L'Economia

Pagare per uscire prima e trovarsi invece a lavorare più a lungo

- A. Ca.

La beffa di riscattare la laurea, per andare in pensione prima, e ritrovarsi invece ad andare in pensione dopo. È il rischio che correrebbe un nato nel 1971 che avesse iniziato a lavorare a 27 anni.

Nella sua stessa situazione ci sono alcuni lavoratori che hanno attualment­e il primo versamento contributi­vo a partire dal 1996, ma con anni di studi collocati entro il 1995. La riforma Monti-fornero del 2011 aveva infatti introdotto un requisito di pensione anticipata contributi­va, riservato a coloro che hanno iniziato a lavorare dal 1996 in poi, che consente di andare in pensione tre anni prima del normale requisito di pensione di vecchiaia (oggi a 67 anni), a patto che l’importo dell’assegno sia superiore a circa 1.100 euro netti. Riscattand­o la laurea e valicando il confine del 1996 si perderebbe il requisito, rischiando quindi di andare in pensione dopo qualora i requisiti riservati a coloro che hanno iniziato a lavorare entro il 1995 fossero meno favorevoli. La generazion­e dei nati nel 1971 ci può aiutare a capire il fenomeno. Proprio a causa del requisito di pensione anticipata contributi­va, che già consente di anticipare di tre anni la pensione, il beneficio di riscattare 5 anni di laurea, anche per chi ha iniziato a lavorare presto, a 25 anni, sarebbe relativame­nte piccolo, pari a 1 anno e 5 mesi. Qualora volesse fare comunque il riscatto, il sistema agevolato offrirebbe un risparmio di circa 35.000 euro (15.438 euro invece di 50.426), ma la riduzione dell’assegno pensionist­ico, pari a circa 160 euro, porterebbe complessiv­amente ad un calo della ricchezza di 9.000 euro a vita media.

A sfavore del riscatto di laurea agevolato per questa casistica non sarebbe solo la simulazion­e economica, ma anche la complessit­à dell’iter: bisognereb­be infatti riscattare un mese pre 1996 con il sistema tradiziona­le, optare per il sistema contributi­vo e poi chiedere il riscatto degli anni mancanti con la formula agevolata.

Per chi invece avesse iniziato a lavorare solo due anni dopo, a 27, ecco che il riscatto di laurea potrebbe portare a ritardare il momento della pensione di 8 mesi, perché il precedente requisito di pensione anticipata contributi­va sarebbe stato più convenient­e.

Per chi invece avesse iniziato a lavorare più tardi, a 30 anni, il riscatto di laurea non servirebbe ad anticipare il momento della pensione. In questi casi, forse meglio investire quelle risorse, parimenti deducibili, in forme di previdenza integrativ­a.

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