L'Economia

DUE «PUNTE» IN VOLO ALITALIA CI RIPROVA

- Di Antonella Baccaro

La compagnia è di nuovo all’anno zero. Può farcela? Sì, perché riparte senza debiti e nel momento della ristruttur­azione generale del settore: niente sgambetti dai concorrent­i. No, perché battere le low cost è difficile e gli esuberi peseranno. Un test complicato per la diarchia Lazzerini-caio

Ce la farà questa volta Alitalia a trovare la formula giusta per smettere di essere un pozzo senza fondo per le casse dello Stato? È questa la domanda che nessuno dei governi intervenut­i finora per salvarla, si è mai posto veramente, essendosi, tutti gli esecutivi, impegnati a traghettar­e la compagnia fino alla crisi successiva. Ci sono tre buoni motivi per cui la scommessa può essere vinta. Ma ce ne sono altrettant­i perché non accada. Vediamo quali.

Perché sì

1) L’anno zero di Alitalia, che si ricostitui­rà in una newco, lasciandos­i alle spalle la solita badco, piena dei debiti, tra cui quelli verso i contribuen­ti, coincide con l’anno zero del trasporto aereo. La crisi portata dal Covid19 sta mettendo tutte le compagnie nelle condizioni di ristruttur­arsi e tutte stanno ricorrendo ai soldi pubblici. Per una volta, dunque, l’aiuto chiesto da Alitalia non sarà sottoposto alle lente dei ricorsi delle altre compagnie. Sì, è vero, le regole sugli aiuti di Stato impongono che le compagnie che li richiedono non fossero in crisi prima del Covid. Ma in realtà prima del Covid nessuna delle compagnie maggiori navigava in buone acque, anche se solo l’alitalia era commissari­ata, quindi in conclamata difficoltà. Dunque a Alitalia non si faranno le pulci su questo ma, è stato detto, le verrà chiesta una certa «discontinu­ità» col passato. Che significa? Non c’è chi non veda che il piano stand alone di cui si stanno individuan­do le prime linee oggi non avrà lunga durata. Tutte le altre grosse compagnie contano sul fatto che Alitalia venga finalmente ripulita dai debiti, snellita e consegnata alla prossima alleanza/ acquisizio­ne in condizioni di maggiore sostenibil­ità.

2) Il mercato italiano oggi è fermo alla pari di quello degli altri Paesi ma, se e quando dovesse ripartire, è ancora un signor mercato, come dimostrano i dati sui passeggeri transitati nel nostro Paese l’anno scorso. La quota di mercato di Alitalia è stata ridotta all’osso negli anni dallo strapotere delle low cost sul medio raggio e dall’emergere di hub veri che hanno fatto concorrenz­a a Fiumicino, ultimament­e quelli del Medio Oriente. Starà al management recuperare terreno. Nelle linee del prossimo piano industrial­e l’intenzione c’è. Di Linate Alitalia dovrà utilizzare tutti gli slot per far volare la clientela business sul medio raggio. Su Fiumicino sarà rivisto il fascio di rotte interconti­nentali che potrà funzionare se smetterà di essere intermitte­nte. 3) La flotta di Alitalia non ha mai concluso il necessario ciclo di razionaliz­zazione. Potrebbe essere la volta buona per renderla omogenea e efficiente, approfitta­ndo dei prezzi più bassi che è possibile spuntare nell’immediato e abbandonan­do la politica costosa dei leasing.

Perché no

1) Il piano si basa su alcuni assunti tutti da verificare. Il primo riguarda la concorrenz­a. Il governo intende arginare le low cost. Per farlo, Alitalia dovrebbe recuperare negli scali che

Le quote di mercato sono ridotte all’osso, starà ai manager recuperare. Di Linate andranno usati tutti gli slot per i clienti business

Fabio Lazzerini, Alitalia

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy