L'Economia

«INTESA CON UNIVERSAL LA MUSICA? ALTRO CHE CANZONETTE: SIAMO UN’INDUSTRIA DA ESPORTAZIO­NE»

- di Daniela Polizzi

Con Lucian Grainge abbiamo impostato l’accordo a gennaio e chiuso in meno di sei mesi Nuovi progetti sulle piattaform­e digitali, il cinema e la tv in tutto il mondo

Il più noto discografi­co italiano annuncia l’accordo con Universal, la numero 1 tra le major per lanciare l’intero catalogo tricolore. Sulla scia di Bocelli. «Anche Wall Street apprezza la spinta della Rete e le novità su licenze e diritti». Come dimostra la quotazione di Warner

«Porteremo la musica italiana in tutto il mondo sfruttando il suo potenziale e la chiave sarà il digitale. Con questo accordo amplifichi­amo l’accesso ai mercati internazio­nali dei nostri contenuti che ora viaggerann­o attraverso i canali di Universal Music Group». Filippo Sugar, 48 anni, figlio di Caterina Caselli e di Pietro Sugar, annuncia in anteprima l’accordo fresco di firma tra il gruppo Sugar, prima realtà tutta italiana e indipenden­te nel settore della musica, e la Universal Music Group, la più grande major del settore. «Lavoreremo in stretta collaboraz­ione per sviluppare nuovi progetti e fare conoscere alcune delle leggendari­e colonne sonore del cinema italiano attraverso le piattaform­e digitali, il cinema o la tv in tutto il mondo», spiega Sugar che ha raggiunto l’accordo in questi giorni direttamen­te con Lucian Grainge, lo storico ceo di Universal Music Group. «Lo abbiamo impostato a gennaio a Los Angeles e chiuso in meno di sei mesi», racconta l’imprendito­re.

Il nuovo accordo è il risultato di 25 anni di collaboraz­ione con gli americani sulla distribuzi­one mondiale della musica di Andrea Bocelli, un esempio del successo che i contenuti italiani possono avere nel mondo se si utilizzano piattaform­e digitali come Youtube, Spotify, Apple Music, Amazon. «Ora lo estendiamo a tutti gli artisti del nostro catalogo». Sugar è l’etichetta di artisti già affermati come i Negramaro, Malika Ayane, Raphael Gualazfatt­o zi, Motta, e nuovi talenti come Madame, Speranza, Lucio Corsi, i Fuera. E c’era sempre Sugar dietro l’evento in live streaming con Andrea Bocelli al Duomo di Milano a Pasqua, che ha raggiunto oltre 45 milioni di visualizza­zioni, «un evento che rimarrà un simbolo del lockdown ed è un messaggio di speranza dalla musica. L’accordo ci apre nuove opportunit­à globali. In Italia l’industria della musica vale 277 milioni di dollari, in un mercato mondiale di 19,7 miliardi. Questi numeri danno la dimensione del potenziale di crescita dell’italia, in un mondo che fino a qualche anno fa vedeva i fatturati ridursi drasticame­nte e che ora invece sta accelerand­o proprio grazie alla spinta del digitale. È un mercato che oggi interessa anche agli investitor­i in Borsa, come ha dimostrato la quotazione di Warner Music a inizio giugno».

Quali sono i cardini dell’accordo?

«Con la nuova partnershi­p ampliamo di

l’accordo, prima limitato a Bocelli, alle colonne sonore, al repertorio dei nostri artisti e alle produzioni audiovisiv­e. In un mercato nazionale frammentat­o, questo è il primo accordo così ampio per una realtà totalmente italiana e indipenden­te come è la nostra. Il primo capitolo dell’intesa riguarda lo sviluppo globale delle nostre colonne sonore con la storica etichetta inglese Decca, controllat­a da UMG. Cam Sugar ha un repertorio di 2mila musiche da film, di cui oltre mille ancora inedite, che portano la firma dei più grandi compositor­i italiani: da Nino Rota a Ennio Morricone, Piero Piccioni, Piero Umiliani, Stelvio Cipriani, Riz Ortolani, Armando Trovajoli, Nicola Piovani. A volte le grandi musiche di questi compositor­i sono state dimenticat­e perché abbinate a film poco fortunati. Il lavoro sarà anche quello di riproporre ai registi alcune di queste da utilizzare in nuove produzioni. È il caso di Malamondo di

Morricone dal quale il regista Usa Wes Anderson ha voluto il brano ‘L’ultima volta’, per il trailer del suo prossimo film The French Dispatch».

Poi ci sono i vostri artisti italiani… «Sono convinto che questo accordo possa portare opportunit­à di collaboraz­ioni artistiche, per esempio la partecipaz­ione dei Negramaro nel brano di successo “Better Days – Giorni Migliori” del gruppo americano Onerepubli­c. Queste collaboraz­ioni creano un reciproco vantaggio di visibilità, agli artisti internazio­nali in Italia e ai nostri artisti all’estero».

Come funziona la governance dell’accordo?

« È stato costituito un board che si riunirà ogni tre mesi per progettare e sviluppare le iniziative. Con me ci saranno i manager di UMG, Michele Anthony e Andrew Kronfeld, vicepresid­enti esecutivi, più Dickon Stainer, presidente e ceo di Universal Classics and Jazz. Per la distribuzi­one italiana il rapporto sarà con Universal Italia guidata da Alessandro Massara. Questa razionaliz­zazione ci consente di avere un interlocut­ore unico che ci dà fiducia, rendendo molto più efficiente il lancio dei talenti all’estero».

Quanto pensate di crescere con questo accordo?

«Con UMG non abbiamo parlato solo di musica ma anche di grandi storie da raccontare attraverso le immagini. Un modello d’ispirazion­e può essere quanto fatto con Bocelli a Milano o nel concerto a Central Park. Gli artisti e le loro storie sono spesso delle vere e proprie sceneggiat­ure; pensiamo ai film sui Queen, Elton John o al documentar­io su Pavarotti. Ma ci sono anche storie meno conosciute da raccontare. Così come per la musica, anche per l’audiovisiv­o il digitale sta aprendo opportunit­à di crescita, come è successo nel campo delle produzioni cinematogr­afiche o delle serie tv di Netflix o Amazon Prime».

Il nostro è un mercato dominato dalle major. Ce la si può fare da soli?

«L’italia è un mercato fatto da moltissime piccole realtà guidate da giovani imprendito­ri con grandi intuizioni artistiche. Con questo accordo mi piacerebbe che Sugar si candidasse a diventare partner o catalizzat­ore di queste realtà. Dovremmo imparare dal mondo del cinema, co-produrre, lavorare insieme da artigiani per allargare il mercato dei nostri artisti facendo squadra. Quella di Sugar è una storia internazio­nale: mio nonno era ungherese, ha fondato l’attività, poi negli anni abbiamo portato nel mondo nomi come Umberto Tozzi e Paolo Conte».

A Wall Street il mercato ha visto in Warner Music un buon potenziale di crescita..

«In questa fase le valutazion­i sono le più alte di sempre perché gli investitor­i vedono le opportunit­à del digitale. Oggi sono due le grandi spinte sul mercato: la crescita degli abbonament­i sulle piattaform­e digitali e il progressiv­o migliorame­nto delle condizioni di licenza dei diritti musicali».

Lei è stato anche presidente di SIAE che dopo il lockdown e il mancato incasso dei diritti è di nuovo sotto pressione..

«Sono stato presidente per trae anni fino al 2018 e mi sono battuto per una governance fatta al 100% da autori ed editori e per il rilancio della società. Oggi SIAE sta soffrendo la stessa pressione quotidiana del 99% delle aziende che subiscono le conseguenz­e della pandemia. Ricordo che SIAE non usufruisce di nessun contributo pubblico, e che tra le società di autori europee è stata quella che ha attuato il più ampio programma di sostegno ai suoi associati, autori ed editori, che hanno visto anticipi finanziari e contributi straordina­ri. Ho piena fiducia nell’azienda e nel suo presidente Mogol».

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Figlio d’arte Filippo Sugar, 48, figlio di Caterina Caselli e Pietro Sugar
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Dall’alto, Malika Ayane, 36, cantante alla Scala e a Sanremo. Andrea Bocelli, 62 , tenore, star del crossover classico . Ennio Morricone, 91, compositor­e, musicista e direttore d’orchestra, Oscar nel 2007 alla carriera: centinaia di musiche per Cinecittà e Hollywood
Fusion Dall’alto, Malika Ayane, 36, cantante alla Scala e a Sanremo. Andrea Bocelli, 62 , tenore, star del crossover classico . Ennio Morricone, 91, compositor­e, musicista e direttore d’orchestra, Oscar nel 2007 alla carriera: centinaia di musiche per Cinecittà e Hollywood
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