«Potenziare la Naspi (e la formazione)»
«Il rischio è che il giorno in cui il governo decida di far venire meno la sospensione dei licenziamenti, quello stesso giorno gli imprenditori che lavorano nelle filiere maggiormente colpite, come turismo, ristorazione, commercio, un minuto dopo apriranno procedure per la riduzione del personale. Le imprese in difficoltà si troveranno costrette ad un inevitabile adeguamento dell’organico pur di non fallire». Franco Tofacchi, avvocato giuslavorista e partner dello studio Ichino Brugnatelli e Associati commenta così la fase 3 del piano di uscita dall’emergenza coronavirus. «Per la dottrina, la sospensione dei licenziamenti è legittima per un periodo di tempo molto ristretto e solo se si è in presenza dello strumento della Cassa integrazione», aggiunge
Tofacchi. Quello che il giuslavorista auspica è di «ridare la possibilità alle imprese di ridurre il personale, rafforzando la Naspi (l’indennità di disoccupazione, ndr) puntando anche maggiormente sulla formazione, così da accompagnare i lavoratori nella delicata fase di transizione da un settore ad un altro». Il decreto Rilancio ha esteso il divieto dei licenziamenti collettivi per giustificato motivo oggettivo per 5 mesi, prorogando al 17 agosto la scadenza inizialmente prevista al 17 maggio. «Il rischio è che non ci sia più simmetria tra Cassa integrazione e sospensione licenziamenti. Se la Cassa integrazione viene meno, visto che non arriva al 17 agosto, e l’impresa non può licenziare il danno lo subiscono i lavoratori che si ritrovano senza Cig né stipendio —, aggiunge il giuslavorista —. Questo pone un problema di continuità aziendale, non si tratta semplicemente di mettere in campo piccoli aggiustamenti».
Franco Tofacchi