Popolare Bari perde un’azione (di responsabilità)
Che fine ha fatto l’azione di responsabilità contro i vertici della Banca Popolare di Bari? Le cifre del crac che i commissari presentano all’assemblea sono impressionanti. Fotografano i danni provocati dalla gestione targata Jacobini, una famiglia sola (e indisturbata) al comando per sessant’anni, accompagnata dal consueto esercito dei professionisti di corte. Quando Marco Jacobini non poteva essere contemporaneamente presidente e amministratore delegato, si teneva l’una o l’altra poltrona in un continuo equilibrismo tra le esortazioni e le sanzioni di Bankitalia. Tanto alla direzione generale, con poteri ben più ampi di quelli formali, c’erano i suoi figli. E quando meno di un anno fa è stato cacciato di casa chi è andato a sostituirlo alla presidenza?
Suo nipote Gianvito Giannelli. Una governance inguardabile, inconcepibile, che negli ultimi 5 anni (2014-2019) ha prodotto disastri. Come se nel frattempo i casi Carige, Popolare Vicenza, Veneto Banca, Banca Etruria, Banca Marche ecc. fossero avvenuti su Marte. Adesso c’è un’inchiesta penale e la banca, commissariata, si prepara a ripartire. Poi ci sono i numeri: a fine marzo 2020 la perdita è di 1,14 miliardi. Dopo la trasformazione in spa, deve essere varato un aumento di capitale da 933 milioni: la manovra complessiva di salvataggio è di 1,6 miliardi. La quota più consistente la mette il Fitd. E questi sono i soldi del sistema delle banche. Il Mediocredito Centrale (Mcc) ci mette 430 milioni. E questi sono soldi di tutti perché Mcc è a controllo pubblico. Se va bene si vedrà un utile nel 2023-2024. ll conteggio finale del crac è di almeno 3 miliardi, considerando 1,5 miliardi di capitalizzazione bruciata dai «bei» tempi. Cioè quando le azioni avevano toccato un massimo di 9,53 euro con il prezzo fatto in casa per anni anche sulla base di perizie di Deloitte Financial Advisory. Nelle carte depositate per l’assemblea c’è oggi il parere favorevole della stessa Deloitte (revisore in carica) al prezzo di recesso: zero. Settantamila soci azzerati, una croce rossa finanziaria da 1,6 miliardi, un impatto durissimo sull’economia del territorio, gli Jacobini arrestati mentre svuotavano i loro conti bancari milionari. E l’azione di responsabilità? I commissari fanno sapere di aver avviato l’istruttoria per l’autorizzazione di Bankitalia. È già qualcosa. Ma arrivati a questo punto di svolta forse serviva qualcosa di più concreto, avanzato, formale. Per ribadire che l’epoca degli sconti è finita.