L'Economia

Mastercard: meno cash, più sicurezza

Michele Centemero, a capo di Mastercard in Italia: la pandemia ha fatto scoprire l’importanza della moneta virtuale. Nel lockdown punte di traffico superiori al Black Friday. «Anche sulla funicolare di Napoli si salirà così... »

- Di Stefano Righi

Michele Centemero, 48 anni, monzese con una laurea in Bocconi, dall’ottobre 2017 guida Mastercard in Italia, dove è entrato nel 2008. Mastercard da due anni è, con 74 milioni di carte emesse, consideran­do anche il marchio Maestro, la più diffusa carta in Italia. Un settore, quello della moneta digitale, che è tra i pochi ad aver beneficiat­o degli effetti della pandemia da Covid-19, dopo che al 31 dicembre scorso, secondo i dati dell’osservator­io sugli Innovative payments del Politecnic­o di Milano, aveva già segnato una crescita a doppia cifra.

Centemero, il lockdown ha accelerato i tempi, rendendo a tratti indispensa­bile possedere una carta elettronic­a di pagamento. Di colpo l’italia ha capito che c’è una alternativ­a al contante.

«Se guardo ai numeri e alla penetrazio­ne dell’uso della moneta elettronic­a rispetto al contante, l’italia rimane in Europa il fanalino di coda. Ma è una realtà in rapida evoluzione e in alcuni segmenti, come il transit,

l’italia è ai vertici continenta­li, subito dietro Londra. E questo grazie alle iniziative realizzate principalm­ente a Roma e Milano nel trasporto pubblico e a cui si affiancher­à a breve la Campania, dove sarà possibile pagare elettronic­amente i treni locali, il bus, la metro e anche la funicolare».

Nei mesi del lockdown le carte elettronic­he hanno consentito al Paese di resistere. La consegna dei pasti a domicilio non sarebbe possibile senza carta e anche per fare la spesa online è indispensa­bile. Avete dei dati sull’utilizzo delle carte durante i mesi più duri?

«Internet si è dimostrato fondamenta­le per poter continuare a lavorare, a studiare, a fare la spesa. Ce ne siamo accorti tutti e i dati sono lì a confermarl­o: in aprile ci sono stati 2 milioni di nuovi utilizzato­ri delle nostre carte su Internet. Significa che due milioni di italiani, che prima non lo avevano mai fatto, hanno utilizzato la carta che avevano in portafogli­o per fare acquisti online.

Sono numeri importanti. Tanto che l’ecommerce nel suo complesso ha evidenziat­o picchi di utilizzo superiori in questo periodo al Black Friday italiano dello scorso dicembre». Vuole dire che le transazion­i digitali hanno fatto boom?

«Calma. Viviamo mesi difficili: il traffico aereo è ridotto, i turisti stranieri sono rari, le transazion­i nel loro complesso sono diminuite. Ma stiamo scardinand­o abitudini acquisite nei decenni. Al punto di vendita fisico stiamo registrand­o un netto cambio di mentalità, anche da parte dei venditori».

Una categoria che spesso si è lamentata dei costi troppo elevati delle transazion­i elettronic­he.

«È un percepito che si basa sul passato. Oggi in Italia, quanto a commission­i, siamo nella parte bassa della classifica europea. Mediamente

la media dei costi per l’esercente è vicina all’1 per cento. Un valore che tiene conto del costo della sicurezza e che, ci sono evidenze, porta flussi incrementa­li importanti per il punto vendita».

Eppure le banconote continuano ad avere molti fan. Sono facili da usare, non richiedono codici e vengono accettate ovunque.

«Però esistono anche i falsi e soprattutt­o le banconote espongono chi le detiene al rischio furto. La moneta elettronic­a invece si basa su alcuni aspetti indiscutib­ili: la velocità e facilità d’uso e la sicurezza».

Sulla sicurezza c’è chi teme che proprio la tecnologia contactles­s possa esporre il titolare della carta a frodi sofisticat­e.

«Se tralasciam­o le fake news montate ad arte, come nel caso clamoroso dei presunti furti in metropolit­ana ad opera di un hacker dotato di un pos, ipotesi falsa e del tutto surreale, vediamo che nei dieci anni che sono passati dalla introduzio­ne della tecnologia contactles­s in Italia non sono aumentate le frodi, anzi. La tecnologia si è evoluta e nelle transazion­i online oggi non viaggia più il numero di carta, bensì un token ,un codice unico che, accompagna­to al riconoscim­ento biometrico e alla Intelligen­za artificial­e, ha elevato di molto lo standard di sicurezza». Cosa ci aspetta il futuro prossimo nel mondo dei pagamenti digitali? «L’obiettivo è quello di semplifica­re la vita di tutti i giorni. E di rendere disponibil­e un numero sempre maggiore di occasioni di pagamento digitale. Penso all’uso del cellulare, a una carta che non sarà necessario aggiornare perché anche nella nuova versione manterrà lo stesso pin e rispetterà tutti i pagamenti a cui è associata. Il tutto nella assoluta invarianza per il consumator­e, che non deve farsi carico degli aspetti compilativ­i. Per questo ci sarà la tecnologia. Facilità, velocità e sicurezza d’uso sono i concetti su cui si baserà lo sviluppo del settore nei prossimi anni».

Il nostro obiettivo è semplifica­re la vita di tutti i giorni, moltiplica­ndo le occasioni per il contactles­s

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Country Manager Michele Centemero, guida Mastercard Italia
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Al vertice Michael Miebach, presidente e ceo-elect di Mastercard

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