Fisco e liquidità, lo Stato ora paga Ma troppo poco
Liquidità. L’emergenza delle emergenze è questa per tutte le imprese. Ecco perché è stato ritenuto incoraggiante ma non ancora sufficiente il modo in cui lo Stato ha aperto i rubinetti dei pagamenti della pubblica amministrazione. Il decreto Rilancio ha inserito tra le misure anticrisi un meccanismo sblocca-pagamenti da 12 miliardi per la liquidazione dei debiti certi, liquidi ed esigibili al 31 dicembre 2019, da parte di enti territoriali e Asl. Di questa provvista, 6,5 miliardi sono destinati a Comuni, Province e Città metropolitane, 1,5 miliardi vanno invece alle Regioni e 4 miliardi sono riservati alle aziende sanitarie locali. Tutte le risorse sono gestite da Cassa depositi e prestiti. Si tratta di cancellare intorno al 70% dei debiti commerciali scaduti nella pubblica amministrazione ma solo di quella territoriale. L’operazione punta su tempi ristretti: in dieci giorni il ministero dell’economia deve firmare la convenzione con Cdp. Le amministrazioni territoriali avranno tempo poco più di 15 giorni per chiedere a Cdp l’anticipazione, che dovrà essere concessa entro fine luglio. A quel punto, l’ente dovrà pagare contando sul fatto che potrà restituire l’anticipazione in 30 anni, un tempo che rassicura gli enti locali.«il governo ha ascoltato le imprese e ha accolto alcune istanze sollevate da Confindustria», ha commentato il presidente di Confindustria Veneto, Enrico Carraro (nella foto, il neopresidente di Confindustria Carlo Bonomi).
Come il taglio dell’irap «che va completato con una riforma fiscale complessiva» perché al momento, tra il taglio della plastic tax e il rinvio delle scadenze fiscali, «c’è ancora molta frammentazione».