L'Economia

Laurea, le spine del riscatto agevolato

- IL PASSAGGIO AL CONTRIBUTI­VO TAGLIA LA PENSIONE

Sono nato il 28 gennaio 1972, lavoro a tempo indetermin­ato (retribuzio­ne 53.000 euro), situazione contributi­va in regime misto (riscatto servizio militare e contribuzi­one al fondo pensione elettrici dal 13/03/1995 ad oggi). Vorrei riscattare 3 anni 2 mesi di laurea. Mi conviene? Riuscirò ad anticipare la pensione? È meglio usare la procedura ordinaria di riscatto o quella agevolata con passaggio al contributi­vo?

Lettera firmata — via email Senza riscatto andrà in pensione nel 2037, a 65 anni e 9 mesi, con una pensione netta stimata di 1.984 euro (in ipotesi di crescita passata del reddito dell’1,5% annuo). Con il riscatto andrebbe in pensione tre anni prima, nel 2034 a 62 anni e 5 mesi (in ipotesi di continuità lavorativa da oggi alla quiescienz­a). L’importo dell’assegno resterebbe pressoché uguale (1.924 netti). Ricordando che l’opzione contributi­va è irrevocabi­le, mentre il riscatto agevolato dovrebbe essere permanente, vediamo la spesa stimata. Il riscatto tradiziona­le potrebbe costare circa 50.000 euro. Può presentare la domanda all’inps per verificare l’effettivo costo: la domanda non è impegnativ­a e può essere ripetuta nel tempo. Con l’opzione contributi­va e la successiva richiesta di riscatto di laurea agevolato, il costo sarebbe di circa un terzo (15.792), ma porterebbe a una riduzione dell’assegno mensile di circa 200 euro netti. Il risparmio sul costo del riscatto (circa 35.000 euro) verrebbe vanificato dalla minore pensione dopo circa 14 anni (periodo inferiore all’attesa di vita media di un pensionato, almeno 20 anni). Stando alle regole attuali e vista la non urgenza di decidere oggi l’opzione contributi­va (magari le regole cambierann­o ancora …), potrebbe aspettare un po’ e vedere i prossimi sviluppi normativi.

Con la consulenza di Andrea Carbone (Progetica)

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