La startup dell’ambiente pulito guarda verso Oriente
Crede in un cambio di rotta importante nella tutela della salubrità degli ambienti e delle persone Raffaella Moro, presidente di Reair, start up milanese specializzata in tecnologie per la sanificazione dell’aria e per l’abbattimento di agenti inquinanti in ambienti sia esterni che indoor, nata lo scorso settembre dopo 6 anni di ricerche che hanno portato (grazie alla collaborazione con i più importanti atenei italiani) a certificazioni e brevetti unici nel loro campo di azione. L’idea — basata sulla fisica — ha permesso, infatti, lo sviluppo di tecnologie innovative fotocatalitiche che permettono la degradazione e l’ossidazione di inquinanti e microrganismi nocivi, trovando terreno fertile durante l’emergenza sanitaria, visto il boom di richieste per incrementare la sicurezza ambientale di imprese, luoghi di lavoro e di vita. «Essere nati prima e non per contingenza alla pandemia — osserva Moro — ci permette di rispondere alle nuove esigenze del mercato in chiave strutturata e non opportunistica. La nostra filosofia, del resto, si basa da anni, sulla prevenzione degli ambienti e su processi igienizzanti ecocompatibili, durevoli nel tempo. Pilastri che ci hanno premiato visto che, durante il lockdown, siamo stati più operativi che mai: dall’apertura di una nuova filiale a Los Angeles alla formazione online di un team di tecnici e operatori nuovi, fino a progetti sperimentali di sanificazione e riqualifica di diverse edicole di Milano». A supervisionare la parte scientifica di Reair, il professor Angelo Del Favero, direttore generale dell’istituto superiore di sanità dal 2014 al 2019. «Un cambio culturale di mentalità — precisa Del Favero — è necessario e imprescindibile: non solo per eliminare gli effetti psicologici da edificio “malato”, ma soprattutto per gestire preventivamente i rischi biologici, migliorando la qualità di vita degli occupanti con un inevitabile riscontro economico e di welfare aziendale concreto. Si tratta, infatti, di un settore forse ancora poco conosciuto del made in Italy, ma che può essere considerato già un’eccellenza, alla pari di altri comparti famosi». La chiarezza di visione è la leva più potente su cui la start up punta per sostenere la crescita del giro di affari. La società milanese prevede incrementi di fatturato a doppia cifra per i prossimi 2 anni. «Abbiamo — conclude Moro — un piano di espansione serrato. Non solo nei mercati esteri già consolidati, Emirati Arabi e Qatar, ma anche in piazze nuove come Russia, Europa e Paesi dell’est».