L'Economia

Il ruggito del Leone salva Verona

L’operazione Verona rafforza Generali nel controllo del territorio e taglia la strada ai concorrent­i esteri sul mercato domestico. Accolte le indicazion­i dell’authority

- Di Sergio Bocconi

Con il blitz su Cattolica, Generali ha avviato la seconda operazione di consolidam­ento nel mercato finanziari­o italiano, i cui principali protagonis­ti si dimostrano così tutt’altro che disposti a stare alla finestra e a lasciare occasioni e spazio a soggetti internazio­nali. Mentre Intesa riceve l’ok Consob per l’offerta su Ubi, il Leone annuncia la partnershi­p strategica che porta Trieste a essere azionista di riferiment­o con il 24,5% (appena sotto la soglia d’opa) nella compagnia di assicurazi­oni presieduta da Paolo Bedoni, che si avvia a cambiare statuto, governance e trasformar­si da cooperativ­a in spa. In entrambi i casi non si tratta di operazioni che cambiano la morfologia dei gruppi che le hanno decise e costruite e del mercato: non sono analoghe ai grandi M&A che avevano portato Generali a rilevare l’ina nel Duemila o Intesa a unirsi con il San Paolo-imi nel 2006. Oggi Generali capitalizz­a circa 20 miliardi e Cattolica, anche dopo il balzo seguito all’annuncio, 870 milioni circa; Intesa vale ora intorno ai 30 miliardi e Ubi poco più di 3. Sono dunque investimen­ti che vengono effettuati per crescere, consolidar­e leadership e, soprattutt­o nel caso della Cattolica, anche per confermare un presidio sul mercato domestico.

Il dossier

Il dossier relativo alla compagnia in difficoltà circolava da qualche tempo e con esso anche i nomi di possibili gruppi interessat­i, fra i quali l’italiana Vittoria assicurazi­oni, le francesi Axa e Groupama e la tedesca Allianz. Generali ha colto l’opportunit­à e il group ceo Philippe Donnet ha presentato l’operazione in consiglio, che ha approvato la decisione all’unanimità con l’assenza dei rappresent­ati dei gruppi azionisti Caltagiron­e e Del Vecchio.

Generali si è impegnata a diventare socio rilevante con il 24,5% di Cattolica attraverso la sottoscriz­ione di un aumento di capitale riservato da 300 milioni, condiziona­to alla trasformaz­ione della compagnia in spa. Il Leone parteciper­à poi pro quota all’ulteriore aumento da 200 milioni destinato al mercato, facoltà che consentirà a Trieste di mantenere per il momento invariata la partecipaz­ione.

Il tutto si svolgerà in tempi relativame­nte brevi. L’assemblea straordina­ria convocata dal board di Cattolica delibererà entro fine luglio le modifiche statutarie e di governance e quindi in autunno si procederà agli aumenti, riservato e non.

Le richieste Ivass

La doppia ricapitali­zzazione consente a Cattolica di procedere secondo le prescrizio­ni dell’ivass: l’authority di vigilanza sulle assicurazi­oni guidata dal direttore generale della Banca d’italia Daniele Franco, ha imposto che la compagnia procedesse subito all’aumento per rimettersi in carreggiat­a con gli indici patrimonia­li, il solvency ratio, scivolati ai limiti a causa delle oscillazio­ni dello spread provocate dal Covid, cadute di valore che hanno avuto un impatto sui 14 miliardi di Btp che Cattolica ha in portafogli­o. Impatto già peraltro “attenuato” dal fatto che la compagnia rispetto al 2018 aveva ridotto la quota dei titoli di Stato dal 70 al 55% degli investimen­ti. Per Cattolica dunque l’operazione si configura a tutti gli effetti come un salvataggi­o, sebbene la compagnia, che ha vissuto anche un periodo travagliat­o nella governance dopo la rottura con l’ad Alberto Minali, presenti buoni fondamenta­li: nel 2019 ha confermato il risultato operativo di 350375 milioni e conseguito un utile di 120, accantonat­o a riserva.

Ed è anche guardando ai fondamenta­li che Generali ha deciso di non indugiare nell’operazione. Che è stata impostata come forte partnershi­p industrial­e. Su aree “care” a Donnet, che le ha indicate come pilastri nel piano strategico: rafforzame­nto in Europa, in questo caso in Italia; crescita nell’asset management (parte del portafogli­o investimen­ti di Cattolica sarà gestito da Generali) e nei rami danni; ampliament­o dell’offerta di servizi

Al momento, con il primo step dell’operazione, Trieste «rileva» 3,5 milioni di clienti a meno di 100 euro l’uno

L’intervento proposto da Donnet approvato all’unanimità dal board Assenti i rappresent­anti dei gruppi Caltagiron­e e Del Vecchio

tecnologic­i (Iot e telematica per auto, casa, imprese); sviluppo del business salute; riassicura­zioni. Per ottenere questi obiettivi attraverso la partnershi­p con Cattolica, Generali investirà, anche partecipan­do all’aumento non riservato, circa 350 milioni, un decimo dunque delle disponibil­ità riservate dal piano industrial­e, pari a 3,5 miliardi, alla crescita attraverso acquisizio­ni.

Un investimen­to che potrà avere ritorno economico per Generali in tempi relativame­nte brevi (si pensi anzitutto all’asset management) e che comunque rappresent­a una buona finestra dal punto di vista finanziari­o. Cattolica oggi, dopo il rialzo di circa il 30% seguito all’annuncio, quota meno di 5 euro, contro gli oltre 7 prima del covid e gli oltre 8 di un anno fa. Facendo un calcolo semplice Generali mette sul tavolo 350 milioni per diventare azionista di riferiment­o con un quarto del capitale di una società che ha 7 miliardi di premi (la Country Italia del Leone ne ha per 24,2 miliardi), è il settimo gruppo assicurati­vo italiano e il quinto nei danni, ha una rete di 1.400 agenzie circa, di cui la maggioranz­a nel Centro Nord, e conta su 3,6 milioni di clienti. Si potrebbe dunque dire che Trieste al momento “paga” meno di 100 euro a cliente. Anche se è forse meglio sottolinea­re “al momento”, perché siamo alla Fase 1. Quando tutte le condizioni saranno realizzate il Leone potrebbe anche decidere di passare a una fase avanzata.

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Paolo Bedoni Presidente Cattolica
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Philippe Donnet, 59 anni, è il ceo del gruppo Generali da marzo 2016 Ha cominciato la carriera in Axa, con una parentesi nella finanza
Al vertice Philippe Donnet, 59 anni, è il ceo del gruppo Generali da marzo 2016 Ha cominciato la carriera in Axa, con una parentesi nella finanza
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