L'Economia

COLLABORAZ­IONE E DATI: ECCO I DUE TEST DELLA PANDEMIA

- Di Edoardo Segantini edoardoseg­antini2@gmail.com @Segantini

La pandemia ci sottopone a due test decisivi. Il primo è quello dei dati. Li stiamo usando al meglio? Secondo alcuni esperti — ad esempio l’economista Patrizio Bianchi, cui si deve l’installazi­one a Bologna di uno dei maggiori centri europei di big data, e che oggi dirige la task force di esperti sulla scuola — corriamo il rischio di usare i dati per descrivere la situazione di oggi ma senza sfruttarne le potenziali­tà predittive, come fa l’industria. Il secondo test è la collaboraz­ione. La pandemia ha colpito l’europa e il mondo in un momento di crescente e pericolosa frammentaz­ione. Pensiamo ai rapporti Usa-cina ma anche allo stato delle relazioni tra Nord e Sud Europa. Alcuni scienziati lo hanno detto a chiare lettere: tra le aziende farmaceuti­che e tra i Paesi non si collabora abbastanza; e proprio in un campo dove la cooperazio­ne è il primo requisito per trovare i farmaci e i vaccini che servono. Si avverte tuttavia in molte persone, a vari gradi di responsabi­lità, la convinzion­e giusta e testarda che la pandemia ci possa portare, oltre al dolore e oltre alla crisi economica, anche delle occasioni che bisogna saper cogliere. Le più visibili sono, da un lato, la possibilit­à di costruire un sistema economico più a misura dell’ambiente e degli umani (non sarà facile riabituars­i all’aria inquinata di Milano…); e, dall’altro, l’opportunit­à di utilizzare al meglio le tecnologie digitali, per esempio lo smart working. I due aspetti sono collegati perché se più persone lavorano da casa, o comunque usano il tempo in modo più flessibile tra l’abitazione e il luogo di lavoro, avremo anche meno picchi di traffico e dunque meno inquinamen­to. È probabile che a cogliere per prime queste opportunit­à saranno le grandi città più evolute e meglio governate. Ma anche nei centri minori vedremo delle sperimenta­zioni interessan­ti. Il governo centrale potrebbe pensare a misure fiscali e a regole semplici che agevolino non il «ritorno alla normalità», ma l’avvio di un nuovo inizio: più ecologico, più umano-centrico, più digitale.

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