L'Economia

Il valzer degli esclusi

- P. Gad.

Il carburante che potrebbe alimentare la prosecuzio­ne del rally iniziato il 23 marzo ha un nome, Fomo, che corrispond­e a un acronimo in lingua inglese: the Fear of missing out, dicono nel mondo anglosasso­ne, ovvero la paura di restare tagliati fuori, in questo caso dai guadagni di Borsa. Esattament­e come accaduto un anno fa, quando i listini consegnaro­no ottime performanc­e, capaci di compensare il terribile trimestre conclusivo del 2018, molti operatori stanno mancando il rimbalzo. E infatti, l’esposizion­e complessiv­a rimane prudente. Gli investitor­i rimangono sensibili all’evoluzione dell’economia: infatti il posizionam­ento netto lungo sui future (contratti a termine) dell’s&p500 segue ancora fedelmente i pmi, (indici che esprimono la fiducia dei responsabi­li agli acquisti ndr). È facile immaginare la frustrazio­ne nel vedere le quotazioni al rialzo, a fronte del moltiplica­rsi delle notizie negative sull’economia. «Certo, le notizie migliorera­nno lentamente e in modo non lineare — premette Alessandro Parravicin­i, senior advisor di Swan am, — ma ogni giorno che passa, il richiamo della foresta per gli investitor­i si farà sempre più difficile da ignorare: sei sottopesat­o sulle azioni. La performanc­e è negativa. E la borsa continua a salire…». Piano piano verranno risucchiat­i. È l’istinto di conservazi­one che obbligherà i money manager a ritornare sull’azionario. Indipenden­temente dalle cattive notizie.

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