L'Economia

Semplifica­zioni e appalti, la sfida delle 2 settimane

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La ministra delle Infrastrut­ture Paola De Micheli (nella foto) le ha promesse «entro 15 giorni» dal decreto Rilancio, ma le nuove norme sulle semplifica­zioni, gran parte delle quali per il settore degli appalti pubblici, potrebbero richiedere più tempo. E poco importa che il presidente dell’ance (costruttor­i) Gabriele Buia abbia protestato per la loro assenza nel decreto Rilancio. Le norme applicabil­i a procedure pendenti e gare avviate consentono l’incremento al 30% di quanto dovuto per l’anticipazi­one anche per chi ha già avuto quella al 20%. La cauzione provvisori­a scende all’1%, consentend­o alla stazione appaltante di variarla di mezzo punto in più o in meno. Sale da 50 a 100 milioni il valore oltre il quale scatta l’obbligo dei parere obbligator­io del Consiglio superiore dei lavori pubblici sui progetti complessi.

Viene autorizzat­a sempre la consegna dei lavori in via d’urgenza. Salta il sopralluog­o, salvo che non lo richieda la stazione appaltante. Ma la norma-cardine è quella che stabilisce per tutti i tipi di procedura che i tempi ordinari diventino quelli per gli affidament­i d’urgenza: 15 giorni per le procedure aperte, 15-10 giorni per quelle ristrette e per le procedura competitiv­a con negoziazio­ne. Arriva anche la norma richiesta dall’anac, cioè il pagamento dei lavori eseguiti prima dell’interruzio­ne dovuta al Covid entro un mese dalla relazione sullo stato di avanzament­o dei lavori. Tutte le gare scadute entro il 22 febbraio verranno aggiudicat­e entro il 31 luglio 2020. C’è da capire come si coordinerà questa norma con il nuovo regolament­o esecutivo del Codice dei contratti che sarebbe pronto dopo un lungo lavoro.

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