FILIERE HITECH (E SICURE)
L’emergenza ha stressato le catene di produzione globali: si aprono nuovi spazi per le startup dell’agrifood. Ancora poco finanziate
c’è la prossimità informativa, che aiuta ad accorciare le distanze e creare fiducia attraverso la tracciabilità», dice Bartezzaghi. «Qui la tecnologia, con sistemi di etichette parlanti o tracciamento, per esempio con certificazione su blockchain, gioca un ruolo importante, per raggiungere i target di sostenibilità», commenta Federico Caniato, condirettore scientifico.
Altro tema che è tornato in primo piano con l’emergenza è la circolarità, ovvero l’ottimizzazione delle risorse produttive e l’eliminazione degli sprechi lungo la filiera. All’interno della ristorazione collettiva, per esempio, è rimasta molto alta l’attenzione sulla gestione delle eccedenze. Gli obiettivi di circolarità interessano anche il packaging. Durante il lockdown sono emerse complessità nelle filiere del riciclo, che in molti casi si sono fermate. Anche in questo caso, l’informazione al consumatore, anche in modalità tecnologica, può facilitare la corretta gestione del fine vita degli imballaggi.
Esiste poi una funzione dell’imballaggio come tutela della la sicurezza degli alimenti: pensando all’aumento della distribuzione a domicilio dei prodotti durante la pandemia, la capacità del packaging di preservare il cibo nei suoi vari spostamenti è stata (ri)valorizzata. Migliorarla, in modo sostenibile, potrà essere uno degli obiettivi per le startup del settore.
Trend, sorpassi e ritardi
Osservando la mappa delle startup che operano nel settore, vediamo sul podio Svezia, Olanda e Finlandia, a livello globale i principali centri di innovazione sostenibile dell’agri-food, con il maggior numero