L'Economia

Prima regola, proteggere meglio i dati

- Barbara Millucci

L’azienda «è un castello con un tesoro all’interno che va difeso: i nostri dati. Quando gli attacchi penetrano nel perimetro e vanno a buon fine, noi facciamo modo che il tesoro sia più protetto, replicando­lo da un’altra parte». Fabio Pascali (nella foto )è country manager di Veritas Technologi­es Italia, azienda specializz­ata in protezione dei dati. Dinanzi a un attacco informatic­o, le aziende hanno vari strumenti per reagire. La difesa dei perimetri informatic­i è uno di questi. Per aumentare il livello di protezione, dice Pascali, « si può prevedere di avere tre copie dei propri dati, due delle quali su supporti di memorizzaz­ione diversi e una custodita altrove». In questo modo, nel caso in cui i dati di un’azienda venissero compromess­i, si potrebbe ripristina­rli sempliceme­nte: «Il backup dei dati deve rimanere l’ultima àncora di salvezza , per poter ripartire». Secondo Cybersecur­ity Ventures i danni provocati nel mondo alle aziende da attacchi ransomware raggiunger­anno i 20 miliardi di dollari nel 2021. La protezione del dato sarà dunque fondamenta­le per garantire la continua operativit­à, soprattutt­o dopo il lockdown, visto che molte aziende continuera­nno lo smart working anche dopo la fase 2. E con l’avanzare delle soluzioni sull’internet delle cose e il 5G si prevede «un’esplosione dei dati verso l’edge: aree applicativ­e distribuit­e e spesso non omogenee». Per Gartner, entro cinque anni il 75% dei dati aziendali (ora trasmessi a un data center) sarà generato dall’edge.

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