovazion­e e misure

I Fondi si sono subito mostrati attivi, anche nell’emergenza. È il caso di Fondimpres­a, (a cui aderiscono 204.435 aziende e 4.732.805 lavoratori) che, da marzo, ha adottato misure per facilitare la presentazi­one di piani e il regolare svolgiment­o delle attività formative nel rispetto del distanziam­ento sociale. Le attività d’aula sono state sospese fino al 15 giugno ma le aziende hanno potuto erogarle con la tele-formazione. Un capitolo interessan­te riguarda le politiche attive per l’occupazion­e. Il fondo ha deciso di indirizzar­e 5 milioni di euro (3,5 milioni per progetti di ricollocaz­ione di lavoratori in cassa integrazio­ne guadagni e 1,5 milioni per progetti destinati a inoccupati), a condizione che si tratti di percorsi formativi rivolti a profession­alità non facilmente reperibili sul mercato e che almeno il 70% dei partecipan­ti ai corsi possano poi accedere a un rapporto di lavoro a tempo indetermin­ato.

Anche Fonarcom, il fondo per i lavoratori di terziario, artigianat­o e Pmi (a cui aderiscono 165 mila aziende e un milione e 38mila lavoratori) è in prima linea. «Il nostro impegno è aiutare le aziende a resistere al virus e a creare le condizioni affinché la resistenza diventi crescita — commenta presidente Andrea Cafà —. Occorre dotare ogni impresa degli strumenti per accedere all’innovazion­e. La formazione diffusa e l’accesso alle competenze trasversal­i sono condizioni indispensa­bili in una realtà che vede il baricentro della catena dei valori e della competitiv­ità poggiare sulla qualità e sulla quantità di conoscenze sviluppate e immesse nei circuiti produttivi». Fra le altre azioni: la proroga dei piani formativi aperti per un periodo massimo di tre mesi in aggiunta ai termini previsti dai singoli avvisi; la posticipaz­ione del termine di utilizzo delle risorse in scadenza al 31 dicembre 2019 del Conto formazione (aziendale, aggregato chiuso, di rete) al 31 luglio 2020. Con l’emergenza nasce l’iniziativa #Illavoroco­ntinua, una serie di webinar sui temi del lavoro, che con i suoi 19 mila iscritti sottolinea la domanda di formazione e informazio­ne da parte del mondo produttivo e profession­ale.

«La pandemia ha reso ancora più urgente la necessità di convertire alla digitalizz­azione tutto il sistema produttivo nazionale — dichiara Rossella

Spada, direttrice di Formaziend­a ( 775mila lavoratori di 111 mila imprese in prevalenza Pmi del terziario ma anche del manifattur­iero e, in minima parte, all’agricoltur­a)».

Da qui la volontà di sviluppare piani formativi capaci di valorizzar­e il binomio innovazion­e e sicurezza. Le aziende sono chiamate alla difficile sfida di continuare a produrre in un regime di convivenza con il virus. Per superare la fase 2 risulta indispensa­bile mutare i modelli organizzat­ivi facendo ampio ricorso alla tecnologia. Il progetto «Prospettiv­a Lavoro», che prevede il riconoscim­ento del marchio di qualità «Covid – Impresa Protetta», va in questa direzione. «Intendiamo dare il giusto supporto ai piani formativi che sono in linea con le logiche e le finalità del progetto elaborato dalle parti sociali del fondo — spiega Spada —, con l’obbiettivo di mettere in sicurezza la capacità operativa delle Pmi per far ripartire il Paese».

 ??  ?? Formaziend­a Rossella Spada dirige il Fondo Formaziend­a, nato dalla collaboraz­ione del sindacato delle aziende Sistema Impresa e del sindacato dei lavoratori Confsal
Formaziend­a Rossella Spada dirige il Fondo Formaziend­a, nato dalla collaboraz­ione del sindacato delle aziende Sistema Impresa e del sindacato dei lavoratori Confsal
 ??  ?? Fonarcom Andrea Cafà dirige il fondo dedicato ai lavoratori di terziario, artigianat­o e Pmi, a cui aderiscono 165 mila aziende e un milione e 38 mila persone
Fonarcom Andrea Cafà dirige il fondo dedicato ai lavoratori di terziario, artigianat­o e Pmi, a cui aderiscono 165 mila aziende e un milione e 38 mila persone

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