Prima regola, proteggere meglio i dati
L’azienda «è un castello con un tesoro all’interno che va difeso: i nostri dati. Quando gli attacchi penetrano nel perimetro e vanno a buon fine, noi facciamo modo che il tesoro sia più protetto, replicandolo da un’altra parte». Fabio Pascali (nella foto )è country manager di Veritas Technologies Italia, azienda specializzata in protezione dei dati. Dinanzi a un attacco informatico, le aziende hanno vari strumenti per reagire. La difesa dei perimetri informatici è uno di questi. Per aumentare il livello di protezione, dice Pascali, « si può prevedere di avere tre copie dei propri dati, due delle quali su supporti di memorizzazione diversi e una custodita altrove». In questo modo, nel caso in cui i dati di un’azienda venissero compromessi, si potrebbe ripristinarli semplicemente: «Il backup dei dati deve rimanere l’ultima àncora di salvezza , per poter ripartire». Secondo Cybersecurity Ventures i danni provocati nel mondo alle aziende da attacchi ransomware raggiungeranno i 20 miliardi di dollari nel 2021. La protezione del dato sarà dunque fondamentale per garantire la continua operatività, soprattutto dopo il lockdown, visto che molte aziende continueranno lo smart working anche dopo la fase 2. E con l’avanzare delle soluzioni sull’internet delle cose e il 5G si prevede «un’esplosione dei dati verso l’edge: aree applicative distribuite e spesso non omogenee». Per Gartner, entro cinque anni il 75% dei dati aziendali (ora trasmessi a un data center) sarà generato dall’edge.