Btp, Cct & Co, una polizza anti-inflazione
I titoli, anche in dollari, che proteggono il portafoglio se aumento dei prezzi e litigi europei avessero la meglio
Un paracadute contro il caro vita. Sono Btp, Oat francesi, Bund tedeschi, T-bond Usa, con cedole e capitale indicizzati all’inflazione, sia locale sia dell’eurozona. Ma sono anche Cct che fissano il valore delle cedole future, sommando al tasso Euribor semestrale una maggiorazione che varia da titolo a titolo. Può suonare strano destinare, in questa fase così negativa, una quota del portafoglio a strumenti variabili, eppure ci sono almeno due ragioni per farlo. La prima è l’aumento dei prezzi al dettaglio, che già si sta manifestando ovunque, alla riapertura delle varie attività economiche. Ed è possibile che l’impatto diverrà sempre più importante nei prossimi mesi.
La seconde è di carattere squisitamente politico: riusciranno le due signore alla guida della Bce e dell’ue a convincere i Paesi del Nord Europa ad accettare l’emissione di prestiti a fondo perduto? Se così non fosse, i rendimenti di tutti i titoli governativi ne risentirebbero negativamente. Infine, non per ultimo, perché non rientra tra le due ipotesi riportate, la presunta riduzione dell’iva, per stimolare i consumi. Difficile si realizzi, ma nel caso si verificasse, sarebbe un motivo in più per «allearsi» a strumenti a cedola indicizzata, perché un eventuale aumento dei consumi spingerebbe, in ogni caso, i prezzi al dettaglio verso l’alto. Nella tabella si inizia con il comparto dedicato ai Cct, il più vecchio tra i titoli a cedola variabile di emissione governativa presente nei mercati finanziari. E anche il più remunerativo, dapprima indicizzato al rendimento dei Bot e ora al tasso Euribor, che rappresenta il livello quotidiano della media dei tassi d’interesse che caratterizzano gli scambi di denaro tra le banche dell’eurozona. Sia la scadenza 2024, sia quella con rimborso l’anno successivo propongono cedole interessanti, grazie all’elevato valore della maggiorazione da sommare all’euribor.
Il secondo comparto riporta le emissioni di Stato con cedole e capitale indicizzati al tasso d’inflazione interna: Italia, Francia e Stati Uniti, mentre l’ultimo fa riferimento, come andamento del costo della vita, a quello che matura in Eurozona. L’ultimo collocamento italiano verrà rimborsato tra circa cinque anni, ma fin d’ora, beneficia di una cedola minima di livello interessante. Tra le emissioni legate all’inflazione Eurozona, quella tedesca, pur avara di cedola, offre un grado di sicurezza elevato, soprattutto per uno strumento con durata di poco inferiore ai trent’anni. Una delle componenti imprescindibili, nel dar vita ad un portafoglio titoli, è la ricerca di tranquillità, per quanto questo termine possa trogie vare spazio negli investimenti. Non ci si spaventi nel leggere di rendimenti a scadenza di segno negativo. Appena il costo della vita riprenderà un segno positivo, anche modesto, il valore dei rendimenti salirà rapidamente. La quota da destinare a queste tipolodi strumenti, ora, potrebbe attestarsi, complessivamente, ad un peso non inferiore al 15%. Valore che potrebbe aumentare al 20-25% nel caso la propensione al rischio sia molto bassa. In prospettiva, in ogni caso, ipotizzare ulteriori riduzioni dei rendimenti di mercato è difficile. Quindi detenere emissioni con cedola che può beneficiare di aumenti potrebbe risultare la strategia migliore. Oltre alle due emissioni di Cct ricordate sopra, interessante risulterebbe l’inserimento in portafoglio del Btp Italia con scadenza 26 maggio 2025 e, in parti uguali, dei due titoli del Tesoro Usa, perché la presenza di monete diverse dall’euro, seppure con peso percentuale non particolarmente elevato, rappresenta una difesa nei confronti di ipotetici, non augurabili, andamenti poco favorevoli della moneta unica.
Come usarli
I tre comparti rappresentati in tabella non sono rigidi, ma è opportuno, laddove si opti per questa strategia, che siano tra di loro estremamente elastici, inserendo, sulla falsariga di quanto appena riportato, emissioni che provengono dai diversi comparti. Perché le loro caratteristiche li differenziano e, uniti, completerebbero la difesa di parte del patrimonio, nel momento in cui i rendimenti di mercato seguissero un percorso rialzista, per le ragioni citate: aumento prezzi al consumo, forti divergenze politiche-economiche in ambito Eurozona, eventuale calo dell’iva, che favorirebbe, nel contempo, più consumi e prezzi via via crescenti.